autostrade roberto tomasi paola de micheli giuseppe conte ponte morandi

AMMESSO E NON CONCESSO – I BENETTON AVREBBERO ANCORA UNA CARTA DA GIOCARE PER SALVARSI DAL DISASTRO DELLA REVOCA DELLA CONCESSIONE: RIDURRE LE TARIFFE! I MARGINI CI SONO VISTI GLI UTILI MACINATI NEGLI ANNI E NONOSTANTE L’ANNUS HORRIBILIS POST MORANDI E OGGI C’È IL CDA – I GRANDI INVESTITORI DEL GRUPPO SCRIVONO A BRUXELLES, MA ORMAI 5 STELLE (E PD) SONO CONVINTI CHE SI DEBBA PROCEDERE CON LA REVOCA, ANCHE SOLO PARZIALE...

LA REVOCA DELLE CONCESSIONI AUTOSTRADALI CI SARÀ, MA PARZIALE. OVVERO SOLO SU QUEI TRATTI DOVE SIA GIÀ EMERSA LA CARENZA DELLA MANUTENZIONE

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagonews-revoca-concessioni-autostradali-ci-sara-ma-224220.htm

 

1 – INVESTIMENTI, CONTROLLI E TARIFFE PIÙ BASSE COSÌ I VERTICI CERCANO DI SALVARE AUTOSTRADE

Alessandro Barbera per “la Stampa”

roberto tomasi autostrade per l'italia

 

Quale sarà l' esito delle contorsioni interne al governo sulla concessione di Autostrade? Revoca? Ce ne sono di due tipi. Quella prevista dalla convenzione contempla la possibilità di un ripensamento dopo un contraddittorio di due mesi. Ma ne esiste una più drastica prevista dal codice civile. Cosa ne sarebbe in quel caso della gestione della rete la mattina successiva? Anas sarebbe in grado di sostituirsi senza scossoni? E soprattutto: quanto costerebbe tutto questo alle casse dello Stato?

 

luciano benetton

Nonostante le voci di decisioni ormai prese che filtrano dal palazzo, le domande senza risposta restano molte. Esclusa la possibilità di un' accelerazione questa settimana, il dossier potrebbe venire congelato fino ai primi di febbraio, dopo il test elettorale di Emilia e Calabria. L' unica certezza oggi è il tentativo della famiglia Benetton e degli azionisti di Atlantia di convincere il governo a fare marcia indietro.

 

L' incontro

il crollo del ponte morandi a genova

Stamattina il nuovo amministratore delegato Roberto Tomasi riunirà il consiglio di amministrazione per dare un segnale di discontinuità con la precedente gestione Castellucci, criticata anche dalla proprietà per l' immagine restituita dopo la tragedia di Ponte Morandi. Il piano industriale 2020-2023 promette essenzialmente due novità: un forte aumento del piano di investimenti e una radicale riorganizzazione dei controlli sulla rete.

 

genova ponte morandi

Dopo lo scandalo dei report truccati e noti ai vertici, il primo passo di Autostrade è stata l' estromissione di Spea - controllata dalla stessa Atlantia - da ogni attività di sorveglianza, direzione e progettazione lavori. Di qui in poi i lavori sono affidati a un consorzio internazionale guidato dalla multinazionale francese Bureau Veritas. Il piano prevede - entro la fine di quest' anno - un nuovo sistema di monitoraggio sviluppato da Ibm per i tremila chilometri di rete e quasi duemila fra ponti e viadotti.

