matteo salvini luigi di maio by lughino

CHI ROMPE, PAGA (UNA FINANZIARIA DA 40 MILIARDI) - LA BASE E MOLTI PARLAMENTARI DI LEGA E M5S SPINGONO I LEADER A SFANCULARSI, MA LORO FRENANO: SALVINI NON VUOLE CARICARSI DA SOLO LA MANOVRA CON AUMENTO IVA, MENTRE DI MAIO E I SUOI NON SONO PRONTI A MOLLARE (PER SEMPRE) LE POLTRONE - TRA I GRILLINI C'È CHI ANNUSA IL TRAPPOLONE DI SILVIO: ''SE MOLLIAMO, PARTE LA TAV E ADDIO REDDITO DI CITTADINANZA''

 

1. E I VICEPREMIER ALLONTANANO LA CRISI PER L' INCUBO MANOVRA DI FINE ANNO

Marco Conti per ''Il Messaggero''

 

Una volte veniva chiamava fattore K (kommunizm) il mancato ricambio tra le forze governative che per cinquant' anni ha caratterizzato la storia repubblicana. Ora i tempi della politica sono molto più veloci, ma il sistema appare ugualmente bloccato. Stavolta potremmo chiamarlo il fattore P (populismi) quello che permette a Lega e M5S di contendersi da mesi pezzi di elettorato galvanizzando le rispettive tifoserie a suon di reciproci attacchi. Fuori del recinto c' è un' opposizione pressochè ininfluente, di fatto tagliata fuori per una sorta di conventio ad excludendum rigidamente imposta attraverso il contratto.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATI

 

LE ILLUSIONI

 I due partiti di governo da giorni si mettono l' un l' altro sotto pressione per vicende giudiziarie - la Lega per il caso-Siri e il M5S per Raggi-Ama - ma l' equilibrio è fragile solo all' apparenza, ed infatti il meccanismo va avanti ormai da mesi contando sulla inesistenza di alternative, dentro e fuori il Parlamento, e su una bolla mediatica che continua a produrre illusioni.

 

Ma c' è un fattore esterno che però può far saltare il gioco di wrestling M5S-Lega. Qualche indizio non da poco è emerso ogni volta che, per questioni non rinviabili, è arrivato il turno del ministro dell' Economia Giovanni Tria. Lo si è visto di recente in occasione della presentazione del Def e ancora prima nel lungo braccio di ferro che ha opposto l' Italia alla Commissione europea in occasione della legge di Bilancio.

 

 I due vicepremier Di Maio e Salvini sinora hanno fatto a gara nel silenziare il Ministro e gli argomenti di sua competenza, ma tutti e due sono consapevoli che la realtà dei numeri è destinata ad imporsi e quindi - come in un videogioco - fanno a gara nel guadagnare vite in attesa che sullo schermo esca il mostro. Dopo giornate di scontri ieri sia Salvini che Di Maio hanno messo il silenziatore alle polemiche ed è molto probabile che martedì lasceranno al presidente del Consiglio il compito di rabberciare gli strappi con il salva-Roma che resta nel decreto e Siri che resta al suo posto.

 

 Arrivare alle elezioni europee di fine maggio con il governo in carica non dovrebbe essere complicato.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 2

I problemi verranno però subito dopo perché la fine della sbornia da campagna elettorale rischia di coincidere con la ripresa di attenzione da parte di Bruxelles, e quindi dei mercati, per i nostri conti pubblici.

 

Ciò che impedisce a M5S e Lega di affondare il colpo sta proprio nelle troppe incognite che genera una scelta di rottura e costringerebbe M5S e Lega a valutare alleanze che spingerebbero i due ad uscire da un' agenda politica che sinora li ha visti vincenti e che invece li spingerebbe uno al governo e l' altro all' opposizione. Ma se i grillini puntano a far durare il governo e la legislatura, nella convinzione che anche dopo la complicatissima manovra da 40 miliardi di fine anno ci sia tempo per recuperare nei sondaggi, nella Lega si agitano diverse scuole di pensiero su cosa fare dopo il 26 maggio.

