A ROTTA DI POLLO! - VITTORIO EMANUELE III LO AMAVA ARROSTO. A CIAMPI PIACEVA LESSO, A PERTINI RIPIENO - FU SERVITO NELL’ULTIMA CENA SUL TITANIC. E TRILUSSA LO UTILIZZO’ PER SPIEGARE IN VERSI ROMANESCHI IL CONCETTO DI STATISTICA - ANTONINO CANNAVACCIUOLO: “UN POLLO ARROSTO CHE ESCE DAL FORNO A LEGNA È ORO COLATO”  

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Morello Pecchioli per La Verità

pollo pollo

 

È scientifico: la gallina è un animale intelligente. Lo è quanto un bambino di 7 anni. Lo affermano alcuni ricercatori americani che, dopo vari esperimenti, hanno pubblicato uno studio secondo il quale la gallina è dotata di autocontrollo, capacità di comunicazione, memoria e sa perfino contare. Chi non si fida può verificare in internet: A review of cognition, emotion, and behavior in the domestic chicken.

 

Alla faccia di Cochi e Renato («La gallina non è un animale intelligente, lo si capisce da come guarda la gente») e dei cruscanti che tirano in ballo l' intera famiglia avicola pur di offendere il prossimo: «Hai il cervello di una gallina» «Sei un pollo» «Fai ridere i polli» «Taci, vecchia gallina» «Sei sudicio come un pollaio». E che danno della «pollastrella» alle ragazze piacenti, ma un tantino... oche. Al becero maschilismo pollinaro replicò seccamente Margaret Thatcher: «Il gallo può cantare fin che vuole, ma è la gallina che fa l' uovo».

 

pollo 2 pollo 2

Maltrattati dalla lingua, pollo e gallina si rifanno sul palato. «Un pollo arrosto che esce dal forno a legna è oro colato». Parola di Antonino Cannavacciuolo, mica di un cuochetto qualsiasi. Visto come un appestato all' epoca dell' aviaria, il pollo e la sua ruspante famiglia sono tornati alla grande ad occupare le pentole domestiche e i troni dell' haute cousine. Se lo merita. È un piatto degno di filosofi, imperatori e re fin dall' antichità. E anche - il gallo -, lasciapassare per l' aldilà in quanto simbolo della luce che sconfigge le tenebre. Socrate, in punto di morte, raccomanda al discepolo Critone di sacrificare un gallo ad Asclepio, il dio greco della medicina, capace perfino di resuscitare i morti. Un gallo veniva posto sulle croci cristiane davanti alle chiese per ricordare il giorno del Giudizio e la vittoria di Cristo sulle tenebre. È lo stesso che, cantando due volte nel Vangelo, indusse Pietro a pentirsi amaramente del suo triplice tradimento. Mica ci pensiamo a queste cose quando ci sbafiamo di gusto un pollastro o un vallespluga ai ferri o allo spiedo.

 

petto di pollo - Natalie Rawnsley petto di pollo - Natalie Rawnsley

Onorio, augusto romano d' Occidente, amava talmente le sue gallinelle che permetteva loro di pascolare liberamente nella reggia di Ravenna. Ne aveva una, la preferita, che aveva chiamato Roma. Quando gli annunciarono che Roma era caduta (per mano di Alarico e dei Visigoti) gli venne un mezzo infarto. «Ma come», replicò, «se le ho appena dato il becchime». Henri IV, sovrano di Francia nel 1594, avrebbe voluto un «poule au pot», un pollo nel piatto, sulla tavola di ogni francese. Napoleone festeggiò la vittoria di Marengo con il pollo che prese il nome dalla battaglia. Luigi Filippo, re di Francia dal 1830 al 1848, amava tagliare di persona le pollastre allo spiedo servite nei pranzi di stato.

 

Gallina, pollo e pollame vario piacevano talmente ai Savoia che li inserivano sotto forma di consommè, brodi, lessi, arrosti e con varie salse, nei pranzi di gala. Ce lo raccontano le liste delle vivande, sia quelle scritte in francese (lingua ufficiale sui menu savoiardi fino al 1907) che quelle in italiano. Tra i piatti del ricevimento offerto da Vittorio Emanuele II ai rappresentanti italiani arrivati a Torino per la proclamazione dell' Unità (17 marzo 1861), troviamo i raffinati Poulets à la Villeroy.

PANINO AL POLLO PANINO AL POLLO

 

Quando andava a trovare la sua Bela Rosìn si svestiva dei panni del sovrano e si faceva prendere per la gola con piatti semplici, ma gustosi, come il pollo alla cipolla. Nel menu quotidiano di Umberto I figuravano i Poulets sautè aux cèpes, che sarebbe, poi, un pollo saltato con i funghi porcini. Il figlio, Vittorio Emanuele III, quando ricevette il re di Spagna Alfonso XIII, il kaiser Guglielmo II e lo zar Nicola II, fece predisporre menu con «consumato (brodo) doppio in tazza», capponi di Modena all' italiana, faraone e volatili di cacciagione.

