CONVERSIONI CON LE PAILLETTES – LA SVOLTA KITSCH PRO GAY DI B. È SOLO UN MODO PER TORNARE SULLA SCENA DOPO ESSERE STATO SCAVALCATO DA RENZI CON LE UNIONI CIVILI, E SFIDARE NIENTEMENO CHE IL PAPA

Berlusconi “è stato l’iniziatore di un modo nuovo di politicizzare il corpo. L’ha fatto sempre dalla parte del più forte, difendendo chi non andava difeso e deridendo donne brutte e uomini non eterosessuali, in un delirio narcisistico che lo faceva apparire bello alle donne e forte agli uomini”...

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Daniela Ranieri per il “Fatto quotidiano”

 

vladimir luxuria selfie berlusconi pascale vladimir luxuria selfie berlusconi pascale

Ogni forzista recita un ruolo: c’è l’entusiasta, lo scettico, il possibilista, il contrario. Gasparri ne vorrebbe prima parlare, e già s’immagina il livello del sinodo, con B. che spiega che i gay sono persone normali e Gasparri che prende appunti e fa disegnini sconci sul bloc-notes.

 

La Santanché apre: “meglio Luxuria che Alfano”, e Luxuria non si offende, forse ricordando quando la Mussolini in tv le lanciò contro a lettere romane “meglio fascista che frocio”. La Ravetto esulta: finalmente!, come se si fosse mai battuta per i diritti civili o avesse mai aperto bocca di fronte alle palesi violazioni non del politicamente corretto, per quel che vale, ma della soglia minima di decenza in cui il suo capo è maestro assoluto.

 

Noi dovremmo gioire, ora, perché un inemendabile donnaiolo da B-movie finge di aver capito che gay e lesbiche non sono macchiette del suo teatrino da usare per dare di sé la ben nota immagine che ha fatto la sua fortuna?

 

vladimir luxuria selfie berlusconi pascale twitter vladimir luxuria selfie berlusconi pascale twitter

La recita del dibattito interno svela l’impostura: grazie alla scaltra Pascale, B. deve essersi convinto che l’unica speranza di tornare sulla scena non può che giocarsi su un rovesciamento della sua figura incallita e ormai in declino, e l’ultimo guizzo della sua mitomania sfidare sul piano dello Zeitgeist nientemeno che Papa Francesco.

 

Così si spiega la difesa dei gay, difesa da quelli come lui, peraltro. Non fa conto ricordare qui tutti gli episodi, i frizzi, le barzellette indecenti di cui B. prima della cura si è reso protagonista nel corso di 20 anni di strafottenza machista. Un commento misogino, una toccatina all’orecchio a un summit internazionale, ed era subito Il vizietto, La patata bollente, la rottura di tutti i codici del galateo istituzionale e di quell’argine di decoro che imporrebbe a un capo di governo di non offendere chi è oggetto di discriminazioni odiose e della patologia violenta e mortifera dell’omofobia.

 

Perché noi ci scordiamo tutto, ma B., che doveva fare la rivoluzione liberale e invece ha inventato un mondo cupamente gaio in cui lui poteva essere irresponsabile e smodato e chi non era come lui veniva deriso o marchiato come “coglione” o “cancro della democrazia”, è stato l’iniziatore di un modo nuovo di politicizzare il corpo e quelle che prima erano considerate vergogne – e quest’ultimo sarebbe pure un merito.

francesca pascale vladimir luxuria gay party 9 francesca pascale vladimir luxuria gay party 9

 

Se non che l’ha fatto sempre dalla parte del più forte, difendendo chi non andava difeso e deridendo donne brutte e uomini non eterosessuali, in un delirio narcisistico che lo faceva apparire bello alle donne e forte agli uomini.

 

La sua scorrettezza politica è sempre stata pre-culturale, un’estetica feroce e disinibita ma non radicale, non tarata sull’ineluttabile cambiamento delle società più progredite, perché pure bigotta, parrocchiale, nel suo bislacco mix di Family day e battutacce ai convegni, avances alle hostess di sala, immissione nelle istituzioni di igieniste dentali madrelingua e quoterosa, ma povere di contenuti politici come adesso di politica è vuota questa pseudo-svolta kitsch a favore dei gay.

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Per chi si difese dicendo “almeno non vado con gli uomini”, la conversione non può che essere superficie, spettacolo, un modo di mettere paillettes al nulla politico della masnada forzista. Nonché un sorpasso a sinistra di Renzi e delle sue majorettes, di cui le sue erano un prototipo manco troppo malvagio.

 

Insomma dai culi agitati in primissimo piano per stordire gli analfabeti al “culo”, metonimia triste per battutisti da crociera, vessillo di una presa di coscienza favorita dalla first-girlfriend, che accusata da quella Bonev di essere lesbica diede agio al suo principale di dire “potevi dirmelo, così mi divertivo”, sturando quell’immaginario un po’ così che vuole i maschi in deliquio di fronte ad effusioni saffiche.

 

Papa Bergoglio Papa Bergoglio

Che B. si mostri sereno in tema di sessualità dovrebbe solo farci riflettere su quanto il sesso sia scaduto nel discorso pubblico, maciullato da una politica erotizzata (il succo di ogni fascismo, come in Eros e Priapo di Gadda) e sulla sua abilità di usare gay e lesbiche come sotto elezioni usò gli animali, promettendo sgravi fiscali.

 

E dispiace infine per Vladimir Luxuria, ex deputata di Rifondazione e prima trans a entrare in Parlamento, che nei cafonali selfie coi padroni di casa e il barboncino torna, con un candore che sfiora il cinismo, sull’Isola dei famosi, forse credendo davvero di aver conseguito un punto per la civiltà, forse sfruttando a sua volta ai fini della militanza la circonvenzione dell’anziano latin lover. Fateci sognare un’altra liberazione, per carità.

 

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