zaia giorgetti fedriga salvini

LA FATAL VERONA - COME DAGO-ANTICIPATO GIORGETTI E I GOVERNATORI DEL CARROCCIO ZAIA-FEDRIGA-FONTANA IN CASO DI SCONFITTA A VERONA E ALESSANDRIA (CITTÀ DEL VICESEGRETARIO E CAPOGRUPPO ALLA CAMERA, RICCARDO MOLINARI), POTREBBERO DARE IL VIA AL REDDE RATIONEM NEI CONFRONTI DEL “PACIFISTA” SALVINI… - IL NERVOSISMO DEL CANDIDATO DI DESTRA SBOARINA A VERONA CHE HA RIFIUTATO L’APPARENTAMENTO CON TOSI E IL FACCIA A FACCIA CON LO SFIDANTE DAMIANO TOMMASI...

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dopo-scissione-m5s-preparatevi-resa-conti-lega-314802.htm

 

 

Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

salvini giorgetti

Federico Sboarina e Damiano Tommasi hanno in comune solo le Clarks di color marrone.

Quando si incontrano negli studi di TeleArena , per il primo faccia a faccia tra i due, si salutano con sbrigativa cordialità. La destra è nervosa. Sboarina - il sindaco uscente, di Fratelli d'Italia - ieri ha mandato una lettera ai veronesi per metterli in guardia: se domenica vince Tommasi avranno «campi rom abusivi nei quartieri, furti e violenza a raffica, venditori molesti e pericolosi in centro».

matteo salvini giancarlo giorgetti by macondo

 

Il giorno prima aveva postato un video apocalittico, con le facce di Bersani, Di Maio, Grillo e Letta. Oggi farà una camminata cittadina con partenza dall'Arsenale al grido «Verona mai a sinistra». Dice: «La sinistra vuol portare l'ideologia gender nelle scuole dei nostri bimbi». Parla di bivio. Di due modelli. «Il nostro ha a cuore la famiglia e le attività economiche. Verona è ancorata ai valori tradizionali». In città dicono che dietro questa svolta aggressiva si nasconda la Bestia di Matteo Salvini. Cosa significa esattamente? È il segno di una difficoltà?

 

Damiano Tommasi osserva gli affondi verbali dell'avversario con silenziosa serietà. È come sentisse dentro di sé la forza tranquilla di chi è sereno della sua identità. La gente sembra averlo capito. Ovunque bagni di folla festosi, giovani che si ritrovano in più di cento per un flash mob alle sette e mezzo del mattino, sorrisi aperti quando l'ex campione di Verona e Roma mette piede nel ristorante. A sera, per l'ultimo appuntamento della giornata con il sindaco di Milano, Beppe Sala, nella piazzetta di Montorio («questo è un rione leghista», sussurra una signora), lo attendono in trecento con le magliette gialle e la scritta «Tommasi sindaco».

«Dai, dai», gli va incontro urlando Sala, e lo abbraccia come un figlio.

fedriga salvini giorgetti

«Da-mia-no! Da-mia-no!» urlano allora i trecento.

 

A Montorio venne a vivere Tim Parks, e vi ambientò Italiani, uno dei libri più spassosi sul carattere di noi italiani. E questa di Verona è una grande storia di provincia. Un sogno di mezz' estate. È come quando l'Hellas vinse il suo storico scudetto nel 1985, quello di Osvaldo Bagnoli: tutti erano convinti che il Verona di Elkjaer e Di Gennaro prima e poi sarebbe crollato, invece Bagnoli fece l'impresa. Tommasi deve sentirsi un po' come Bagnoli in questa vigilia di magliette gialle che vanno a ruba per dieci euro. E Sboarina deve recuperare sette punti. Non ha fatto l'apparentamento con Flavio Tosi. A Radio anch' io ha ammesso che «tante persone del nostro elettorato non sono andate a votare al primo turno, ora bisogna convincerle di andare a votare domenica». Tra i trecento con le magliette gialle ognuno si sussurra incredulo la rivelazione di un tosiano che «sceglierà Damiano», o di un amico di destra che annuncia che invece stavolta non andrà al seggio. E subito dopo aggiungono increduli: «Possibile? ».

giancarlo giorgetti e matteo salvini 2

 

Il faccia a faccia tra Sboarina e Tommasi, tutto giocato sui temi della città («meglio il traforo in Valpantena o il nuovo stadio») è già in zona Cesarini quando il sindaco uscente non si trattiene: «Damiano, ma tu cosa ne pensi del genitore 1? Del crocifisso nelle aule scolastiche? Io condivido al cento per cento quello che ha scritto il nostro vescovo. E tu? Tu sei dentro una coalizione con Pd, M5S, Rifondazione.

 

E avete aderito alla Rete Ready, la rete nazionale delle Regioni e degli enti locali per prevenire e superare l'omotransfobia». Il cattolico Tommasi, padre di sei figli, non si accalora, né si agita. Dice asciutto: «Io terrò la delega alla Famiglia. Ma penso che le mie scelte personali, che non ho mai esibito, ma vissuto, non debbano penalizzare gli altri. Voglio costruire una città in cui tutti si sentano a casa, rispettando le diversità secondo le leggi e la Costituzione». «

 

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI

Sì, ma l'ideologia gender», insiste Sboarina. «Cosa ne pensi del gender? » «C'è l'autonomia scolastica e ci sono le leggi, ma mi sembra che tu banalizzi troppo. La Rete Ready è appoggiata da molte amministrazioni di centrodestra, da Genova a Vicenza, e quanto al crocifisso la libertà è data dalla laicità di essere cristiani, ma anche di professare altre religioni». Il gender! Il gender! Era un test probante il confronto televisivo, Sboarina non ha fatto che rinfacciargli una mancanza di concretezza, «tu insegui suggestioni», e a quel punto Tommasi gli ha messo in fila tutti i ritardi nel reperimento dei fondi europei che la giunta di centrodestra avrebbe accumulato, «a differenza di città come Padova, Bergamo e Modena».

 

FEDERICO SBOARINA

Che città sogna, gli è stato chiesto. «Più verde, più europea, più attenta alle competenze e ai giovani». Un amico di Damiano racconta che al matrimonio di Tommasi disse: «Vedrai che sto ragazzo a Roma lo rovineranno ». E Marco Baroni, che oggi allena il Lecce, gli rispose: «No, al contrario lui cambierà lo spogliatoio ». Ed è andata così, come ha testimoniato a Repubblica anche Fabio Capello, che con Tommasi vinse l'ultimo scudetto giallorosso. Oggi i sindaci progressisti pubblicheranno un video per Tommasi, da Nardella a Gualtieri, da Gori a Ricci, da Lattuca a Bonaldi, da Manfredi a Mancinelli, tutti tifano «per Damiano». L'arrivo di Sala è parte di questa strategia. «Conte o Di Maio?» è stato chiesto a Tommasi. «Verona», ha tagliato corto. «Fai bene a restare civico», gli dice Sala, che tesse un enorme elogio di Di Maio davanti a una selva di microfoni. «Sei stato bravo a non rispondere a nessuna provocazione. Ora non accontentarti». Cosa le è piaciuto, e cosa no, di Sboarina è l'ultima domanda del direttore di TeleArena Mario Puliero. Risposta di Tommasi: «Mi sa che siamo un po' lunghi».

DAMIANO TOMMASI

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?