LE FALLE NELLA DIFESA DI CONTE SULLE MANCATE ZONE ROSSE A NEMBRO E ALZANO: TUTTI LO AVEVANO AVVISATO SU COSA STAVA SUCCEDENDO. MA IL PREMIER HA PERSO TEMPO. E DAVANTI ALLA PM DI BERGAMO FA LO SCARICABARILE: “UNA SCELTA CONDIVISA CON LA REGIONE LOMBARDIA”. MA SE DOVESSE EMERGERE CHE LA VAL SERIANA ANDAVA CHIUSA PER EVITARE LA STRAGE, CONTE POTREBBE USCIRNE CON UN AVVISO DI GARANZIA. CON O SENZA FONTANA.

-

Condividi questo articolo


Giuseppe De Lorenzo Andrea Indini per il Giornale

conte conte

 

Tre ore di faccia a faccia con la pm di Bergamo Maria Cristina Rota. Durante l'audizione a Palazzo Chigi per far luce sulla mancata zona rossa in Val Seriana, il premier ha ribadito quanto detto in questi mesi e quanto fatto trapelare sui giornali.

 

 

E cioè che Regione Lombardia avrebbe potuto agire in autonomia, se solo lo avesse voluto. E che se il governo non si mosse, fu solo perché stava per chiudere l'intera regione. Ma per quanto provi a scaricare le colpe sul Pirellone, non basterà al premier trascinare con sé Attilio Fontana o Giulio Gallera negli abissi della giustizia per sottrarsi da una eventuale incriminazione per "epidemia colposa". C’è una falla nella strategia difensiva di Giuseppe Conte. E questo l'avvocato del popolo deve sicuramente saperlo.

 

ospedale pesenti fenaroli di alzano lombardo ospedale pesenti fenaroli di alzano lombardo

La linea del presidente del Consiglio si dipana infatti lungo due direttive: da un lato sostiene che "in caso di urgenza e necessità la Regione poteva procedere autonomamente, come effettivamente è avvenuto in seguito e come hanno fatto altre Regioni"; dall'altro mette agli atti che si decise di aspettare perché "intanto era maturata una soluzione ben più rigorosa, basata sul principio della massima precauzione, che prevedeva di dichiarare 'zona rossa' l'intera Lombardia e tredici Province di altre Regioni".

 

alzano lombardo alzano lombardo

In fondo, la sua ricostruzione dei fatti Conte l'aveva già "consegnata" il 6 aprile al Fatto Quotidiano in una intervista pubblicata pure sul sito della Presidenza del Consiglio destinata a infuocare la polemica politica.

 

Per quanto riguarda la decisione di non intervenire, Conte disse: "La sera del 3 marzo il Comitato tecnico scientifico propone per la prima volta la possibilità di una nuova zona rossa per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Ormai vi erano chiari segnali di un contagio diffuso in vari altri comuni lombardi, anche a Bergamo, a Cremona, a Brescia. Una situazione ben diversa da quella che ci aveva portato a cinturare i comuni della Bassa Lodigiana e Vo' Euganeo.

alzano lombardo nembro alzano lombardo nembro

 

Chiedo così agli esperti di formulare un parere più articolato: mi arriva la sera del 5 marzo e conferma l'opportunità di una cintura rossa per Alzano e Nembro. Il 6 marzo, con la Protezione civile, decidiamo di imporre la zona rossa a tutta la Lombardia. Il 7 marzo arriva il decreto". Nella stessa occasione tentò, infine, di scaricare la colpa su Regione Lombardia che "non è mai stata esautorata dalla possibilità di adottare ordinanze proprie, anche più restrittive, secondo la legge 833/1978".

