di maio tabacci

DI CORSA VERSO IL CENTRO-TAVOLA – DI MAIO LAVORA AL SUO PARTITINO E SPERA DI COINVOLGERE DARIO NARDELLA E FEDERICO PIZZAROTTI - AL SENATO I FUORIUSCITI SONO 11 ED È STATO TROVATO L'ACCORDO CON BRUNO TABACCI PER L'USO DEL SIMBOLO DI CENTRO DEMOCRATICO: PER IL RUOLO DI CAPOGRUPPO SI FANNO I NOMI DI VINCENZO PRESUTTO E PRIMO DI NICOLA. MENTRE GIRANO QUELLI DI VINCENZO SPADAFORA E CARLA RUOCCO ALLA CAMERA – IN ARRIVO ANCHE L’EX MINISTRO LUCIA AZZOLINA?

Niccolò Carratelli per “la Stampa”

 

DI MAIO E PIZZAROTTI

Mentre la scissione si sta ancora consumando, il progetto politico di Luigi Di Maio prende forma e muove verso il centro. «Per ora non siamo un partito, ma un contenitore», dicono i suoi parlamentari, ribadendo quello che il ministro degli Esteri aveva già spiegato nel suo discorso d'addio al Movimento 5 stelle: «I nostri primi interlocutori saranno i sindaci, al centro metteremo le esperienze territoriali».

 

Si sogna una collaborazione con Beppe Sala, che tace. C'è chi fa il nome di Dario Nardella o di Federico Pizzarotti, uscente a Parma, che glissa: «Con Luigi non ci siamo sentiti, c'è grande movimento in tutta quell'area, ma è tutto prematuro». In realtà, i sindaci in questione sono quelli 5 stelle pronti a passare con Insieme per il futuro, come pure diversi consiglieri comunali o regionali.

 

dario nardella

A Pomigliano d'Arco, per esempio, tutto il gruppo M5s, compreso il presidente dell'assemblea, ha deciso di seguire l'illustre concittadino. Poi si guarda ai sindaci slegati dai partiti, eletti con liste civiche, esempi di buona amministrazione. E si flirta anche con quelli già schierati, come l'apprezzato sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, sostenuto da Italia Viva e ospite all'ultima Leopolda renziana. Del resto, i movimenti più frenetici avvengono in Campania, la terra di Di Maio, che ora può contare anche su un'inaspettata benevolenza da parte di Vincenzo De Luca.

 

vincenzo e piero de luca

Il presidente della Regione, in passato mai tenero con "Giggino", ieri è arrivato a definirlo un «possibile interlocutore» per un comune progetto riformista. A cucire pazientemente un rapporto politico tra i due è stato Piero De Luca, figlio del governatore e deputato del Pd, in ottimi rapporti con Di Maio.

 

Si lavora sul territorio, dunque, ma si lavora molto anche nei palazzi. Compreso quello del Parlamento europeo, dove le eurodeputate Chiara Gemma e Daniela Rondinelli hanno deciso di lasciare la componente M5s e seguire il ministro degli Esteri: in corso trattative per accasarsi in un altro gruppo politico (verdi, socialisti o Renew Europe). A Roma, invece, oggi pomeriggio ci sarà la prima assemblea dei gruppi parlamentari di Insieme per il futuro, per iniziare a discutere di ruoli e organizzazione.

 

di maio de luca

«Su 62 totali, 40 sono al primo mandato», sottolineano dallo staff del ministro, per confutare la tesi di un addio dettato da logiche di poltrona. Al Senato sono 11 ed è stato trovato l'accordo con Bruno Tabacci per l'uso del simbolo di Centro democratico: per il ruolo di capogruppo si fanno i nomi di Vincenzo Presutto e Primo Di Nicola. Mentre girano quelli di Vincenzo Spadafora e Carla Ruocco alla Camera, dove ieri mattina è toccato proprio al presidente Roberto Fico comunicare all'aula la nascita del nuovo gruppo, leggendo i nomi dei deputati del Movimento in uscita.

 

Nella lista non c'era quello dell'ex ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, che però viene data in arrivo, forse già oggi. «Ci sono ancora tanti colleghi in sofferenza nel M5s», assicura Sergio Battelli, uno dei registi della campagna acquisti dimaiana. Al momento, comunque, sono 51, compreso Antonio Lombardo, che ha lasciato Coraggio Italia. Altri potrebbero arrivare, visto che il gruppo che fa riferimento al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, è sceso sotto la quota minima di 20 componenti e si è dovuto sciogliere.

 

LUCIA AZZOLINA

Del resto, lo stesso Brugnaro ha apprezzato l'evoluzione politica di Di Maio: «La sua è stata una scelta coraggiosa, ha avuto un cambiamento importante - ha detto il sindaco di Venezia - ci accomuna il sostegno a Draghi e una propensione a respingere il "partito del no", qual è diventato il M5S». Qualcosa in più di una mano tesa, come quella di Giovanni Toti. Secondo il presidente della Liguria e leader di Italia al centro, «in base alla via che ha preso, certamente Di Maio può diventare un interlocutore del nuovo centro allargato». Qualunque cosa sia.

massimo tabacci foto di bacco

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."