Umberto I e la moglie, Margherita, andavano matti per cosce e ali di pollo.

 

ALEMANNO TREMONTI E IL POLLO ALEMANNO TREMONTI E IL POLLO

La regina consorte si fece sorprendere a Napoli nel 1889 mentre portava alla bocca una coscia di pollo. Lo fece apposta, perché sapeva come farsi voler bene dal popolo e, infatti, nacque in quell' occasione il detto poi rivolto a generazioni di rampolli schifiltosi nello prendere con le mani coscette e alucce sugose: «Anche la regina Margherita mangia il pollo con le dita». Dalla monarchia alla repubblica il passo (di gallo) è breve.

 

Ce lo racconta il libro I menu del Quirinale, pubblicato dall' Accademia italiana della cucina, che raccoglie le liste delle vivande di un secolo e mezzo di inquilini, re e presidenti, del Colle. Veniamo così a sapere che a Sciaboletta (così, per la bassa statura, veniva chiamato Vittorio Emanuele III) il pollo piaceva arrosto, che a Giuseppe Saragat, 5° presidente della Repubblica, piacevano le pollastre alla parigina, che la principessa Mafalda di Savoia, secondogenita del re, volle capponi arrosto con crescione al pranzo di nozze con il principe Filippo D' Assia, nel 1925. Luigi Einaudi, secondo presidente, uomo sobrio, amava le faraone allo spiedo. A Carlo Azeglio Ciampi, altrettanto semplice di gusti, piaceva il lesso di gallina. Cenò alla vigilia di Natale del 2002 con una gallinella in brodo.

 

wrap di pollo wrap di pollo

Sandro Pertini, il presidente più amato dagli italiani, ricevette la regina Elisabetta con un tacchino novello ripieno. Giusta risposta alla sovrana che una trentina d' anni prima aveva presentato al presidente Giovanni Gronchi, a Buckingham Palace, un succulento pollo novello con rosmarino. Non sappiamo se nella dieta e nei pranzi di stato dell' attuale presidente, Sergio Mattarella, rientrino galline e polli, ma nei menu del suo buongustaio predecessore, Giorgio Napolitano, sì. In uno dei pasti consumati con Michelle Bachelet, presidentessa del Cile, nel 2007, apprezzò il cileno petto di pollo con polpa di granchio reale.

 

Niente al confronto del pasto della Volpe di Pinocchio all' osteria del Gambero Rosso: «La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei: ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta, così dové contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto».

 

POLLO SINTETICO POLLO SINTETICO

Giovanni Pascoli detta la ricetta del suo risotto preferito sottolineando la presenza delle rigaglie: «Tu mi dirai:»Burro e cipolle?». Aggiungo/ che v' era ancora qualche fegatino/ di pollo, qualche buzzo, qualche fungo./ Che buon odor veniva dal camino!/ Io già sentiva un poco di ristoro,/ dopo il mio greco, dopo il mio latino!». Trilussa spiega in versi romaneschi il concetto di statistica con l' esempio delle galline: «Me spiego: da li conti che se fanno/ secondo le statistiche d' adesso/ risurta che te tocca un pollo all' anno:/ e, se nun entra ne le spese tue,/ t' entra ne la statistica lo stesso/ perché c' è un antro che ne magna due».

 

carne di pollo sintetica carne di pollo sintetica

Nella prima metà del Novecento mangiare il pollo era una cosa da ricchi. Anche i contadini, che pure avevano le galline a razzolare nell' aia, preferivano venderle che mangiarle: «Quando un contadino mangia un pollo», recita un detto, «o è malato il pollo o il contadino». Il menu dell' ultima cena sul Titanic, sia in prima che in seconda classe, prevedeva, tra le portate principali (21 in prima), pollame in abbondanza. La sera di domenica 14 aprile 1912, a poche ore dallo schianto, furono serviti consommé, pollo alla lionese, pollo al curry, arrosto d' anatra in salsa di mele e di tacchino in salsa al mirtillo rosso, piccione arrosto, fois gras.

 

La statistica di Trilussa diventa finalmente equilibrata negli anni del boom. Giulio Andreotti, senatore a vita, riconobbe il merito dell' industria avicola: «Nel dopoguerra gli allevamenti moderni hanno permesso a tutti di gustare un buon pollo».

 

Adesso sì c' è un poule au pot come sognava Enrico di Navarra. Non solo. I gourmet più esigenti cercano galline di razze rare - la padovana, la grisa dei Lessini, la siciliana..

liz taylor mangiava pollo fritto e patatine liz taylor mangiava pollo fritto e patatine ANDRE THE GIANT E IL POLLO ANDRE THE GIANT E IL POLLO

- allevate a terra, libere di razzolare felici e di guardare gli umani, come scrisse Italo Calvino domandosi quali pensieri passassero dietro quello sguardo, con occhio fisso.

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