boris johnson

BORIS SI È FREGATO DA SOLO – NON SONO STATE LE SUE SCELTE POLITICHE A FARLO FUORI, MA IL SUO CARATTERE CLOWNESCO: UNA MASCHERA CHE INDOSSA SIN DA QUANDO, DA RAGAZZO, SI CANDIDÒ A PRESIDENTE DELL’UNIONE STUDENTESCA DI OXFORD – BUGIARDO INCALLITO, TRIVELLONE, ACCUMULATORE DI COSE E DI FIGLI CON LA PASSIONE PER IL GRECO E IL LATINO, HA INANELLATO GAFFE MEMORABILI E STRACULT: “HILLARY È UN’INFERMIERA SADICA. ERDOGAN FA SESSO CON UNA CAPRA. OBAMA È PARZIALMENTE…”  - VIDEO: QUANDO NEL 2006 FECE UN TACKLE UN PO’ TROPPO AGGRESSIVO, DURANTE UNA PARTITA DI BENEFICENZA

 

il tackle di boris johnson su maurizio gaudino 2006

1 - TUTTE LE GAFFE DI BORIS JOHNSON – “BOJO” È STATO FORMALMENTE NOMINATO PRIMO MINISTRO DALLA REGINA ELISABETTA: CHISSÀ SE “LILLIBET” SI RICORDA DI TUTTE LE SPARATE DEL CIUFFATISSIMO EX SINDACO DI LONDRA – “HILLARY CLINTON È UN’INFERMIERA SADICA”. ERDOGAN? “FA SESSO CON UNA CAPRA”. “OBAMA? È UN PARZIALMENTE KENYOTA” ­– VIDEO: QUANDO DURANTE UNA PARTITA DI RUGBY A TOKYO SCHIACCIÒ UN RAGAZZINO DI 10 ANNI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/tutte-gaffe-boris-johnson-ndash-ldquo-bojo-rdquo-209524.htm - ARTICOLO DEL 24 LUGLIO 2019

CLOWNFALL - LA COPERTINA DI THE ECONOMIST SULLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON

 

2 - UNA VITA FUORI DALLE REGOLE

Estratto dell’articolo di Vittorio Sabadin per “il Messaggero”

 

[…] Per tutta la vita (Boris Johnson, ndR) ha usato inganni e menzogne per la sua carriera e ha sempre cercato di farla franca. È stato spesso costretto a scusarsi, ma non si è mai pentito, perché non ritiene che le leggi che gli altri rispettano debbano valere anche per lui.

 

[…] Perfino un atteggiamento da clown maldestro ispira a volte simpatia e porta consensi. Quello che i britannici invece non tollerano è che un primo ministro sia scoperto a mentire o si conceda privilegi che nega ai cittadini.

 

[…] Il rapporto di Sue Gray ha rivelato che cosa avveniva in queste feste alle quali Johnson partecipava «ignorandone l'esistenza»: risse, vomito, muri imbrattati di vino, maleducazione con i domestici e disprezzo per la gente comune, che non poteva neppure andare a trovare i parenti che morivano in ospedale.

 

BORIS JOHNSON

È stato questo a scatenare un'ondata di disgusto collettivo, una rottura del rapporto di fiducia che dovrebbe instaurarsi tra chi viene eletto e chi lo ha votato. Sono stati i party a Downing Street a decidere il destino di Johnson, l'uomo che sognava di essere uguale a Churchill senza averne la statura politica e morale, e che è riuscito ad avvicinare forse solo nel consumo quotidiano di alcol.

 

La gente aveva perdonato al premier molte cose: la nuova tappezzeria di Downing Street pagata da chissà chi, le vacanze ai Caraibi offerti da anonimi sostenitori, la protezione istintivamente data a tutti i collaboratori scoperti a violare le regole, come Dominic Cummings durante il Covid, o come il ministro Matt Hancock, filmato con la mano sul sedere della sua amante nelle ore d'ufficio. Ma le feste durante il lockdown non si potevano tollerare.

 

dimissioni di boris johnson prima pagina the sun

 

[…] Johnson è vissuto di tempo preso in prestito: se non ci fosse stata la vicenda di Chris Pincher, il pizzicatore di maschi, con nuove bugie del premier e nuove goffe scuse al Parlamento, ci sarebbe stata qualche altra cosa. Il suo destino era segnato. Il problema ora non sarà solo quello di trovargli un successore. […]

 

3 - IL LATINO, LE DONNE, LE BUGIE: UN «BUFFONE» DI GENIO TRADITO DALLA SUA MASCHERA

Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”

 

Già il nome è lungo. E la dice lunga: Alexander Boris de Pfeffel Johnson. Giornalista, istrione, politico, adultero seriale, sindaco di Londra, primo ministro: Boris Johnson è stato tutto questo e molto di più. Quando era bambino, aveva proclamato di voler diventare «il re del mondo».

