berlusconi salvini

CINQUE MOTIVI PER CUI BERLUSCONI NON VUOLE FARSI INGHIOTTIRE DA SALVINI (PIU' UNO) – IL BANANA AI VERTICI DI FORZA ITALIA HA SNOCCIOLATO LE RAGIONI PER TENERE LE DISTANZE DAL TRUCE. DALLE POLTRONE DA ASSEGNARE PER LE REGIONALI ALLA TUTELA DI MEDIASET. MA NON SOLO IN ITALIA: ORA E' IL PRIMO AZIONISTA DI PROSIEBENSAT, TV TEDESCA, E HA CREATO UNA MULTINAZIONALE EUROPEA CON BASE IN OLANDA. POTREBBE MAI MANDARE A QUEL PAESE MERKEL E RUTTE? 

 

 

SALVINI BERLUSCONI OSHO

 “VOTEREMO A FAVORE DEL MES” - BERLUSCONI SPACCA IL CENTRODESTRA: “DOBBIAMO PORTARE A CASA 37 MILIARDI PER COSTRUIRE OSPEDALI, RINNOVARE QUELLI ESISTENTI, ASSUMERE NUOVI MEDICI E INFERMIERI. TUTTO QUESTO CON UN PRESTITO A COSTO ZERO. DIRE DI NO MI SEMBRA INCONCEPIBILE, IN UN MOMENTO NEL QUALE ABBIAMO UN DISPERANO BISOGNO DI LIQUIDITÀ. SALVINI NON VUOLE CALDORO CANDIDATO IN CAMPANIA E FITTO IN PUGLIA? SONO I MIGLIORI CANDIDATI POSSIBILI…”

berlusconi salvini

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/ldquo-voteremo-favore-mes-rdquo-berlusconi-spacca-centrodestra-238726.htm

 

CINQUE GRADI DI SEPARAZIONE TRA BERLUSCONI E SALVINI

Ugo Magri per www.huffingtonpost.it

 

gianni letta e berlusconi

Silvio Berlusconi è convinto di avere cinque inconfutabili ragioni per non farsi “mangiare sulla testa”, come dice lui, da Matteo Salvini. Le ha snocciolate venerdì in collegamento Zoom dalla villa della figlia Marina che, temendo l’allegro andirivieni di Arcore, tre mesi fa se l’era portato a Chateauneuf-de-Grasse, mezz’ora da Nizza. In esilio il Cav non se la passa male. Ha messo un po’ di distanza tra la sua persona e l’esercito dei rompiscatole. Tra l’altro con Zoom può silenziare chi vuole e, se la riunione politica lo addormenta, può perfino far cadere la linea. L’altro giorno era collegata con lui la créme di Forza Italia: Antonio Tajani, Anna Maria Bernini, Mariastella Gelmini, Iole Santelli, Licia Ronzulli e, taciturni ma attenti, l’Avvocato e l’Ambasciatore (rispettivamente Niccolò Ghedini e Gianni Letta). L’elencazione dei presenti è necessaria, perché la metà di loro ha riservatamente raccontato quanto segue.

 

matteo salvini flash mob del 2 giugno 6

Il primo attrito con Salvini non è alto e nemmeno nobile. Si tratta di poltrone, anzi di una in particolare: quella del candidato presidente della Campania. Silvio rivendica al suo partito la guida della Regione e la vuole per Stefano Caldoro. Subdolamente Matteo non gli contesta il diritto, per carità, però boccia la scelta di Caldoro; esattamente come per la Puglia non si oppone affatto a un uomo della Meloni, ma ha dei dubbi proprio su quello indicato da Giorgia (l’ex ministro Raffaele Fitto).

CALDORO SULLA NEVE

 

Insomma, il Capitano rivendica lo “ius primae noctis” sulle candidature e i suoi vassalli lo vivono come un sopruso. Oltretutto Berlusconi si è rammentato che pure in Piemonte Salvini disdegnava Cirio, che però è stato eletto; anche in Calabria storceva il naso sulla Santelli, e lei guarda caso ha stravinto; perfino in Basilicata puntava i piedi contro Bardi, eppure contro ogni pronostico Bardi ce l’aveva fatta. “Se gli avessi dato retta, avrei perso tre volte di fila”, tira le somme l’ex premier. Su Caldoro, perciò, “Salvini si levi dalla testa che io faccia un passo indietro”. A costo di rompere l’alleanza e di correre alle Regionali in splendida solitudine: “Io perderei, d’accordo, ma la Lega non andrebbe da nessuna parte”.

