matteo salvini silvio berlusconi enrico letta giuseppe conte referendum

FATTE LE LISTE, SFATTI I PARTITI – SUBITO DOPO IL VOTO PIU' DI UN LEADER RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI DAI NEMICI INTERNI – NELLA LEGA SALVINI HA BLINDATO I FEDELISSIMI ED EMARGINATO I GIORGETTIANI MA DEVE FRONTEGGIARE SEMPRE PIÙ SCONTENTI – NEL PD BONACCINI SMANIA PER DETRONIZZARE SOTTI-LETTA E NEL M5S GRILLO È GIA' PRONTO AD APRIRE LA FAIDA PER IL POST-CONTE – IN FORZA ITALIA BISOGNERA' SOLO CAPIRE SE, TELEFONANDO A BERLUSCONI, RISPONDERA' ANCORA LA RONZULLI

Estratto dal pezzo di Stefano Cappellini per “la Repubblica”

 

STEFANO BONACCINI ENRICO LETTA

«Ora si fa il massimo per aiutare Enrico Letta». Nelle recenti parole di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, candidato in pectore alla segreteria del Partito democratico già quando il leader era Nicola Zingaretti, la parola chiave è l’avverbio: «ora». Inteso: vietato parlare di questioni interne al Pd prima del voto del 25 settembre. Dopo, ecco, dopo potrebbe aprirsi un’altra fase: fare il massimo per diventare segretario.

 

Ma mica quello dei dem è l’unico anticipo di congresso di partito che si consuma alle Politiche. Sentite Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: «Le liste? Non le ho fatte io e non rispondo di quello che faccio. Le analisi si fanno alla fine». Poi la chiosa d’obbligo: «Ora lavorare pancia a terra per portare a casa il risultato». Ora. Pure in Veneto gli avverbi sono il sale della politica.

 

BONACCINI

Quindi c’è il Movimento 5Stelle, dove sono almeno in due gli aspiranti leader che aspettano con ansia di verificare a quanto si fermerà la rimonta, o presunta tale, di Giuseppe Conte: Virginia Raggi e Alessandro Di Battista. L’ex sindaca di Roma, pur quarta su quattro candidati veri alle comunali della Capitale, si sente pronta per il grande salto: «Ero candidabile — ha detto polemicamente subito dopo la sua esclusione dalle liste — per il futuro dicono alle alleanze di questi anni». Ci sarebbe pure Beppe Grillo, che ben più di Dibba è sembrato ansioso di liberarsi della leadership di Conte.

 

Paradossi dell’era del Rosatellum, nella quale i leader possono plasmare come creta i gruppi parlamentari, escludendo gli sgraditi e promuovendo i pretoriani, e però rischiano di avere il controllo assoluto di deputati e senatori e non più quello del partito. Dei suoi fedelissimi Conte ha addirittura fatto un pacchetto, prendere o lasciare, gli iscritti grillini hanno preso.

 

Non è dato sapere quanti parlamentari eleggerà il Movimento — ma certo saranno al 90 per cento sangue del sangue del suo presidente. Che però ha bisogno di restare almeno in doppia cifra per continuare a dirigerli da capo politico. Sotto, la faida è garantita ed aprirla potrebbe essere appunto Grillo.

 

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

Il caso più complesso è senz’altro quello di Salvini. Anche le candidature della Lega sono salvinismo puro: fuori i giorgettiani, fuori i Sì Vax e fuori i filo Ue; dentro tutti i fedelissimi del Capitano, vecchi e nuovi. Eppure l’ex ministro dell’Interno e aspirante tale si trova nella situazione scomoda di rischiare d’essere l’unico sconfitto di una coalizione vincente. […]

 

Nelle rilevazioni degli ultimi sondaggi il partito di Meloni cresce ancora e lo fa a scapito della Lega, anche al nord. Non è impensabile che FdI — di fatto il partito che esprime la vera candidata premier — possa addirittura doppiare la Lega. Per Salvini il Viminale potrebbe essere solo un premio di consolazione, prestigiosa quanto ultima tappa del suo cursus honorum.

 

zaia salvini

Chi invece può solo arricchire il curriculum è Bonaccini. Nel Pd non è un mistero la sua ambizione. Il governatore non farà mai la prima mossa. Scenderà in campo solo se gli sarà chiesto. Non dalle correnti, anzi in questi anni ha più volte rifiutato la corte di Base riformista, la corrente di Lorenzo Guerini e del non ricandidato Luca Lotti. Ma la richiesta non è un problema: in caso di disfatta a chiedergli di scendere in campo sarebbe il fronte dei sindaci: Giorgio Gori, Dario Nardella, Antonio Decaro e altri, gli stessi che già erano pronti a lanciarlo quando doveva essere lo sfidante di Zingaretti. La nascita del Conte bis fermò l’operazione. […]

 

giuseppe conte beppe grillo

Ci sarebbe anche un altro partito che potrebbe uscire malconcio dalle urne: Forza Italia. Ma è una forza politica senza congressi e senza successione. Resterà solo da capire se, chiamando Silvio Berlusconi, a rispondere per lui sarà ancora Licia Ronzulli.

silvio berlusconi licia ronzulli ??by istituto lupe berlusconi incontra alleati di centrodestra a villa grande - salvini ronzulliSILVIO BERLUSCONI E LICIA RONZULLIGIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO

Ultimi Dagoreport

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...