paolo savona mario draghi

CIGNO NERO NON AVRAI IL MIO SCALPO – IL PRIMO ROUND DEL DUELLO SAVONA-DRAGHI VA AL PREMIER: IL PRESIDENTE DELLA CONSOB HA PROVATO A FORZARE LA MANO SULLA RIORGANIZZAZIONE DEL CONTRATTO PER I DIPENDENTI, MA DA PALAZZO CHIGI LA REPLICA È STATA FREDDISSIMA – TRA L’ECONOMISTA CHE IMMAGINAVA IL PIANO B PER L’USCITA DALL’EURO E L’UOMO DEL “WHATEVER IT TAKES” CI SONO VECCHIE RUGGINI: SONO DUE “CIAMPI BOYS” MA SI SONO SCONTRATI PIÙ VOLTE...

MARIO DRAGHI PAOLO SAVONA

1 ­– SCAMBI DI LETTERE, DUELLI SUI CONTRATTI SAVONA PERDE LA GUERRA COL GOVERNO

Giuseppe Bottero per "la Stampa"

 

L'uomo che immaginava un «piano B» per uscire dall'Euro ha impiegato meno di un mese per andare alla guerra con quello che, invece, ha salvato la moneta unica. La prima battaglia di Paolo Savona, però, al momento è persa.

PAOLO SAVONA CARLO AZEGLIO CIAMPI

 

Il professore che dal marzo del 2019 guida la Consob, il «sughero sardo» che si considera «inaffondabile», nei giorni scorsi ha provato a forzare la mano sulla riorganizzazione dell'Autorità di Borsa, chiedendo a Palazzo Chigi un cambio di contratto per i dipendenti.

 

CARLO AZEGLIO CIAMPI E MARIO DRAGHI

L'obiettivo: equipararli a quelli della Banca d'Italia. Alle prime risposte informali, ma negative, avrebbe usato l'arma pesante: la minaccia di dimissioni, poi rientrata. Un tentativo per forzare, ripetuto con una lettera inviata a Roberto Garofoli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e a Roberto Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi.

 

Stessa missiva è stata recapitata al ministero dell'Economia. La replica arrivata dai fedelissimi di Draghi è stata gelida: chiedevano un dossier dettagliato sulla situazione del personale della Commissione. Una serie di documenti che Savona - il cui mandato scadrà tra 5 anni e che ieri non ha voluto commentare - si sarebbe rifiutato di inviare.

paolo savona

 

Per sbloccare lo stallo è servito un giro vorticoso di telefonate e le carte, nel pomeriggio di ieri, sono state recapitate. Ma a questo punto la proposta di riorganizzazione è ormai tramontata. Tra i corridoi della Consob, negli ultimi tempi, si vive una situazione complicata.

 

I rapporti tra i funzionari e il presidente sono ridotti al minimo - è saltato, per il secondo anno consecutivo, anche il tradizionale discorso per gli auguri natalizi - e in tanti imputano all'economista transitato dal governo giallo-verde i molti interventi su temi lontani dagli orizzonti degli sceriffi di Piazza Affari, come la transizione digitale, le criptovalute e la patrimoniale.

 

MARIO DRAGHI E CARLO AZEGLIO CIAMPI

L'Autorità ha dovuto affrontare perdite importanti. Lo scorso ottobre si è dimesso il direttore generale Mauro Nori, hanno lasciato alcuni tra i manager della prima linea. E, con insistenza, si parla di una «staffetta» tra Savona e il commissario Carmine Di Noia, uno dei candidati alla presidenza dell'Esma, la commissione europea dei mercati finanziari. La scelta sarà in primavera. Improbabile che Di Noia possa guidare entrambe le istituzioni.

 

Di per sé l'idea di adeguare il contratto dei dipendenti della Consob a quello della Banca d'Italia non è una novità. Il progetto è transitato, senza esito, anche sulle scrivanie dei predecessori di Savona, ossia Giuseppe Vegas e Mario Nava.

DRAGHI CARLI

 

Del resto la previsione di ancorare il trattamento «giuridico ed economico» del personale Consob ai «criteri fissati dal contratto collettivo di lavoro in vigore per la Banca d'Italia» è prevista nella legge istitutiva della Consob del 1974, modificata nel 2014. L'ispirazione è al contratto, più attento al merito che in precedenza, che Palazzo Koch ha adottato un lustro fa. Ma il diavolo si nasconde nei dettagli. E Savona, per ora, ha perso la sua battaglia.