raffaele fitto ursula von der leyen

 

berlusconi renzi

Secondo motivo di tensione: le battutacce dopo l’apertura di credito al Governo. Salvini lo paragona a Renzi, e questa Berlusconi non la manda giù. “Come osa insegnarmi la coerenza, lui che ha fatto un Governo con i 5 stelle?”. Da quale pulpito, insomma. “Ricordategli da dove viene”, è stata la disposizione del vecchio patriarca. E subito è iniziato il cannoneggiamento mediatico contro il giovanotto presuntuoso.

berlusconi santelli

 

Terzo casus belli: l’eterno conflitto d’interessi berlusconiano che impedisce a Forza Italia di spingere a fondo l’opposizione, al fianco della Lega. Vince sempre il timore che possa andarci di mezzo Mediaset. Era così ai tempi di Romano Prodi, figurarsi adesso con i grillini al potere. In più ci si è messo il Covid, azzerando la pubblicità. Berlusconi gradirebbe che il Governo desse una mano, penalizzando la Rai. Ecco perché Confalonieri e Letta intonano serenate sotto Palazzo Chigi, fanno aumentare il minutaggio grillino e placcano tutti quanti, dentro il Biscione, vorrebbero trasformarlo in megafono del sovranismo leghista. Il partito-azienda è, per principio, filo-governativo.

 

SALVINI BERLUSCONI

putin berlusconi bush pratica di mare

Oltretutto (ed è il quarto motivo di tensione con Salvini) Berlusconi incarna vizi e virtù di un “cumenda” brianzolo. Ha un gusto ispirato all’Italia “perbene” degli anni Sessanta, quel senso estetico tutto impettito che al G7 di Genova gli fece vietare le mutande stese. Perfino le sue feste con le olgettine erano (per definizione) eleganti. Figurarsi se un simile personaggio può concludere la sua carriera agli ordini di Salvini, confuso in una folla rumorosa e  sguaiata di “descamisados”. A costo di scendere dal 7 per cento che gli accreditano i sondaggi, Berlusconi preferisce salire sul piedistallo dello statista, già in posa per il futuro busto al Pincio.

 

fedele confalonieri marina berlusconi

Infine, quinto punto, la legge elettorale: dal Pd hanno avvertito di tenersi pronti, che stavolta si fa sul serio. Torneremo al proporzionale e, a quel punto, fine delle attuali alleanze, liberi tutti. Gli estremisti finiranno in castigo dietro la lavagna e i partiti moderati saranno il perno delle maggioranze future. Il Cav è lusingato dalle attenzioni del Pd, invita i suoi a coltivare rapporti con i dem e continuamente si informa su cosa dicono di lui Zingaretti, Orlando, Franceschini. Anche Berlusconi, come diceva Totò, si butterà a sinistra? Lui alza le spalle e assicura: “In fondo di sinistra io sono sempre stato”.

 

 

3 - MEDIASET ESCLUDE OPA PROSIEBEN, PREPARA ASSEMBLEA 

Alfonso Neri per l'ANSA

 

Mediaset lo dice di nuovo, anche se non ce ne sarebbe bisogno: "al momento" non progetta di prendersi tutta ProsiebenSat.1, il gruppo media tedesco del quale è già ampiamente il primo azionista. E quel "per ora" serve più che altro a fare pressione perché la public company bavarese accetti di confluire in Mfe, l'holding internazionale che il Biscione sta costruendo in Olanda.

 

marco giordani

La conferma delle strategie Mediaset vengono da un'intervista a Spiegel di Marco Giordani, il direttore finanziario del gruppo fondato di Silvio Berlusconi, l'uomo che ha architettato la scalata alla società tedesca, della quale il Biscione detiene il 24,9% dei diritti di voto. Non ha quindi alcun bisogno di salire ancora - con costi altissimi - per avere un controllo di fatto del gruppo e finora non ha voluto entrare direttamente nelle scelte di Prosieben. Solo che mercoledì c'è l'assemblea della società bavarese e qualche segnale va dato. Il primo è che Mediaset vorrebbe venissero abbandonate alcune avventure non televisive e che il management si concentrasse sul 'core business'. Il secondo è che serve un nuovo piano industriale e questo Giordani nell'intervista alla testata tedesca lo dice chiaramente.

 

Niente di troppo difficile, anche perché questa assemblea non dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione e ora a capo di Prosieben c'è l'ex direttore finanziario Rainer Beaujean, che ha sostituito l'amministratore delegato Max Conze e appare molto più incline a seguire le indicazioni del Biscione. Intanto Mediaset comincia a preparare anche la sua assemblea, in programma a fine mese, e sono state presentate le liste per il collegio sindacale. La controllante Fininvest, con il 44,1% del capitale sociale, propone Riccardo Perotta, Flavia Daunia Minutillo e Francesco Vittadini, mentre Vivendi con il suo 9,6% 'diretto' sostiene Giovanni Fiori.

prosiebensat1 2mediaset prosiebensat

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...