antonio tajani carlo calenda giorgia meloni pier silvio marina berlusconi

DAGOREPORT - TEMENDO DI FINIRE, COME TUTTE LE VOLPI, NELLA PELLICCERIA DI ARCORE, TAJANI TENTA LA MOSSA DEL CAVALLO. I DUE EREDI BERLUSCONI VOGLIONO RIPRENDERSI I VOTI DEL NORD? ED ECCO LA NUOVA STRATEGIA DI TAJANI: NEI GIORNI SCORSI HA AVVIATO UN DIALOGO CON CARLO CALENDA CHE POTREBBE PRELUDERE A UN PASSAGGIO DI AZIONE NELLE FILA DI FORZA ITALIA - MA SU TAJANI PESA LA SUA IMPRONTA GENETICA: ‘’CHI NASCE BARBONCINO NON PUÒ MORIRE LUPO’’, AVVERTONO I TANTI AVVERSARI CHE NON SI FIDANO DELLA SUA ARIA DA COMMESSO VIAGGIATORE IN PENSIONE. LO SCRIVEMMO IN UN DAGOREPORT DEL 20 GIUGNO 2024: “LA DUCETTA HA INCONTRATO IL SUO MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMPALPABILE ANTONIO TAJANI, E GLI HA PROPOSTO UN SUPER-ACCORDO: TU MI AIUTI, GRAZIE AL TUO AMICO DEL PPE MANFRED WEBER, A OTTENERE UN COMMISSARIO “DI PESO”. IN CAMBIO, CARO ANTONIO, IO SOSTERRÒ LA TUA AMBIZIONE DI ESSERE IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA AL QUIRINALE NEL GENNAIO 2029’’   

GIORGIA MELONI - ANTONIO TAJANI - PATRIZIA SCURTI

DAGOREPORT

Settembre sarà un mese crudele per Antonio Tajani. Le elezioni europee sono andate bene per Forza Italia, gonfia le guanciotte il 70enne presidente del partito fondato da Silvio Berlusconi. Come no: ha intascato il 10%, sorpassando di un pelo una Lega rinforzata dai 500 mila voti del generale Vannacci.

MARINA E PIERSILVIO BERLUSCONI

 

Ma è altrettanto vero che Tajani, all’interno del partito, è un re travicello, una figura di raccordo più che un leader, visto che i gran parte dei voti non li porta lui.

 

Lo si è capito col voto del 9 giugno. Quel 10% appartiene infatti alla vecchia architrave meridionalista, un tempo democristiana: Martusciello ha ottenuto l’11% in Campania, Occhiuto il 18% in Calabria, Schifani il 23% in Sicilia. mentre nel Lazio (regione del ciociaro Tajani) arriva al 4% e nel nord-est al 7%.

LETIZIA MORATTI ANTONIO TAJANI

 

In attesa che il Veneto cada nelle mani di Fratelli d’Italia, la Lombardia è stato espugnata dai meloniani La Russa-Santanchè e l’operazione ripescaggio di Letizia Moratti è stata un fallimento (l’ex sindaca di Milano ha racimolato soltanto 41mila preferenze).  

 

Per raggiungere l’’obiettivo di Marina e Pier Silvio, di portare il partito di papà al 20%, trasformandolo nella “casa dei liberali e dei moderati”, sono necessarie, oltre a un ringiovanimento dei vertici del partito, nuove energie spendibili soprattutto per radicarsi al Nord. Vasto programma, direbbe De Gaulle dall’alto dei cieli.

 

antonio tajani dopo le europee

Strigliato dai due eredi del Biscione per il suo patologico stato di sottomissione al manganello della Ducetta e ai fuochi d’artificio del Capitone Matteo, ultimamente il ‘’maggiordomo’’ Tajani è stato costretto a biasimare la Meloni per il no a Ursula (“Una condanna all’irrilevanza”), eccolo poi fare la voce grossa sullo scioglimento di CasaPound, quindi smentire il presidente del Senato Ignazio La Russa sul pestaggio del  giornalista Andrea Joly della "Stampa", infine scazzare con Calderoli in consiglio dei ministri sulla autonomia differenziata (“Non è un dogma”), riforma principe della Lega senza la quale Salvini sarebbe costretto a cambiare mestiere con conseguente crisi di governo.

 

ANTONIO TAJANI CARLO NORDIO

La nuova “opposizione” di Forza Tajani al governo Ducioni continua con le critiche al Dl Carceri e al decreto Sanità sulle liste d’attesa (senza fondi resta fuffa parolaia), e sulla battaglia per le nomine Rai fa duplex con Salvini, ma non ha il coraggio di intestarsi il diniego alla proposta della Lega di aumentare la raccolta pubblicitaria Rai per abbassare il canone: “Non è nel programma“ viene accreditato dalle agenzie stampa ad anonime “fonti forziste”. Il tetto pubblicitario rappresenta invece per gli eredi del Biscione la minaccia più pesante al loro forziere.