 

Ma Boris era in realtà il suo secondo nome: per i suoi familiari lui è sempre stato semplicemente Al. Boris Johnson è un nome d'arte, un vestito di scena, un personaggio inventato per venire a capo di un'infanzia caotica e fuori dal comune. Al-Boris era nato a New York e nei primi 14 anni di vita aveva già cambiato casa 32 volte attraverso due continenti.

dimissioni boris johnson

 

Il piccolo Alexander, fino all'età di otto anni, era stato quasi sordo. Un tratto che lo aveva isolato dagli altri bambini e che aveva acuito la sua sensibilità e la sua intelligenza. Per sopravvivere, a Eton aveva cominciato a sviluppare la sua personalità eccentrica e vistosa, facendo infuriare i professori per il suo atteggiamento «disgraziatamente arrogante». Come scrisse un professore, era convinto che le regole a lui non si applicassero. Ed è allora che cambiò il suo nome in Boris, appellativo molto più ad effetto.

A Oxford, dove studiava Lettere classiche, si candidò a presidente dell'Unione studentesca: non fece campagna, convinto di dover vincere per il solo fatto di essere Boris.

 

Perse. Allora decise di riprovarci, questa volta contando su uno stuolo di sostenitrici adoranti (aveva scoperto il potere sulle donne che dà il potere): e conquistò lo scettro.

Era nato Boris Johnson.

 

david cameron e boris johnson a oxford

È sempre a Oxford che muove i primi passi nel giornalismo: una carriera che decolla quando negli anni Novanta il Telegraph lo manda a fare il corrispondente da Bruxelles. Qui si afferma come una delle penne più euroscettiche basate nella capitale d'Europa e Margaret Thatcher lo elegge a suo giornalista preferito. E i suoi articoli al vetriolo contro la Commissione Delors contribuiscono a esacerbare quell'euroscetticismo che ha condotto fino alla Brexit.

 

Ma è tutto il suo modo di stare al mondo che è quanto meno disinvolto: celebre il ritardo con cui mandava i pezzi ai giornali, costringendo le redazioni a lunghe serate per metterli in pagina. Per non parlare delle multe accumulate quando provava automobili per conto della rivista GQ .

dimissioni di boris johnson prima pagina daily mail

 

E le cose non migliorano quando diventa direttore dello Spectator , dove lo ricordano per le assenze, le riunioni mancate e il lavoro lasciato fino all'ultimo momento.

 

Altrettanto sbadato mostra di essere nella vita privata: (perde l'anello di nozze un'ora dopo la cerimonia, neanche fossimo a «Quattro matrimoni e un funerale»). Intreccia una relazione con la columnist dello Spectator Petronella Wyatt, affare che gli costa la poltrona di ministro ombra conservatore della Cultura.

 

Un disordine nella vita privata che lo vede accumulare amanti e figli illegittimi, fino alla separazione dalla sua seconda moglie a causa della relazione con la giovane Carrie Symonds, che diventa poi la sua terza consorte.

 

Johnson alla carriera giornalistica aveva presto affiancato quella politica, culminata nel 2008 nell'elezione a sindaco di Londra (con successiva riconferma nel 2012).

stefan rousseau il sindaco di londra boris johnson si unisce a una partita di rugby per strada a tokyo

Anche in questo ruolo si fa subito riconoscere: quando va a Pechino a raccogliere la bandiera olimpica, fa infuriare i cinesi perché si presenta con la giacca sbottonata.

 

Eppure i londinesi lo apprezzano, anche perché da sindaco della capitale si sposta su posizioni più liberali, in sintonia con lo spirito della metropoli. E soprattutto cura maniacalmente la propria immagine, fino a scompigliarsi i capelli apposta prima di apparire in pubblico. «Un buffone, snob, sociopatico, egocentrico e mentitore seriale», lo ha definito la rispettata commentatrice del Guardian Polly Toynbee.

 

Quando il premier David Cameron indice nel 2016 il referendum sulla Brexit, Boris si lancia nella sua scommessa più rischiosa, l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa.

