matteo renzi

DOPO AVER STRAZIATO IL PAESE CON IL SUO EGO, RENZI DÀ IL COLPO DI GRAZIA ALLA GIUSTIZIA INTASANDO I TRIBUNALI CON LE CAUSE CIVILI A CHIUNQUE ABBIA OSATO CRITICARLO: A DAGOSPIA HA CHIESTO UN MILIONE DI EURO (BUM!) MA LUI STESSO SI VANTA CON BURIONI DI AVER PRESENTATO ALTRE 84 AZIONI CIVILI - CI SONO PELÙ, TELESE, VISSANI, D'EUSANIO, L'EX MINISTRA TRENTA, PORRO, BECCHI, SARZANINI, MURGIA, BELPIETRO, AMADORI, MIRIANO. E UNA VENTINA SOLO A TRAVAGLIO, TRA CUI UNA PERCHÉ AVEVA IN CASA UN ROTOLO DI CARTA IGIENICA CON LA SUA FACCIA - ITALIA VIVA HA BLOCCATO LA PROPOSTA DI LEGGE CONTRO LE LITI TEMERARIE. TE CREDO!

 

 

 

DAGONOTA - Matteo Renzi, come annunciato oltre un anno fa, ha presentato un'azione civile contro Dagospia, per ''campagna diffamatoria'', chiedendo un milione di euro di risarcimento. Inutile dedicare tempo a questa notizia, siamo in buona compagnia (sarebbero oltre cento le cause civili intentate nell'ultimo periodo).

matteo renzi foto di bacco (11)

 

1.LE "LITI TEMERARIE" CHE MINACCIANO LA LIBERTÀ DI STAMPA

Giovanni Valentini (ex ''Repubblica'') sul ''Fatto Quotidiano'' raccontava che Primo Di Nicola (ex ''Espresso'', ora senatore 5 Stelle) insieme ad alcuni colleghi aveva presentato un disegno di legge sulle liti temerarie, ovvero quelle cause e denunce presentate senza basi concrete ma con il solo obiettivo di usare la giustizia pubblica per ottenere vendette private. Era stato approvato dalla Commissione Giustizia del Senato e messo in calendario a gennaio per la ratifica definitiva ma, nonostante fosse stato raggiunto un accordo politico di maggioranza, dopo quasi un anno non è ancora arrivato in aula. ''A quanto pare, le resistenze di Italia Viva hanno frenato l' iter parlamentare e si sospetta che all' origine ci siano le numerose vicende giudiziarie che coinvolgono l' ex premier Matteo Renzi'', scriveva Valentini.

 

Il disegno di legge prevede una semplice aggiunta all' articolo 96 del Codice di procedura civile. Nei casi di diffamazione a mezzo stampa, "in cui risulta la malafede o la colpa grave di chi agisce in sede di giudizio civile per il risarcimento del danno", il testo stabilisce che quando la domanda viene respinta dal tribunale l' attore è condannato a pagare al convenuto una somma non inferiore a un quarto di quella richiesta (in origine, si prevedeva la metà).

matteo renzi foto di bacco (12)

 

Una sorta di deterrente, insomma, contro le liti temerarie che diventano in pratica una forma di intimidazione, di bavaglio o di censura preventiva nei confronti dei giornalisti e delle aziende editoriali: secondo i dati del ministero della Giustizia, raccolti da Ossigeno per l' informazione, nel 2015 le querele infondate sono state 5.125 (quasi il 90%) e 911 le citazioni per 45,6 milioni di euro di richieste per risarcimento danni'', aggiungeva Valentini.

 

 

 

 

 

 

2.LE MILLE (ASSURDE) CAUSE DI RENZI CONTRO CHI OSA CRITICARLO: L’ULTIMA A TPI. MA NOI ANDIAMO AVANTI

Selvaggia Lucarelli per www.tpi.it del 15 agosto 2020

 

matteo renzi foto di bacco (23)

Qualche settimana fa, è arrivata a TPI una convocazione per una mediazione civile da parte dello studio legale che assiste Matteo Renzi. L’editoriale incriminato non è mio ma di Luca Telese, per cui sono andata a cercare l’articolo che non ricordavo così terribile da scatenare un’azione civile (ricordo che le azioni civili mirano a un risarcimento dei danni subiti). L’ho riletto e non ho compreso su quali basi Matteo Renzi chieda un risarcimento, quale sia l’offesa insanabile, cosa rivendichi Matteo Renzi.

 

Secondo i suoi legali, il valore della controversia è di 100.000 euro perché Luca Telese, oltre ad aver scritto che è prigioniero di se stesso, narcisismo e cupidigia, ha affermato che Renzi percepisce denaro illecitamente. Ora, capite bene che la questione, posta così, è piuttosto grave. Io, se qualcuno scrivesse che mi intasco illecitamente del denaro, riterrei che il valore della pretesa dovesse essere di almeno 1 milione di euro. Il problema è che in nessun passaggio dell’articolo Luca Telese sostiene, scrive, neppure insinua che Renzi si intaschi del denaro in maniera illecita.