 

Malgrado molti sostengano che anche il Quirinale non si opporrebbe ad elezioni in autunno, Salvini continua a muoversi con estrema cautela senza farsi scuotere troppo dal pressing del sottosegretario Giorgetti e dei governatori Fontana e Zaia. Far saltare l' attuale governo con la delicata situazione dei conti pubblici, senza avere opzioni alternative, potrebbe risultare rischioso.

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 6

 

Tanto più andare al governo e lasciare i grillini all' opposizione. Di fatto ciò che frena Salvini dall' affondare il colpo sta nel timore di ritrovarsi, dopo il governo Conte, nello stessa situazione del Pd del 2011 e alla fine più o meno costretto dagli eventi a comporre un governo di centrodestra con spezzoni del M5S. Salvini nega ipotesi di crisi e di un suo ritorno nel centrodestra. Sostiene di avere ancora molto da fare con l' attuale governo, ma ieri twittava le percentuali, oltre il 35%, che gli assegnano i sondaggi e che però dopo le Europee, senza una strategia, potrebbero trasformarsi in un boomerang.

 

 

2. «ROMPIAMO». «POI CHE SI FA?» I TORMENTI DELLA BASE 5 STELLE

Claudio Bozza per il ''Corriere della Sera''

 

Strappare o tentare di ricucire con gli alleati «a contratto» della Lega? È il dilemma che attanaglia non solo il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. In queste ore, con lo scontro al calor bianco nel governo gialloverde, il dibattito su quale sia la strada più giusta da imboccare ha acceso la base grillina, con centinaia di botta e risposta sul Blog delle Stelle, la piazza virtuale (ma più reale che c' è) per misurare l' umore dei sostenitori.

 

siri salvini

Le reazioni sono tormentate, ma abbastanza equilibrate tra chi dice di mollare il «nemico» Salvini e chi, invece, sfodera la realpolitik : «Ma poi il governo con chi lo facciamo? Come continueremo a realizzare quanto promesso nel contratto di governo?».

 

Tutte reazioni che fanno seguito a una lunga riflessione pubblicata sui social network in cui Di Maio, attaccando frontalmente la Lega ha evocato anche le ipotesi di «contatti in corso» tra gli alleati pro tempore «e Berlusconi per fare un altro esecutivo».

 

Lo scontro sul caso Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione, è un bivio decisivo. «E poi? Fatto cadere Conte cosa si fa?», avverte Ciro sul Blog. Mentre Giovanna riavvolge il rullino e dice: «C' è chi fa già il conto alla rovescia per brindare alla caduta del governo. Chissà perché mi fa tornare alla mente la famosa "spallata" di Berlusconi al governo Prodi. Attenzione a non cadere nella trappola. È fondamentale in questo momento delicato far prevalere la ragione portando la vicenda Siri sul piano politico».

CHIARA APPENDINO LUIGI DI MAIO NO TAV

 

Di Maio, per tentare di mettere alle strette la Lega contro Forza Italia, rilancia anche una legge sul conflitto d' interessi. E proprio questo punto, scorrendo i commenti sul Blog pentastellato, trova più di un apprezzamento, come suggerisce Giuseppe: «Continuiamo sulla strada della moralità. Per il problema comunicazione, si abbrevierebbe tutto se si potesse fare il conflitto di interessi...Prossimo obiettivo». Ma ci sono anche i duri e puri, che tuonano: «Io ve lo ripeto: il punto fondamentale è la Tav.

 

Dobbiamo fare cadere il governo prima della prossima scadenza autorizzativa, o finiremo costretti ad approvarla». Sulla stessa linea c' è Fabio Tanev: «Ci siamo alleati con il peggior partito esistente. Di cui tra l' altro si sapeva già dal primo giorno che aveva contatti ravvicinatissimi con Berlusconi e nel frattempo Forza Italia ha trasferito dentro la Lega i suoi vecchi cavalli politici».

 

danilo toninelli armando siri

Infine, in una delle discussioni più animate, davanti all' evidenza dei sondaggi che danno la Lega in continua ascesa, più di un commento calca la realpolitik : «Rompere con la Lega? E poi da soli che facciamo, ci raccontiamo le barzellette? Oppure ci alleiamo con il Pd? - afferma Germano Porrati -. Non sia mai! Piuttosto me ne vado con la Lega o mi astengo dal voto». Mentre nella testa di Di Maio, forse, il dilemma rimane ancora senza risposta.

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)