matteo salvini giorgia meloni gianni letta silvio berlusconi

'È TORNATO BERLUSCONI!' - “SE NON SPARI ADESSO UN COLPO DI CANNONE, SARAI COSTRETTO AD ANDARE SEMPRE A RIMORCHIO DI QUEI DUE GIOVANOTTI CHE TI STANNO SBRANANDO” – DIETRO ALLA RISCOSSA DEL CAV SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO C’È OVVIAMENTE GIANNI LETTA, CHE HA CONVINTO IL BANANA A FORZARE LA MANO COSTRINGENDO MELONI E SALVINI A INGOIARE UN ROSPO GROSSO COSI' PER NON PERDERE IL CENTRO E RIMANERE UNA STERILE DESTRA REIETTA DALL'EUROPA – E GIORGIA DEVE AMMETTERE CHE NULLA SARA' COME: “GLI ABBIAMO ROTTO IL GIOCATTOLO, PER ORA...”

berlusconi letta

1- "I DUE GIOVANOTTI TI SBRANANO " COSÌ LETTA HA CONVINTO SILVIO

Amedeo La Mattina per "la Stampa"

 

«Gli abbiamo rotto il giocattolo, per ora». Giorgia Meloni tira il fiato ma è guardinga. E Salvini pure. Perché non sanno che gioco fa Berlusconi. Il passaggio di ieri al Senato è stato vissuto dalla parte anti-sovranista di FI come la riscossa di Silvio, che ha costretto Salvini e Meloni a votare sì allo scostamento di bilancio.

 

E a intestarsi anche loro una vittoria a favore del proprio elettorato di riferimento (liberi professionisti e partite Iva). È stato Gianni Letta il demiurgo dell' operazione: ha trattato con Conte, spalleggiato da Renato Brunetta e da Maria Stella Gelmini. Letta ha convinto Berlusconi a forzare la mano.

 

LAURA RAVETTO MATTEO SALVINI

Mercoledì sera gli ha detto chiaro e tondo che se non avesse dato un segnale forte al proprio elettorato avrebbe potuto «sciogliere Forza Italia»: «Se non spari adesso un colpo di cannone su una questione così importante, è la fine e sarai costretto ad andare sempre a rimorchio di quei due giovanotti che ti stanno sbranando».

 

Il Cavaliere ha esitato, pressato dagli azzurri più vicini a Salvini. Raccontano che ormai la divisione sia tra il gruppo della Camera e quello del Senato, che sarebbe in mano agli amici del Capitano.

 

salvini e meloni

 

 

 

 

 

 

 

Lo squillo di tromba lo ha dato lo stesso Berlusconi alla riunione del gruppo della Camera, annunciando telefonicamente la decisione di votare sì, prima ancora che il governo si pronunciasse sul documento del centrodestra. Berlusconi, Salvini e Meloni erano rimasti d' accordo che in base all' accoglimento delle loro proposte, avrebbero deciso se votare a favore o astenersi, sempre in maniera unitaria.

 

goffredo bettini gianni letta giuseppe conte

Il Cavaliere poi è andato in contropiede. «Negli ultimi dieci giorni - ha detto ai deputati - abbiamo lavorato con il governo, portando avanti nostre richieste che in gran parte sono state accolte. A favore di due milioni di professionisti prima dimenticati, di un milione di imprese a cui saranno dati aiuti per sostenere i costi fissi. Si introduce soprattutto un semestre bianco fiscale dal mese di dicembre. Quindi è logico che dobbiamo votare a favore dello scostamento».

 

RENATO BRUNETTA

E Brunetta lesto: «Questa è la posizione del gruppo!». Applauso. E Berlusconi: «Votiamo sì nonostante non siano accolte anche le due richieste che loro fanno per puro puntiglio, per far vedere che qualcosa gli è stato concesso. Anche loro devono votare a favore» ha chiuso, riferendosi a Salvini e Meloni.

 

Dalla sala è salito un coro: «È tornato Berlusconi!» . Bisognerà vedere fin dove si spingerà l' ex premier. I leader di Lega e FdI hanno subito fatto muro difensivo, appena si sono accorti del tentativo di dribbling del Cavaliere. Hanno capito che stava riuscendo la manovra del Pd, in combutta con Gianni Letta, di spaccare il centrodestra e avvicinare un bel pezzo di FI all' area di governo in maniera strutturale.