 

Il passaggio incriminato è: “Il Matteo Renzi di oggi è uno che, mentre in Italia mandava il suo esercito allo sbaraglio, se ne stava a fare foto posate sull’Himalaya per intascare un generoso gettone da conferenziere delle piste di sci”. Ora, ho riletto più volte il passaggio ma non mi è chiaro dov’è che Telese alluderebbe a ciò per cui Renzi ha avviato un’azione civile contro TPI.

matteo renzi 16

 

Matteo Renzi fa il conferenziere internazionale ben pagato da tempo (attività interrotta per il Covid), la definizione “gettone” è lecita e non è certo sinonimo di “bustarella”, non si capisce in quale passaggio si adombrerebbe che ci sia qualcosa di illecito nell’andare a sciare tra una foto e una conferenza pagata. L’articolo allude ad una questione di opportunità, al limite, ed è un tema che si è a lungo dibattuto in quei giorni, ma questa è un’altra storia. Ed è una storia che rientra nel diritto di critica, per cui forse non si scomodano i tribunali.

 

matteo renzi 7

Ora, quando qualcuno avvia una causa civile, per la controparte non c’è modo di scampare all’iter giudiziario. Non è come per le azioni penali, in cui un giudice può archiviare perché la querela è debole, fessa o pretestuosa, come spesso capita in sorte ai giornalisti, senza avviare alcun processo. Nel civile la mediazione (obbligatoria) ha un costo di soldi e di energie. Se la mediazione non va in porto (si media se si crede di aver torto o se comunque non si vuole andare in causa), si passa al processo civile. Che dura anni. Che è dispendioso. Se vinci, chi ti ha fatto causa deve pagarti le spese, è vero, ma intanto hai avuto una grana per anni.

 

Matteo Renzi questo lo sa. E da anni ha iniziato la sua personale (e legittima, per carità) battaglia nei confronti dei suoi detrattori o presunti detrattori a colpi di azioni civili che ha denominato “colpo su colpo” con tanto di hashtag roboante e comunicati trionfali quando fa causa a qualcuno. Proprio ieri è tornato sul tema. Il Pd ha annunciato di aver ritirato le cause da lui intentate contro Grillo e lui ha commentato: “Prendo atto che il Pd ritira le cause contro Beppe Grillo. Rispetto la scelta, anche se mi dispiace per i militanti: querelando Grillo – a nome del Pd – intendevo difendere l’onorabilità dei volontari, volgarmente accusati non solo sui social. Per quello che invece mi riguarda personalmente non intendo ritirare nessuna azione civile avanzata contro Beppe Grillo e contro Il Fatto Quotidiano”.

intervento di roberto d agostino foto di bacco (3)

 

Le sue cause non c’entravano nulla, ma le ha ricordate, come a dire che la scure incombe sulla testa di chi, secondo lui, lo diffama. A fine luglio, Matteo Renzi e il consigliere regionale del Lazio ex Cinque Stelle Davide Barillari avevano fatto una strana pace su Twitter. Barillari aveva chiesto scusa a Renzi per aver esagerato nei suoi confronti con un tweet, Renzi aveva scritto “Prendo atto delle scuse”. Anche questo happy end era frutto non di una telefonata di chiarimenti, ma di una transazione legale. A quanto pare, a Barillari il tweet in cui aveva criticato Renzi è costato una somma da dare in beneficenza e le scuse pubbliche. Insomma, ha preferito risparmiarsi una causa civile lunga e dispendiosa.

 

Ma Matteo Renzi ha avviato azioni civili anche nei confronti de l’Espresso per l’inchiesta sulla sua villa, contro Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera per la questione della Fondazione Open, contro Michela Murgia per aver commentato la vicenda della villa su Radio Capital e in quest’ultimo caso tenendo però stranamente fuori il gruppo Gedi. Ha querelato anche La Verità di Belpietro per rivelazione di segreto bancario.

 

PORRO TELESE

Riguardo le cause civili, lui stesso ha ammesso candidamente di non ricordare più quante ne ha fatte, ma in un post su Facebook del 2019 ne cita qualcuna: “I primi dieci atti formalmente predisposti oggi -sono contro: 1) Piero Pelù per avermi definito in diretta TV al concertone ‘boy-scout di Licio Gelli’; 2) Marco Travaglio per le immagini offensive in uno studio TV; 3) Il Fatto Quotidiano per avermi attribuito la realizzazione di leggi ‘ad cognatum’; 4) la giornalista Rai Costanza Miriano per aver sostenuto che i bambini morti in mare sono morti per colpa ‘di un porto aperto da Renzi’; 5) lo chef Vissani per avermi definito ‘peggio di Hitler’; 6) la giornalista D’Eusanio, per avermi insultato in TV; 7) il ministro Trenta e la senatrice Lupo, per le dichiarazioni sull’aereo di Stato; 8) Il Corriere di Caserta per un editoriale ancora sull’aereo di stato; 9) Panorama, sulla vicenda Paita – alluvione di Genova; 10) chi mi ha accusato di essere un ladro per la vicenda banche”.

 

MARCO TRAVAGLIO CON CARTA IGIENICA GRIFFATA RENZI

Ha poi querelato Nicola Porro e naturalmente, un numero impressionante di volte, il suo più grande nemico, il Fatto Quotidiano. Addirittura, è già iniziata la causa civile per due oggetti che Marco Travaglio aveva alle sue spalle, sulla libreria, durante un collegamento con il programma tv Tagadà: la carta igienica con la faccia di Renzi stampata sopra e una cartolina con l’immagine di Renzi, un segnale di pericolo e delle feci (il padre Tiziano ne ha vinte due col Fatto e perse 4). E di cause, al Fatto, Renzi-figlio ne avrebbe fatte 16 in 8 mesi. Nessuna giunta a sentenza.

 

Insomma, un lavoro mostruoso per gli avvocati e per i tribunali, e non solo. Un lavoro che non sappiamo ancora cosa frutterà, perché se, come nel caso del padre di Renzi, per quattro volte i giudici dicono che i giornali hanno svolto con correttezza il proprio lavoro e vieni condannato a risarcire le spese legali, vuol dire che per quattro volte hai scomodato tribunali per nulla, hai sottoposto i giornalisti a pressioni enormi e in maniera ingiusta. Il brutto vizio di Renzi, in fondo, è questo. Quello di parlare di “cause” che deve ancora vincere o che al limite ha vinto qualcun altro con il tono della vendetta.

PAOLO BECCHI

 

“Il tempo è galantuomo”, “Colpo su colpo”, “L’assegno lo incornicio” e così via, mentre siamo in attesa di sapere come comunicherà, e con che registro, le cause che eventualmente non vincerà. Ma soprattutto, quello che non sfugge, è che in questo enorme mappazzone di mediazioni, lettere, buste verdi e post su Facebook, tutto è legittimo, molto è discutibile. Discutibile la causa per un rotolo di carta igienica con la sua faccia (io tantissimi anni fa avevo quella con la faccia di Einstein e giuro che non era una presa di posizione contro la fisica), e quella forse fa parte di un pacchetto più ampio di rese dei conti contro Il Fatto, ma ancora più discutibile quella nei confronti di TPI.

 

Che va a colpire, comunque vada, una testata online che non ha finanziatori dichiarati o occulti, che a Matteo Renzi ha sempre dedicato ampio spazio con equilibrio, interviste e pareri diversi, non solo sferzanti, che se dovesse affrontare tutti i giorni cause civili come questa, in cui neppure si è scritto quel che si è accusati di aver scritto, morirebbe in breve tempo. E se morisse, a pagare sarebbero i giovani giornalisti che a TPI lavorano.

 

E proprio “giovane” è una parola molto cara a Matteo Renzi. Ha detto che voleva insegnare a fare politica ai giovani, e poi il bonus giovani, la Leopolda per i giovani, il gruppo Millennials e così via, perché scomodare la parola “giovani” quando si fa politica, è sempre utile alla propaganda. Quando invece si intraprende la strada del colpo su colpo e la politica è ormai sullo sfondo, può capitare di sparare un colpo anche su quei giovani che un tempo erano linfa e opportunità.

piero pelù

 

È con questo spirito che TPI si batterà in tribunale. Non solo per difendersi da un’accusa ingiusta e da una richiesta danni altrettanto ingiusta, ma per permettere a quei giovani che compongono la redazione di TPI di imparare una lezione importante, e cioè che, quando si sbaglia, si paga e si fa un passo indietro. Quando si fa il proprio lavoro con correttezza, non si indietreggia. Neppure se dall’altra parte c’è Matteo Renzi con il suo stuolo di avvocati e l’hashtag ringhioso #colposucolpo.

 

 

 

RENZI HA CHIESTO 100MILA EURO ANCHE A PAOLO BECCHI

Da https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-si-salva-salvini-becchi-39-39-basta-puntare-solo-vecchio-tema-244075.htm

(…) Renzi ha strappato quello che voleva e ha pagato pegno votando per mandare a processo Salvini. Spero che per questa battuta Renzi non mi chieda altri centomila euro di risarcimento del danno per aver messo in discussione la sua immagine. Ma non è di lui che mi occupo. Politicamente Renzi è un uomo finito (…)

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…