 

 

conte conte

Il punto è che il premier dovrà trovare argomenti più sostanziosi per convincere la Rota a non indagarlo. In una nota, infatti, la pm di Bergamo ha spiegato che la Procura in una prima fase cercherà di ricostruire quanto accaduto (per questo sono stati ascoltati come persone informate sui fatti sia i ministri sia gli amministratori locali); e poi punterà ad "accertare se vi sia stato nesso di causalità tra i fatti come ricostruiti e gli eventi e, in caso affermativo, stabilire a chi fanno capo le responsabilità". Tradotto: se dovesse emergere che la Val Seriana, sulla base dell'andamento epidemiologico, andava chiusa per evitare la strage, bisognerà capire di chi era il compito di prendere una decisione del genere.

 

giuseppe conte contestato sotto palazzo chigi giuseppe conte contestato sotto palazzo chigi

Certo, Conte tenterà (ancora una volta) di appellarsi al fatto che "anche" la Lombardia avrebbe potuto istituire la zona rossa (cosa tutta da dimostrare, visto che anche per la pm quella era "una decisione governativa").

 

conte conte

Ma questi sono scaricabarili che valgono in politica, non in Tribunale. Perché, anche qualora i magistrati ritenessero doveroso indagare pure Fontana, alla sbarra dovrebbe comunque finire anche il governo. Se infatti oggi vi sono ancora fortissimi dubbi sul fatto che il Pirellone potesse blindare Alzano Lombardo e Nembro, è ormai appurato che quel potere il governo lo aveva eccome.

 

Non solo perché attraverso il Viminale gestisce le forze dell’ordine. Ma anche perché governativa fu la decisione di chiudere Codogno e il basso Lodigiano. Se quindi quel fascicolo per epidemia colposa, per ora a carico di ignoti, dovesse trasformarsi in qualcosa in più, allora Conte potrebbe davvero uscirne con un avviso di garanzia. Con o senza Fontana.

 

 

rota rota

Se ripercorriamo a ritroso quei giorni terribili, emerge infatti come tutti quanti abbiano cercato di far capire in lungo e in largo a Conte che la Val Seriana andava chiusa. Gliel'ha messo per iscritto il 2 marzo l'Istituto superiore di sanità, consigliandogli di intervenire anche su Brescia. Glielo ha ribadito il giorno dopo, il 3 marzo, il Comitato tecnico scientifico spiegandogli che ormai, in quelle zone, "l'R0 è sicuramente superiore a 1" e che questo basta a credere abbastanza alto il "rischio di ulteriore diffusione del contagio".

maria cristina rota a palazzo chigi 1 maria cristina rota a palazzo chigi 1

 

E glielo hanno ripetuto a non finire i vertici di Regione Lombardia che, nelle continue telefonate a Palazzo Chigi, continuavano a segnalare situazioni al limite nel Lodigiano, in Val Seriana, nel Bresciano e nella provincia di Cremona. Il 4 marzo però il premier ha ulteriormente temporeggiato, inviando al Cts una richiesta di approfondire i motivi della loro richiesta di istituire una zona rossa.

 

giuseppe conte al telefono giuseppe conte al telefono

Brusaferro ha risposto il giorno dopo, il 5 marzo, in una nota: "Pur riscontrandosi un trend simile ad altri Comuni della Regione - scriveva - i dati in possesso rendono opportuna l’adozione di un provvedimento che inserisca Alzano Lombardo e Nembro nella zona rossa".

 

 

Che il governo fosse indeciso lo dimostrano sia le richieste di Conte di "ulteriori elementi per decidere se estendere la zona rossa" sia l'invio di trecento uomini all'imbocco delle valli bergamasche. I militari erano pronti a chiudere tutto, ma poi sono stati richiamati indietro. Dove sta, dunque, la verità su quella settimana di black out? Dove stava guardando il premier? Perché ha tentennato tanto? I numeri li aveva lì, sul suo tavolo a Palazzo Chigi, ma non si è mosso.

attilio fontana meme attilio fontana meme CONTE E FONTANA CONTE E FONTANA GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI GIULIO GALLERA ATTILIO FONTANA BY CARLI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...