 

maria stella gelmini foto di bacco (2)

«Ma gli abbiamo rotto il giocattolo, almeno per ora», ha spiegato Meloni ai suoi colonnelli. Governo e pezzi di FI avrebbero lavorato fino all' ultimo secondo per separare gli azzurri dalla Lega e da FdI, indebolendo in un colpo solo opposizione e 5 Stelle.

 

Che temono di essere sostituiti da Fi. Ma la Meloni rivendica di aver ottenuto la sostituzione di Brunetta come mediatore con il governo, con il senatore azzurro Pichetto vicino alle posizioni di coalizione. Salvini e Meloni non hanno chiaro però quale partita stia giocando il Cavaliere. Oscillante ai loro occhi tra le sirene di Letta-Gelmini-Brunetta e quelle della stessa Meloni che ha passato ore al telefono con Silvio.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI SELFIE IN PIAZZA

 

A dettare l' agenda questa volta non è stato Salvini, che si è accodato quando ha capito che far mancare i suoi voti al Senato non avrebbe messo in crisi il governo. In più, avrebbe rischiato di scatenare una campagna mediatica contro la Lega: sarebbe stata accusata di aver votato contro i liberi professionisti e le partite Iva.

 

2 - LA RETE DI LETTA, POI IL BLITZ E SILVIO SPIAZZA I SOVRANISTI

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per "la Repubblica"

 

Il «Cavaliere Berlusconi », lo chiama in serata il Giuseppe Conte davanti alle telecamere del Tg5: così, tutto d' un fiato, mettendo in testa un titolo onorifico che traballò ai tempi della condanna e della decadenza dal Parlamento. Un modo per rendere omaggio a un highlander che i suoi non esitano a chiamare a turno "statista" e che in questo giovedì di tardo autunno sembra avere gettato alle spalle guai politici e personali (non ultimo il Covid) per riprendersi il centrodestra. Et voilà, Silvio è tornato.

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

 

 

Per l' ennesima volta. Perché il patto di unità nazionale consacrato dal voto unanime alla manovra da otto miliardi è soprattutto merito suo, che in un colpo solo ha risposto all' appello di Mattarella, si è accreditato come interlocutore affidabile per il governo e ha ridato un volto moderato alla coalizione. Mettendo all' angolo i sovranisti.

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

 

(…) Il momento più difficile in serata, dopo la nota ufficiale con cui Gualtieri ha annunciato l' intenzione di recepire «le proposte avanzate da Forza Italia». È il via libera ad alcune misure direttamente indicate da Berluscioni: moratoria fiscale, incremento del sostegno ai lavoratori autonomi, aiuti a 2 milioni di liberi professionisti iscritti alle casse previdenziali private e alla gestione separata Inps.

berlusconi Mattarella gentiloni

 

Fi, a quel punto, ha già incassato il risultato politico ma monta l' insofferenza degli alleati (...) Nella notte si rischia la rottura e scendono in campo altri diplomatici, pontieri interni al centrodestra come Antonio Tajani, Licia Ronzulli, Renato Schifani.

gianni letta e berlusconi

 

Si spinge per far entrare provvedimenti cari a Fdi (ristori sulla base del calo del fatturato per la continuità d' impresa) e alla Lega (il rinvio delle scadenze della rottamazione Ter). Ma se, già in nottata, Giorgia Meloni mostra il suo nuovo volto dialogante, i salviniani frenano e non danno il via libera.

IL FOTOMONTAGGIO DI SALVINI MELONI E TAJANI CON UN MALATO DI CORONAVIRUS

 

Arriva il nuovo giorno e sia la leader di Fratelli d' Italia che il Capitano si mantengono prudenti: ma mentre dicono di attendere la risposta del governo alle loro richieste, Berlusconi - spinto soprattutto da Gelmini e Brunetta - gioca d' anticipo e intervenendo alla riunione dei deputati di Fi annuncia il sì del suo partito allo scostamento di bilancio.

 

A quel punto soprattutto a Salvini non resta che fare buon viso a cattivo gioco: nessuno, davanti a un provvedimento che dà 8 miliardi a professionisti e imprese, può più tirarsi indietro. È la vittoria dei moderati sui falchi sovranisti, un rovesciamento della coalizione. E il progetto di una federazione di centrodestra a guida Salvini finisce nel cassetto.

letta berlusconi

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...