barack obama greta thunberg vanessa nakate

COME DAGO-ANTICIPATO, OBAMA È RICICCIATO ALLA COP26 PER TENTARE DI RIVITALIZZARE L’ELETTORATO DEM IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM - BIDEN LO VORREBBE AL POSTO DEL COMPASSATO JOHN KERRY COME INVIATO SPECIALE PER LA TRATTATIVA SUL CLIMA. MA  ANCHE IL SUPER-COOL BARACK NON TIRA PIÙ COME UNA VOLTA. L’ECO-ATTIVISTA VANESSA NAKATE: “QUANDO AVEVO 13 ANNI, NEL 2009, HA PROMESSO 100 MILIARDI PER FINANZIARE LA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO. GLI STATI UNITI NON HANNO MANTENUTO QUELLA PROMESSA E QUESTO COSTERÀ DELLE VITE IN AFRICA…”

 

 

BARACK OBAMA ALLA COP26 DI GLASGOW

1 - COME MAI BARACK OBAMA È RICICCIATO AL FIANCO DI BIDEN, ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL CLIMA COP26 A GLASGOW? “SLEEPY JOE” LO VUOLE AL POSTO DI JOHN KERRY, COME INVIATO SPECIALE DEL PRESIDENTE PER LA TRATTATIVA SUL CLIMA – NON SOLO: TRAMONTATA LA STELLA KAMALA HARRIS, PER IL 78ENNE BIDEN OBAMA È UNA RISORSA CHE PUÒ RIVITALIZZARE L’ELETTORATO IN VISTA DEL VOTO DI MID-TERM - DAGOSPIA DEL 2 NOVEMBRE

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/flash-come-mai-barack-obama-ricicciato-fianco-biden-288045.htm

barack obama alla cop26 di glasgow 9

 

2 - E BARACK RIMASE L'ULTIMO LEADER

Alberto Simoni per "La Stampa"

 

Quando nel settembre 2007, da giovane senatore dell'Illinois, Barack Obama aveva calcato il prato dell'Harkin Steak Fry in Iowa, una gustosissima festa a base di costate e patatine offerta dal senatore dello Stato, Tom Harkin, a tutti i candidati alla nomination democratica, una moltitudine di giovani lo circondava e gli camminava accanto, come se quel lungagnone smilzo dal sorriso contagioso fosse un moderno messia.

 

Era il suo popolo di ventenni, erano i suoi fedelissimi, smartphone in mano, t-shirt bianche con il logo della sua campagna che stava per decollare e che avrebbe cambiato la storia d'America a colpi di donazioni on line da 2 dollari.

obama biden

 

Catalizzatore di speranze, lo slogan gentile e sfacciato allo stesso tempo del "Yes we can", l'America può farcela, risorgere. E sperare, che è il fondamento dell'azione. Barack Obama è sempre stato leader: nei gesti, nelle movenze, nelle parole. Ieri a Glasgow nello Scottish Event Center, i delegati della Cop26 hanno visto un leader - probabilmente il primo a calcare il palco della Conferenza che si è aperta 9 giorni orsono - tenere un discorso di rara intensità.

 

Che è una sveglia per i Grandi impelagati con i tecnici ed esperti a tratteggiare il documento finale della Cop26 e a mescolare ambizioni - al ribasso - e necessità. Ed è uno sprono per i milioni di giovani che lottano e battagliano per salvare il Pianeta.

 

BARACK OBAMA ALLA COP26 DI GLASGOW

La forza di Obama è quella di alternare sogni a realtà, speranza a concretezza. Di schiaffare in faccia al mondo che "non siamo neanche lontanamente dove dovremmo essere", ma anche di tradurre l'originale "Yes we can" in un "mettiamoci tutti al lavoro".

 

Era così anche da presidente, Mr Obama, risultando talvolta ambiguo, ma è in questo approccio spurio, né troppo idealista né ottusamente inchiodato alla realtà, che si manifesta tutta la sua leadership. Che oggi, privato e illustrissimo cittadino, esercita con la potenza del linguaggio e la consapevolezza che lui, decisore in capo, lo è stato. Xi Jinping fugge ai suoi obblighi nei confronti del Pianeta incatenandosi alla scusa del Covid mentre in realtà celebra il Plenum comunista per garantirsi altri anni al potere.

CAMBIAMENTO CLIMATICO

 

 Vladimir Putin resta a casa temendo di finire fuori dalle foto di famiglia dei leader perché troppo scomodo. E Obama li critica per questo. Come affonda i denti contro il negazionista Trump, i cui gesti hanno alimentato non poco lo scetticismo anti-scientifico. Biden da Washington esulta per il sì della Camera al suo piano infrastrutturale a tinte verdi, ma è costretto a chiedere al suo ex boss di volare nella fredda Scozia a mostrare il volto rassicurante della grandezza dell'America. Per salvare il Pianeta servono leader. Almeno uno è comparso a Glasgow.

Greta Thunberg Vanessa Nakate - Cop26

 

3 - CLIMA, IL RITORNO DI OBAMA «IL DISASTRO È INCOMBENTE» MA GLI ATTIVISTI: HAI TRADITO

Flavio Pompetti per "il Messaggero"

 

«Fatevi avanti ora, subito!» «Non siamo nemmeno vicini a dove dovremmo essere a questo punto, e molti stati hanno fallito nel mostrare l'ambizione di cui dovrebbero essere capaci». Barack Obama è tornato ieri in primo piano sulla scena internazionale, con un intervento accorato alla platea della Cop26 di Glasgow sul tema della cooperazione internazionale, ancora insufficiente di fronte alla minaccia che incombe sul mondo. I capelli sono quasi interamente bianchi, il colletto della camicia è slacciato e senza cravatta. «Sono tornato ad essere un cittadino privato concede non viaggio più in forma ufficiale, e la musica non mi accompagna verso il palco».

barack obama joe biden a flint michigan ottobre 2020

 

 La sua presenza alla conferenza è comunque di rilievo, e tra i banchi delle delegazioni internazionali circola persino la voce che Biden possa volerlo sostituire a John Kerry nella task force governativa per il controllo del clima. È stato lui a portare al tavolo della trattativa a Parigi sette anni fa la Cina, oggi grande assente al convegno. Ed è lui a stigmatizzare dal podio il rifiuto di Xi Jimping e di Putin di presentarsi in Scozia.

 

Barack obama alla cop26 di glasgow 8

«Devo confessare che mi sento scoraggiato al pensiero che due tra i maggiori paesi che emettono gas serra, Cina e Russia, non sono qui a discuterne, e che i rispettivi governi sembrano mostrare una pericolosa mancanza di allarme riguardo al clima». La responsabilità deve essere condivisa da tutti, ricorda Obama: «Europa e Stati Uniti devono esercitare la loro leadership, ma abbiamo anche bisogno di una leadership russa. L'impegno di Indonesia, Sud Africa e Brasile è irrinunciabile».

 

Martina Comparelli Vanessa Nakate Greta Thunberg Mario Draghi

I GIOVANI

L'ex presidente fa ammenda per la parentesi di impegno che c'è stata anche da parte degli Stati Uniti durante i quattro anni dell'amministrazione Trump. Esorta i giovani a scavalcare gli anziani nell'azione se questi ultimi non rispondono con tempismo e determinazione alle loro richieste: «Capisco la vostra frustrazione.

 

Siete stati bombardati fin da piccoli dagli allarmi per il cataclisma che si stava per abbattere, e avete visto i grandi evitare di occuparsene».

joe biden barack obama durante la campagna elettorale nel 2008

 

Ma intanto dalla platea sono assenti i principali rappresentanti dei giovani: Greta e Vanessa, le quali hanno decretato che la conferenza è un atto di tradimento della causa ambientalista, e poi hanno abbandonato Glasgow per tornare nei rispettivi paesi. Obama si è detto fiducioso che l'amministrazione Biden riuscirà a far passare in congresso la legge che finanzia con 555 miliardi di dollari la lotta contro le emissioni di gas serra.

 

La sua promessa è però condizionata da un dibattito parlamentare che resta arroventato a Washington, e dall'opposizione ferma di gran parte dei rappresentanti repubblicani che cercheranno di ostacolare l'approvazione. E in tema di promesse c'è chi, come il gruppo di attivisti Avaaz, ricorda quella fatta nel 2009 al summit sul clima di Copenaghen.

greta thunberg vanessa nakate

 

In quella occasione i leader delle nazioni più ricche, tra i quali gli Usa, si accordarono per concedere ai paesi in via di sviluppo entro il 2020 una linea di finanziamento stabile di 100 miliardi l'anno per mettersi al passo e limitare le proprie emissioni. Vanessa Nakate ha scritto in un tweet: «Signor Barack Obama, quando avevo 13 anni, nel 2009, ha promesso 100 miliardi per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti non hanno mantenuto quella promessa e questo costerà delle vite in Africa».

 

Quei contributi restano ancora oggi in gran parte non versati, e l'assemblea di Glasgow ha dovuto rinviare la promessa al 2023. Il summit di Glasgow si avvia alla conclusione, e ancora una volta le polemiche sono alla porta. Nel documento conclusivo si parla soprattutto di cooperazione internazionale, ma mancherebbe al momento ogni riferimento letterale ai combustibili fossili.

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)