 

paolo savona

2 – LE VOCI SU SAVONA E LE VECCHIE RUGGINI CON DRAGHI

Marcello Zacché per www.ilgiornale.it

 

La peculiarità del governo Draghi è l'essere nato con una data di scadenza. Non sta scritta da nessuna parte, ma è vicina ed è l'elezione del presidente della Repubblica del febbraio 2022.

 

Tuttavia questo esecutivo potrebbe segnare molto a fondo la vita futura del Paese. Non solo per la gestione della partita Next Generation Eu, ma anche per le tante poltrone di nomina pubblica in scadenza.

 

sergio mattarella e mario draghi

C'è chi ne ha contate più di 500. Di certo ce ne sono alcune di grande peso come Rai o Cdp. Mentre altre nomine, che un governo gradirebbe avere, non sono in agenda. Mai dire mai, però. Non sembra infatti un caso che, da un paio di giorni, giri la voce delle possibili dimissioni di Paolo Savona dalla presidenza della Consob.

 

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

I rumors sono rimbalzati sul Corriere della Sera, con due articoli consecutivi senza che ci siano state smentite o precisazioni. Secondo il quotidiano milanese della Rcs di Urbano Cairo, Savona avrebbe posto la questione del contratto dei dipendenti Consob al primo posto della sua agenda: secondo la legge istitutiva della Authority per le società e la Borsa, ai suoi dipendenti si applica il contratto della Banca d'Italia.

 

PAOLO SAVONA

Ma per ottenerlo serve l'ok del governo. Ed è su questo punto che Savona avrebbe posto un aut aut, mettendo sul tavolo le sue dimissioni. Per l'84enne economista cagliaritano si tratterebbe di lasciare dopo soli due anni un mandato che dura sette, fino al marzo del 2026, quando avrà 89 anni.

 

PAOLO SAVONA,VINCENZO VISCO,GIACOMO VACIAGO,TOMMASO PADOA SCHIOPPA E GIULIO TREMONTI

Fonti vicine a Consob descrivono Savona tranquillo, per nulla turbato da queste voci e impegnato a compilare la relazione 2020 sull'attività della Commissione da presentare al Mef entro il 31 marzo. E fanno anche notare che la questione del contratto non è certo nuova, trascinandosi almeno dalla presidenza di Giuseppe Vegas.

 

Secondo fonti finanziarie e di palazzo, il punto sarebbe allora un altro, tutto politico. Il presidente Consob è nominato con decreto del Quirinale su proposta del presidente del Consiglio.

 

Sarebbe dunque una nomina Draghi-Mattarella per un ruolo tra i più preziosi e delicati di questa fase istituzionale: dalla Consob passano tanto i dossier di mercato e bancari, come il riassetto Mps, quanto quelli di potere, come le manovre finanziarie su Generali. E Savona non è certo la personalità che garantisce sintonia con l'attuale governo.

 

mario nava

La nomina, nel marzo 2019, deriva dalla sua partecipazione al governo sovranista gialloverde, di cui era stato ministro per gli Affari europei. Un ripiego, perché la sua destinazione originale al Mef era stata bloccata da Mattarella per le posizioni antieuro che Savona rappresentava e che gli sono poi rimaste cucite addosso.

 

Non certo l'ideale per l'esecutivo europeista guidato ora da Draghi, che qualcuno ha individuato, nel 2018, come il grande ispiratore di quel veto del Quirinale. Con l'ex presidente della Bce non corre buon sangue da oltre 40 anni.

 

mario draghi, carlo azeglio ciampi, antonio fazio, vincenzo desario

Entrambi allievi di Guido Carli e Ciampi boys, Savona e Draghi, da colleghi o rivali, si sono spesso scontrati su tante dispute economiche, non ultima proprio quella sulle regole e l'adozione dell'euro. Resta agli atti che, nel 2005, quando Draghi diventa governatore di Bankitalia, tra le sue prime decisioni c'è la soppressione dell'Associazione Guido Carli, di cui Savona era segretario generale. Mentre il professore sardo non ha mai smesso di scrivere interventi critici sulla Bce di Draghi.

 

Gli elementi perché la sfida continui ci sono tutti. Vedremo presto come andrà a finire. E se un ruolo lo potrà assumere anche Francesco Giavazzi, il consulente economico appena chiamato da Draghi al governo. Economista, professore. Ed editorialista del Corriere della Sera.

Ultimi Dagoreport

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...