1- IL FILM ANTI-MAOMETTO È UNA FALSA PISTA, AL QAEDA RIVENDICA L’ATTACCO AL CONSOLATO USA, VENDETTA PER L’UCCISIONE DI ABU AL-LIBI, NUMERO DUE DELL’ORGANIZZAZIONE - 2- DON’T FORGET! IERI, 11 SETTEMBRE, ERA L’UNDICESIMO ANNIVERSARIO DELLE TORRI GEMELLE - 3- HILLARY RINFORZA INVECE LA TESI DEL FILM BLASFEMO: “GLI STATI UNITI DEPLORANO LA DENIGRAZIONE DELLE CREDENZE RELIGIOSE ALTRUI, MA ATTI DI QUESTO TIPO NON TROVANO MAI GIUSTIFICAZIONE- OBAMA: “PROFONDAMENTE ADDOLORATO, VIOLENZA INSENSATA” - 4- I PAESI DELLA “PRIMAVERA ARABA” IN FIAMME: SENZA I RAIS TRA I PIEDI, AL QAEDA VINCE -

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1 - LIBIA: AL QAIDA, MORTE AMB.USA VENDETTA PER AL-LIBI
(ANSA) - La morte dell'ambasciatore Usa ieri nell'assalto a Bengasi è "una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi", numero 2 di Al Qaida, arrivata ieri da Ayman al Zawahiri. Lo affermano siti qaidisti. Il 5 giugno gli Usa avevano confermato la morte. La sera una bomba è esplosa proprio alla sede Usa a Bengasi.

IN FIAMME IL CONSOLATO AMERICANO A BENGASI IN LIBIAIN FIAMME IL CONSOLATO AMERICANO A BENGASI IN LIBIA j christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIAj christopher stevens AMBASCIATORE USA IN LIBIA

2 - FRANCIA, ARRESTARE RESPONSABILI MORTE AMB. USA
(ANSA) - La Francia chiede l'arresto dei responsabili dell'uccisione dell'ambasciatore Usa in Libia e di altri tre funzionari, nell'attacco di ieri a Bengasi: lo ha detto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius.

3 - CLINTON, NESSUNA GIUSTIFICAZIONE PER QUESTI ATTI DI VIOLENZA
(ASCA) - ''Condanno con la massima fermezza l'attacco alla nostra missione a Bengasi. Gli Stati Uniti deplorano qualsiasi sforzo intenzionale per denigrare le credenze religiose altrui. Il nostro impegno per la tolleranza religiosa risale agli albori della nostra nazione. Ma voglio essere chiara: non c'e' mai alcuna giustificazione ad atti di violenza di questo tipo''.

CONSOLATO USA A BENGASI IN FIAMMECONSOLATO USA A BENGASI IN FIAMME

Cosi', il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha commentato in una nota l'attacco di ieri sera al consolato Usa di Bengasi, in Libia, durante il quale sono morti 4 funzionari della sede diplomatica, tra cui l'ambasciatore Chris Stevens. ''Alla luce degli eventi di ieri - prosegue la nota - il governo degli Stati Uniti sta gia' lavorando con i paesi partner per proteggere il proprio personale americano dislocato nel pianeta''.

4- IERI, 11 SETTEMBRE
Ansa.it

IL CONSOLATO AMERICANO A BENGASI DATO ALLE FIAMMEIL CONSOLATO AMERICANO A BENGASI DATO ALLE FIAMME

L'ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, è rimasto ucciso ieri nell'assalto contro la sede di rappresentanza Usa a Bengasi, assieme a un funzionario e due Marines. Il diplomatico era arrivato nel pomeriggio nella 'capitale' della Cirenaica per raccogliere gli umori alla vigilia della nomina del nuovo premier libico, prevista oggi.

CHRIS STEVENS AMBASCIATORE AMERICANO IN LIBIACHRIS STEVENS AMBASCIATORE AMERICANO IN LIBIA

In serata, poco dopo le 21.30, una folla inferocita e armata ha preso d'assalto l'edificio: dopo una feroce sparatoria a colpi di Rpg e armi automatiche, i dimostranti hanno appiccato le fiamme alla struttura, che si trova all'interno di un compound, e issato la bandiera nera islamica dopo aver strappato e bruciato quella americana.

Alcuni testimoni che hanno chiesto l'anonimato hanno riferito di aver notato numerosi membri della milizia islamica Ansar Al-Sharia tra i dimostranti, e secondo fonti concordanti, i violenti scontri a fuoco sono andati avanti per diverse ore, almeno tre. La milizia è nota perché è attiva nella regione, qualche volta ha tentato raid dimostrativi nel centro della città, incontrando però la ferma ostilità della popolazione e delle altre milizie armate del dopo-Gheddafi.

Obama e HillaryObama e Hillary

Scorrazzano nelle zone desertiche a sud, dove i miliziani sono stati protagonisti di numerosi atti di intimidazione anche ai danni di cittadini italiani.

L'assalto di ieri è iniziato con "un gran botto", secondo alcune testimonianze le esplosioni sarebbero state alla fine almeno dieci. In serata anche l'ambasciata americana del Cairo era stata presa d'assalto dai dimostranti a causa del film su Maometto prodotto da copti negli Usa considerato offensivo per l'Islam.

LA MORTE DI STEVENSLA MORTE DI STEVENS

La circostanza ha fatto collegare l'assalto di Bengasi alla pellicola. "L'Islam è un cancro. La pellicola é un film politico, non un film religioso": così Sam Bacile, regista e produttore del film ha descritto al Wall Street Journal il senso del suo lungometraggio. Ma secondo i siti collegati alla galassia di al Qaida, il film è solo una falsa pista: la morte dell'ambasciatore Usa è "una reazione della milizia Ansar Al-Sharia alla conferma della morte di Abu al-Libi", il libico numero 2 di Al Qaida, arrivata ieri da Ayman al Zawahiri.

LA MORTE DI STEVENSLA MORTE DI STEVENS

Il 5 giugno scorso gli Usa avevano confermato la morte del libico. Quella sera una bomba è esplosa proprio davanti alla sede del consolato Usa di Bengasi. Secondo le autorità libiche, invece, dietro l'attacco ci sarebbero fedelissimi dell'ex dittatore Muammar Gheddafi.

Il presidente Usa Barack Obama condanna duramente gli "attacchi oltraggiosi" che hanno portato all'uccisione dell'ambasciatore e di altri tre americani. Il presidente ha dato ordine di fornire tutte le risorse necessarie per la sicurezza del personale Usa in Libia e per aumentare le misure di sicurezza in tutte le sedi diplomatiche statunitensi nel mondo. E' quanto si legge in una nota della Casa Bianca.

LA MORTE DI STEVENSLA MORTE DI STEVENS

Intanto la prima seduta del Congresso generale nazionale libico, che era in programma per oggi, è stata annullata per motivi di sicurezza. Lo si apprende a Tunisi, dove sta facendo rientro il presidente della repubblica, Moncef Marzouki, che avrebbe dovuto presenziare alla seduta inaugurale dell'assemblea.

HILLARY CLINTON E BARACK OBAMAHILLARY CLINTON E BARACK OBAMA

"Condanniamo con la massima fermezza questo efferato gesto che non siamo in grado al momento di attribuire a un particolare filone. Rimarremo a fianco delle autorità della nuova Libia democratica che non lesineranno gli sforzi per impedire che il nuovo corso libico sia preso in ostaggio". Lo afferma il premier Mario Monti.

 

 

 

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