MEME SULLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON

Forse più per opportunismo che per convinzione: tanto che aveva scritto due editoriali per il Telegraph , uno a favore e uno contro la Brexit.

 

Ma poi capisce che se cavalca l'euroscetticismo può arrivare fino a Downing Street: ed è una scommessa vinta. Tramontato lo sfortunato interregno di Theresa May, si installa come primo ministro nell'estate di tre anni fa. Con un solo punto nel programma: «Get Brexit done», portare a termine la Brexit. E ci riesce, grazie a una vittoria elettorale che come dimensioni trova precedenti solo in Margaret Thatcher.

BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

 

Molti lo hanno paragonato a Trump. Ma non è così: Boris è sempre stato un internazionalista liberale, che ha visto la Brexit non come un riflesso di chiusura ma come la rinascita della Global Britain, aperta al mondo. Ed è per questo innato spirito libertario che, di fronte alla pandemia, ha resistito fino all'ultimo prima di imporre misure restrittive.

Salvo poi riuscire ad attuare il più rapido programma di vaccinazione in Europa.

 

Alla fine è stato perso non dalle sue scelte politiche, ma dal suo carattere (o mancanza di). Boris ha perso la poltrona per la sua personalità tarata, quella maschera clownesca che si è costruito fin da ragazzo e che si esprime in un tratto disordinato e amorale. 

 

boris johnson toyota previa

Qualche anno fa i giornali inglesi avevano pubblicato una foto dell'interno della sua macchina che diceva tutto: cartacce, bottigliette vuote, avanzi di cibo, spazzatura di ogni tipo. E si erano chiesti: può un pasticcione simile guidare il Paese? La risposta c'era già, ma non volevano ammetterlo.

 

Un traditore seriale, dunque, un mentitore incallito, che è andato avanti a far carriera ostentando un rapporto più che elastico con la verità.

 

E dunque gli deve essere sembrata una bazzecola fare festa a Downing Street mentre il resto della Gran Bretagna era agli arresti domiciliari durante il lockdown o negare l'evidenza di fronte agli scandali nel suo partito. Sul suo epitaffio politico si potrà scrivere che era un cialtrone di genio: la cui genialità è stata sopraffatta dalla sua irrimediabile cialtronaggine.

 

 

Articoli correlati

COME HA REAGITO LA MAY ALLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON? BALLANDO E SCATENANDOSI...

SASSOON: BORIS JOHNSON? IL SUO PERIODO DA PREMIER SI E RIVELATO UN DISASTRO DOPO L'ALTRO

SE BORIS JOHNSON NON AVESSE DATO CARTA BIANCA ALLA PROPRIA INTELLIGENCE, ZELENSKY NON...

FLASH! - BORIS JOHNSON HA ANNUNCIATO LE SUE DIMISSIONI DAL GOVERNO! IL VIDEO

BORIS JOHNSON HA AVVERTITO ANCHE LA REGINA ELISABETTA: SI DIMETTERA OGGI! - PER ORA LASCERA SOLO DA

SIMON KUPER DEL FINANCIAL TIMES: BORIS JOHNSON E' UN OPPORTUNISTA CHE NON CREDE IN NULLA

A MOSCA HANNO STAPPATO LA VODKA BUONA - LE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON SONO UNA SPLENDIDA NOTIZIA

BORIS JOHNSON SI E DIMESSO CONTRO VOGLIA, MA VUOLE RIMANERE A DOWNING STREET FINCHE...

LONDRA NEL CAOS: CHE SUCCEDE DOPO LE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON? -NON CI SARANNO NUOVE ELEZIONI MA.

 

 

 

l'interno della toyota previa di boris johnson 1l'interno della toyota previa di boris johnsonboris johnson a lezione di autodifesaboris johnson auto isolamentola toyota previa di boris johnsonl'interno della toyota previa di boris johnson 3dimissioni di boris johnson prima pagina the indipendent l'interno della toyota previa di boris johnson 2l auto di boris johnson tamponatadimissioni di boris johnson prima pagina the spectator michael gove MEME SULLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON MEME SULLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON 1dimissioni boris johnson MEME SULLE DIMISSIONI DI BORIS JOHNSON 2dimissioni boris johnson 2carrie johnson alle dimissioni dimissioni di boris johnson prima pagina the times dimissioni di boris johnson prima pagina daily mirror dimissioni di boris johnson prima pagina the new stateman

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?