 

Il piano di rilancio

SPEA ENGINEERING ATLANTIA

La carta che potrebbe effettivamente salvare Atlantia e Autostrade dal disastro della revoca della concessione è forse un' altra: l' apertura dell' azienda ad una riduzione delle tariffe per chi viaggia. La Finanziaria aveva già congelato gli aumenti fino a luglio. Ora - benché governo e azienda lo neghino - da tempo al ministero delle Infrastrutture si discute di un taglio medio fra il cinque e il dieci per cento. Fonti aziendali ci tengono a sottolineare che tutto dovrà essere «finanziariamente sostenibile».

roberto tomasi 1

 

Gli utili macinati negli anni da Autostrade offrono ampi margini di manovra al gruppo e agli azionisti, anche se gli ultimi dodici mesi non sono stati semplici: solo ieri il titolo in Borsa ha perso quasi mezzo miliardo di valore, scendendo a 20,48 ad azione. Dopo Fitch e Moody' s, anche Standard&Poor' s ha rivisto al ribasso i giudizi: Autostrade è sceso da BBB- a BB-, Atlantia da BB+ a BB-, meglio noto come livello «spazzatura».

patuanelli paola de micheli

 

L' obbligazione Atlantia da 750 milioni in scadenza nel 2025 ha perso quasi il due per cento, quella di Autostrade (stesso importo e scadenza 2023) oltre il cinque, i minimi dai giorni del crollo di Ponte Morandi. Nella trattativa fra Autostrade e ministero delle Infrastrutture c' è anche questo: un aumento dei fondi per il risarcimento delle famiglie e delle aziende colpite.

 

roberto tomasi 2paola de micheli parla fitto fitto con stefano patuanelli

Ultimo ma non meno imporante, il dossier Alitalia. Per ammissione dei vertici di Ferrovie, senza l' investimento di Atlantia - azionista di Aeroporti di Roma - sarà molto difficile mettere insieme una cordata disposta a investire sull' ennesimo tentativo di rilancio della ex compagnia di bandiera. Atlantia ha sempre fatto sapere di voler fare la sua parte, e nonostante le smentite sdegnate del ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli.

PAOLA DE MICHELI GIUSEPPE CONTE

 

2 – AUTOSTRADE, LA MINACCIA DI REVOCA APPRODA SUI TAVOLI DI BRUXELLES

Estratto dell’articolo di Jacopo Orsini per “il Messaggero”

 

Lo scontro sulle concessioni autostradali arriva a Bruxelles. La Commissione europea ieri ha confermato di aver ricevuto una lettera da parte di Atlantia, la holding della famiglia Benetton, e della controllata Autostrade per l'Italia (Aspi), che contesta le norme contenute nel decreto Milleproroghe varato dal governo alla fine dello scorso anno.

giuseppe conte paola de micheli

 

(…) A puntare il dito in Europa contro il governo italiano non ci sono solo le aziende controllate dalla famiglia Benetton, che contestano la modifica unilaterale delle concessioni attuata con il Milleproroghe. Anche i grandi investitori presenti nel capitale delle due società, fra cui Gic, il fondo sovrano del governo di Singapore (socio di Atlantia con l'8,14%), Silk Road, il fondo statale cinese, e il colosso assicurativo tedesco Allianz (questi ultimi due azionisti di Aspi al piano di sotto) hanno avviato una controffensiva a Bruxelles per contestare il provvedimento del governo. Una norma che, secondo gli investitori, viola le regole comunitarie, va contro la stessa legge italiana e scoraggia gli investimenti.

 

roberto tomasi

LA DECISIONE

luciana lamorgese paola de micheli giuseppe conte luigi di maio

In attesa di una presa di posizione di Bruxelles, a Roma il governo appare diviso, anche se sembra sempre più orientato verso una forma di revoca. I Cinquestelle continuano a premere per agire subito contro Autostrade. Ma il Pd resta prudente e Italia Viva fermamente contraria. «Chi vuol fare la revoca deve avere le carte in regola e non deve farlo per prendere un like sui social, sennò costringe i nostri figli e nipoti a pagare decine di miliardi ad Autostrade. Ci vuole una base giuridica», ha ribadito ieri Renzi.

 

LA PAPPAGORGIA DI MATTEO RENZI

Salvo nuove accelerazioni, la decisione sulla concessione di Autostrade non dovrebbe essere sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani e l'esame del dossier dovrebbe essere rimandato alle prossime settimane.  Anche se una decisione potrebbe arrivare entro fine mese. (…)

crollo ponte morandi genova 13crollo ponte morandi genova 18

 

matteo renzi a l'aria che tira 5crollo ponte morandi genova 31

 

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA