paolo savona mario draghi francesco cossiga

DRAGHI NON SI FERMA A SAVONA – IL PREMIER VUOLE LE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, SPECIE DOPO IL CASINO SULLA RETRIBUZIONE DEI DIPENDENTI – I DUE DA OLTRE 40 ANNI SI DETESTANO (POCO) CORDIALMENTE - MENTRE L’UNO ERA PRESIDENTE DELLA BCE, L’ALTRO VERGAVA ARTICOLI CONTRO L’EUROPA E STUDIAVA IL PIANO B PER USCIRE DALL’EURO - E POI C’È STATO COSSIGA, A CUI SAVONA ERA VICINISSIMO, CHE DI DRAGHI DICEVA: “È UN VILE AFFARISTA, SVENDEREBBE L’ITALIA” – VIDEO

 

1 - DAGONOTA

 

MARIO DRAGHI PAOLO SAVONA

Paolo Savona avrà anche vinto la battaglia sulla retribuzione dei dipendenti della Consob, in maniera irrituale e creando grossi malumori a Palazzo Chigi, ma è difficile che alla fine vinca la guerra con Mario Draghi.

 

Il presidente del Consiglio gradirebbe che il professore, a 84 anni suonati, se ne vada in pensione e lasci libera la poltrona dell’authority di vigilanza sulla Borsa.

 

MARIO DRAGHI GUIDO CARLI NEL 1991

I due non si sono mai presi e si detestano (poco) cordialmente da oltre 40 anni. Come ricostruito ieri da Marcello Zacché per ilgiornale.it, Draghi e Savona sono stati entrambi allievi di Guido Carli e “Ciampi Boys”, ma poi le loro strade si sono separate e i dispetti incrociati si sono moltiplicati.

 

CARLO AZEGLIO CIAMPI E MARIO DRAGHI

Poco dopo essere diventato governatore di Bankitalia, Mario Draghi soppresse l’associazione Guido Carli, di cui Savona era segretario generale.

 

E mentre l’uno presiedeva la BCE a suon di “Whatever it takes”, l’altro vergava interventi critici sulla gestione di “Dragonball” e sull’Euro, immaginando il piano B per uscire dalla moneta unica.

 

LE PAROLE DI FRANCESCO COSSIGA SU MARIO DRAGHI

Il divario dev'essere sicuramente aumentato negli anni in cui Savona faceva parte dell’inner circle di Francesco Cossiga, che di Draghi diceva: “È un vile affarista, svenderebbe l’Italia”.

 

Scriveva Pino Corrias in un ritratto per “il Fatto Quotidiano” del novembre 2018 (dopo il gran rifiuto di Mattarella di dargli il Tesoro e il “contentino” degli Affari Europei): “Savona è sgradito al presidente Sergio Mattarella, che quando vuole sa essere loquace. E specialmente a Mario Draghi, l'atermico sacerdote dell'euro, da cui lo divide una ruggine ben coltivata già nei primissimi corridoi della Banca d'Italia per temperamenti e orizzonti incompatibili. Ai bei tempi coccolato da Guido Carli, il Governatore, e poi da Francesco Cossiga, il Presidente, le due sole maiuscole della sua carriera”.

Giavazzi Draghi

 

2 - CIGNO NERO NON AVRAI IL MIO SCALPO – TRA PAOLO SAVONA E MARIO DRAGHI CI SONO VECCHIE RUGGINI: SONO DUE “CIAMPI BOYS” MA SI SONO SCONTRATI PIÙ VOLTE...

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/cigno-nero-non-avrai-mio-scalpo-ndash-primo-round-duello-264277.htm

SERGIO MATTARELLA PAOLO SAVONA GIUSEPPE CONTE

 

Estratto dell’articolo di Marcello Zacché per www.ilgiornale.it

(…)

Fonti vicine a Consob descrivono Savona tranquillo, per nulla turbato da queste voci e impegnato a compilare la relazione 2020 sull’attività della Commissione da presentare al Mef entro il 31 marzo. E fanno anche notare che la questione del contratto non è certo nuova, trascinandosi almeno dalla presidenza di Giuseppe Vegas.

 

paolo savona

Secondo fonti finanziarie e di palazzo, il punto sarebbe allora un altro, tutto politico. Il presidente Consob è nominato con decreto del Quirinale su proposta del presidente del Consiglio. Sarebbe dunque una nomina Draghi-Mattarella per un ruolo tra i più preziosi e delicati di questa fase istituzionale: dalla Consob passano tanto i dossier di mercato e bancari, come il riassetto Mps, quanto quelli di potere, come le manovre finanziarie su Generali. E Savona non è certo la personalità che garantisce sintonia con l’attuale governo.

SERGIO MATTARELLA FRANCESCO COSSIGA

 

La nomina, nel marzo 2019, deriva dalla sua partecipazione al governo sovranista gialloverde, di cui era stato ministro per gli Affari europei. Un ripiego, perché la sua destinazione originale al Mef era stata bloccata da Mattarella per le posizioni antieuro che Savona rappresentava e che gli sono poi rimaste cucite addosso.

 

sergio mattarella e mario draghi

Non certo l’ideale per l’esecutivo europeista guidato ora da Draghi, che qualcuno ha individuato, nel 2018, come il grande ispiratore di quel veto del Quirinale. Con l’ex presidente della Bce non corre buon sangue da oltre 40 anni. Entrambi allievi di Guido Carli e Ciampi boys, Savona e Draghi, da colleghi o rivali, si sono spesso scontrati su tante dispute economiche, non ultima proprio quella sulle regole e l’adozione dell’euro.

 

PAOLO SAVONA CARLO AZEGLIO CIAMPI

Resta agli atti che, nel 2005, quando Draghi diventa governatore di Bankitalia, tra le sue prime decisioni c’è la soppressione dell’Associazione Guido Carli, di cui Savona era segretario generale. Mentre il professore sardo non ha mai smesso di scrivere interventi critici sulla Bce di Draghi.

 

Gli elementi perché la sfida continui ci sono tutti. Vedremo presto come andrà a finire. E se un ruolo lo potrà assumere anche Francesco Giavazzi, il consulente economico appena chiamato da Draghi al governo. Economista, professore. Ed editorialista del Corriere della Sera.

giuseppe vegas

 

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

3 - CONSOB ALZA GLI STIPENDI AI DIPENDENTI, IN MEDIA 1.150 EURO IN PIÙ AL MESE

Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica

 

Dopo cinque anni, e uno strascico di polemiche intestine e cause di lavoro, i 650 dipendenti della Consob si allineano al contratto in uso presso la Banca d' Italia. Ne avranno benefici immediati, con un aumento medio del 9% delle retribuzioni interne, e futuri con carriere più rapide, più ispirate alla managerialità, più legate a compensi variabili basati su obiettivi di efficienza.

 

(…) L' oggetto del contendere era un' indennità una tantum retroattiva, per riconoscere i benefici ai dipendenti Consob fin dal 2016, anno in cui il nuovo contratto dei banchieri centrali aveva aperto il differenziale retributivo. Ma tale richiesta, appoggiata dai sindacati, era stata rigettata dal governo Conte nel 2020 - cui spetta per legge un parere - dopo che la Ragioneria generale aveva criticato un aggravio di costi del personale stimato fino a 25 milioni annui.

francesco cossiga 2

 

Su queste premesse in febbraio il Collegio ha deliberato un nuovo testo, più equilibrato e privo dell' una tantum sui mancati adeguamenti passati. Ma a inizio marzo il governo, stavolta di Draghi, ha inoltrato alla Consob una richiesta aggiuntiva di informazioni, per capire la sostenibilità dei nuovi costi interni su base decennale.

 

paolo savona

A quel punto, stando a ricostruzioni ufficiose, Savona avrebbe risposto personalmente agli uffici di Palazzo Chigi, negando le informazioni per il fatto che l' autorità è indipendente. Una mossa poco rituale, e soprattutto non collegiale: tanto che avrebbe infiammato gli animi di più di un commissario interno (sono cinque, presidente compreso), e indotto Savona a tornare sui propri passi, mercoledì, quando Consob ha fornito gli altri dati. (…)

mario draghi a bergamo 1Mario Draghi visita il centro vaccinale anti Covid dell'aeroporto di FiumicinoMario Draghi visita il centro vaccinale anti Covid dell'aeroporto di Fiumicino

paolo savonapaolo savonaPAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINIil ministro paolo savona al suo arrivo alla stampa esteraPAOLO SAVONA

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?