1. SELEN FOREVER: “HO SMESSO CON IL PORNO UN GRADINO PRIMA DI ARRIVARE ALL'APICE. AVREI POTUTO DIVENTARE FAMOSA A LIVELLO MONDIALE MA PERCHE’ PER ME ERA SOLO UN PASSAGGIO. SONO ANDATA VIA DI CASA A 18 ANNI PER ANDARE A VIVERE NELLE COMUNI SUI MONTI. CI CHIAMAVANO LE "ZAPPE SELVAGGE" E CAPITAVA ANCHE DI FARE L'AMORE LIBERO"
2. "LA MIA CARRIERA NELLO SPETTACOLO NON È PROSEGUITA PERCHE' NON RIUSCIVO A FARE IL SALTO DI QUALITÀ E LA RAGIONE ERA SEMPLICE: NON ERO DISPONIBILE. I PRODUTTORI ME LO DICEVANO ESPLICITAMENTE: NON MI DAVANO LA PARTE PERCHÉ NON MI CONCEDEVO A LORO"
3. "IL MIO PASSATO NELL'HARD? MIO FIGLIO A 10 ANNI UN GIORNO VENNE DA ME E MI DISSE..."

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SELEN SELEN

Piero Degli Antoni per www.ilgiorno.it

 

Oggi Luce Caponegro è la titolare di un prestigioso centro wellness di Ravenna. Lei, estetista, si occupa non solo dei corpi ma anche delle anime: ha frequentato vari corsi (è master di Pnl) ed è una grande esperta di alimentazione. È mamma di due figli, e da tre mesi - a 50 anni - è diventata nonna.

 

Forse il grande pubblico la conosce meglio come Selen, la star dei film hard che per otto anni ha affascinato non solo gli italiani ma i maschi di mezzo mondo. Un passato che lei oggi non rinnega, ma che considera una parentesi chiusa che comunque ha rappresentato un passaggio importante della sua esistenza.

 

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«Poiché mi piace reinventarmi, di rinascere dalle mie ceneri come la fenice, dieci anni fa ho deciso di dedicarmi a un campo che mi ha sempre affascinato: il benessere. Ho studiato, ho frequentato corsi, oggi sono estetista e curo molto anche l'alimentazione, faccio coaching di Pnl.»

 

Diciotto anni fa ha lasciato definitivamente il mondo della cinematografia a luci rosse, proprio quando era all'apice della carriera. Ma che cosa l'aveva spinta ad avvicinare quel mondo?

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«Io sono nata con una passione per la conoscenza della sessualità. Era qualcosa che mi incuriosiva fin da bambina. Non era una curiosità morbosa, ma naturale, come quella che un altro bambino può avere per il calcio, o per il montaggio del Lego. Ero curiosa di scoprirla in tutte le sue sfaccettature. Per questo, come disse Oscar Wilde, una volta che hai visto tutto, sperimentato tutto, procedi oltre. Io ho smesso un gradino prima di arrivare all'apice. Avrei potuto guadagnare ancora tanti soldi, diventare famosa a livello mondiale, ma ho voluto lasciare. Per me era solo un passaggio.»

 

Cosa ha trovato in quel mondo?

«Ci sono stati tanti lati positivi, Mi ha permesso di sentirmi a posto con la mia fisicità, con il mio corpo. Ho superato i timori di tante donne - e anche uomini - di non essere all'altezza, di non essere abbastanza attraente, di non saper soddisfare il proprio compagno. Prima di cominciare avevo i complessi di tutte le adolescenti. Io venivo da una famiglia fondata su grandi valori tradizionali: soprattutto la famiglia e il matrimonio».

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È vero che diceva a suo padre: «Sporco capitalista»?

«Erano momenti di ribellione. In realtà mio padre è una delle persone che stimo e rispetto di più. Però era petroliere, e io credevo in un mondo più pulito. Sono sempre stata un'idealista. I miei ideali erano un mondo pulito, la salvaguardia della natura, la lotta all'ipocrisia.»

 

Ma il mondo del porno rispecchiava questi valori?

«Nella sua trasgressione sì. Poi, quando ci entri dentro e lo vivi, scopri che anche qui esistono le contraddizioni. Scopri che i produttori ti considerano solo una macchina da soldi, non gliene frega niente dei tuoi sentimenti, delle tue esigenze sentimentali e personali. Non mi sono mai detta: lo faccio perché voglio un mucchio di soldi. Per me è sempre stato questo: vado a farlo perché è trasgre (trasgressivo, nel gergo giovanile) e quindi figo.

 

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Allora come oggi c'era una cultura consumistica, ma oggi c'è meno ideologia. Ai giovani di oggi non gliene frega niente. Noi invece avevamo un credo. Anche entrare nel porno è stata una forma della mia ribellione. Io sono andata via di casa a 18 anni per andare a vivere nelle comuni sui monti. Ci chiamavano le "zappe selvagge": sull'Appennino occupavamo i casolari abbandonati, vivevamo dell'orto, delle castagne, della bacche, e capitava anche di fare l'amore libero, ma non necessariamente.»

 

A proposito del tema genitori-figli, lei come ha parlato con i suoi della carriera come pornostar?

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«Parlo tanto con loro, sia col grande - che mi ha fatto diventare nonna da 3 mesi - sia col piccolo. Con il primo non c'è stato bisogno di spiegargli molto perché ha vissuto direttamente quel periodo. Ma non la viveva come una cosa strana, per lui era tutto normale. Col secondo è stato diverso, con lui ho dovuto affrontare l'argomento perché ormai avevo lasciato l'hard. Quando aveva 10 anni, - probabilmente gliel'aveva detto qualche amico - è venuto a casa e mi ha chiesto: mamma ma tu hai fatto qualche errore nella vita? Me ne puoi dire qualcuno? E io: fumavo.

 

E lui: me ne puoi dire un altro? Sai, purtroppo la mamma da giovane ha fatto una cosa brutta che tu devi promettermi che non farai mai: alla mamma da giovane è capitato a volte di drogarsi. Ma non era convinto, e ha aggiunto: mamma io so di un altro tuo sbaglio. È vero che tu eri una pornostar?, mi ha chiesto. E io gli ho detto di sì. E lui ha aggiunto: sai mamma, non importa, da giovani tutti facciamo degli sbagli».

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Guadagnava molto?

«Molto. Il mio stile di vita era molto alto: più guadagni facilmente e più spendi facilmente.»

 

Parliamo di centinaia di milioni di lire?

«Sì. Oggi sono una donna che lavora e che deve far quadrare i conti., Di quel passato, di quei soldi, non mi è rimasto niente. Non ho mai avuto accanto un uomo che mi sostenesse. Ho fatto sempre tutto da sola.»

 

E dopo, cosa è accaduto?

«Ho smesso 18 anni fa e mi sono dedicata al mondo dello spettacolo. Ho fatto teatro, ho condotto programmi tv, ho fatto radio, sono stata deejay nelle più importanti discoteche, ho fatto due dischi, ho partecipato a cinque film 'normali', ho fatto pubblicità per uno yogurt. E ho sempre guadagnato bene. Eppure oggi mi si ricorda ancora per il porno.»

 

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Perché la sua carriera nello spettacolo non è proseguita?

«Non riuscivo a fare il salto di qualità e la ragione era semplice: non ero disponibile. I produttori me lo dicevano esplicitamente: non mi davano la parte perché non mi concedevo.»

 

Lei oggi è single?

«Scriva così: a domanda non risponde.»

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