 

ANTONIO TAJANI - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FRANK FEDERIGHI

Intanto, dall’alto del suo bottino di voti, è salito alla ribalta l’abile e vispo presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, che applaude la dichiarazione de sinistra di Lady Marina sui diritti civili violati dai Fratelli d’Italia e spara a zero contro la riforma dell’Autonomia: “Una legge di questo genere doveva essere maggiormente metabolizzata dal paese, invece è stata approvata di notte e di fretta…”.

 

Per Ciccio Tajani l’azione di Occhiuto è un malcelato tentativo di lanciare un’Opa sulla sua poltrona di presidente di Forza Italia. Tra un ostacolo e l’altro, temendo di finire, come tutte le volpi, nella pellicceria di Arcore, l’ex giornalista ciociaro alfiere della monarchia sabauda sta tentando la mossa del cavallo per salvare la faccia e la poltrona.

 

Bisogna tentare di riprendersi il Nord ed evitare la deriva meridionalista con i tre porta-voti di Forza Italia. Occhiuto-Martusciello-Schifani? "Ed ecco quindi la nuova strategia di Tajani”, scrive Antonio Fraschilla su “la Repubblica”, ‘’riprendere intanto il dialogo con i gruppuscoli moderati, non solo quello di Maurizio Lupi, che conta un squadretta di deputati, da Saverio Romano a Ilaria Cavo e Giuseppe Bicchielli, ma anche quello di Lorenzo Cesa. E iniziare ad accogliere nuovi ingressi nei gruppi azzurri. […]

 

occhiuto tajani

Continua il quotidiano di Elkann: “Il mese scorso è arrivato da Azione Giuseppe Castiglione, ex forzista d’altronde, ma altri potrebbero a breve entrare nella truppa azzurra: in Transatlantico si dà quasi per chiusa la trattativa con Enrico Costa, grande sostenitore della riforma della giustizia targata Carlo Nordio e che in Piemonte sostiene il governatore Alberto Cirio”.

 

Capita l'antifona, Tajani si domanda: alle europee il Terzo Polo è miseramente imploso e quel partitino velleitario che è Azione, pur sconfitto dalla tagliola del 4%, ha raccattato nel Nord-Ovest un interessante 3,80%? Bene, in attesa di giovani virgulti del Nord, nei giorni scorsi Tajani ha avviato un dialogo con Carlo Calenda che potrebbe preludere a un passaggio di Azione nelle fila di Forza Italia.

antonio tajani carlo calenda foto di bacco

 

Una trattativa che dovrebbe chiudersi a settembre e che vede in ballo ex forzisti che Tajani conosce bene e disistima: Mara Carfagna, Maria Stella Gelmini, Osvaldo Napoli.

 

Quello che Tajani non ha capito è che Azione, secondo tutti i sondaggisti, viene percepita dagli elettori con un partito di centro orientato a sinistra.

 

Calenda del resto è sempre stato nelle fila del Pd e come leader di Azione fece convergere il suo gruzzolo di voti a favore dell’elezione di Roberto Gualtieri a sindaco di Roma.

 

Oggi, assistiamo a una politica al contrario: se Forza Italia mira a un accordo con il centro-sinistra di Azione, anche Elly Schlein ha bisogno di fare incetta dei voti dell’Italia moderata e si accontenta anche dei piccoli numeri di Italia Viva, che è considerata dai sondaggisti e politologhi un partito di centro ma inclinato a destra.

matteo renzi elly schlein

 

Ma con il Terzo Polo fatto a pezzi il 9 giugno è giunto al capolinea non solo Calenda ma anche il teatrino di piroette e salti mortali del senatore di Riad Matteonzo Renzi.

 

Marattin e altri cento hanno finalmente capito che il Fregoli di Rignano non è più credibile, oggi non conta più nulla e hanno detto basta: sarà il congresso in calendario a settembre a decidere del futuro di Italia Viva nelle fila del Pd.

 

POST SCRIPTUM

ANTONIO TAJANI - URSULA VON DER LEYEN - MANFRED WEBER - DONALD TUSK

Su Tajani pesa poi la sua impronta genetica: ''chi nasce barboncino non può morire lupo'', avvertono i tanti avversari del presidente di Forza Italia. E non si fidano della sua aria da commesso viaggiatore in pensione.

 

Lo scrivemmo chiaramente in un Dagoreport del 20 giugno 2024:

 

“La Ducetta ha incontrato il suo ministro degli Esteri, l’impalpabile Antonio Tajani, e gli ha proposto un super-accordo: tu mi aiuti, grazie al tuo network brussellese a partire dall’amico destrorso Weber, a ottenere una delle tante vicepresidenze più un commissario “di peso”. In cambio, io sosterrò la tua ambizione di essere il candidato del centrodestra al Quirinale nel gennaio 2029’’.   

 

 

 

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...