1. ITALIA SOTTOSOPRA: TOCCA A UN CONSIGLIERE IN RAI IN QUOTA FORZA ITALIA, GIANCARLO MAZZUCA, DENUNCIARE IL BOICOTTAGGIO DELLA RAI RENZIANA CONTRO BIANCA BERLINGUER
2. "DOPO LA SUA ESTROMISSIONE, ALLA BERLINGUER ERA STATA AFFIDATA LA CONDUZIONE DI UN TALK SHOW TELEVISIVO CHE SULLA CARTA DOVREBBE ANDARE IN ONDA DAL PROSSIMO 26 OTTOBRE. DA ALLORA IN MOLTI LE STANNO METTENDO I BASTONI TRA LE RUOTE: UN MODO COME UN ALTRO PER FARE SLITTARE L' AVVIO DEL PROGRAMMA, MAGARI A DOPO IL REFERENDUM"
3. E RENZI INIZIA A PRENDERE LE DISTANZE DA CAMPOSANTO DALL'ORTO: “STA CAMBIANDO L’AZIENDA? GLI ABBIAMO LASCIATO PIENA LIBERTÀ DI AZIONE, I BILANCI SI FANNO ALLA FINE”
4. E MICHELE ANZALDI, CECCHINO DI RENZI IN RAI, GLI METTE LA DATA DI SCADENZA: ‘’CAMPO DALL’ORTO RIUSCIRÀ A MANGIARE IL PANETTONE. MA LA COLOMBA TENDEREI A ESCLUDERLA”

Condividi questo articolo


1. LA FREDDEZZA DI RENZI SUL DG RAI: “HA LIBERTA’ DI AZIONE, NON METTIAMO BOCCA. I BILANCI SI FANNO ALLA FINE”. INSOMMA, CAMPOSANTO STAI SERENO…

Dall’intervista di Claudio Cerasa a Matteo Renzi per “Il Foglio”

 

renzi - campo renzi - campo

In un anno di nuova Rai, a un anno dalla nomina del nuovo direttore generale Antonio Campo Dall`Orto, crede che sia percepibile una forma di cambiamento vero? "Sulla Rai leggo alcune cose che mi lasciano pensare di essere alle comiche. Le faccio un esempio su tutti. Quando ho letto che Carlo Conti - dico, Carlo Conti, ovvero un uomo che ha fatto i Sanremo più visti degli ultimi anni e che negli ultimi vent`anni ha fatto alcuni tra i prime time più visti della storia, uno che quando io ero liceale andavo a vedere i suoi spettacoli - sarebbe lì per merito mio dico che c`è gente che si è bevuta il cervello. Noi abbiamo fatto una legge che dà i poteri all`amministratore delegato di quell`azienda. Abbiamo lasciato libertà di azione totale. Non abbiamo mai messo bocca su nulla. E più noi siamo distanti più ci dicono di fare qualsiasi cosa. Non facciamo bilanci sulla Rai oggi. I bilanci si fanno quando scade il mandato di un capo azienda. Ne riparliamo nel 2018". 

BIANCA BERLINGUER 1 BIANCA BERLINGUER 1

 

2. IL DIRETTORE GENERALE RAI CON LA DATA DI SCADENZA A PASQUA: “MANGERÀ IL PANETTONE. MA NON LA COLOMBA”. 

Antonella Piperno per “Panorama”

 

Criticato, isolato, praticamente condannato. A seguire gli indizi renziani, la domanda da porsi ormai non riguarda la permanenza in Rai del direttore generale scelto un anno fa da Matteo Renzi. Perché la rimozione di Antonio Campo Dall`Orto sembra già decisa in casa Pd. Il dubbio non riguarderebbe il ripensamento di Renzi, con sprezzo dell`annessa figuraccia, ma la data dell`espulsione: tra dicembre e aprile. «Credo che il dg riuscirà a mangiare il panettone, purtroppo per chi paga il canone. Ma la colomba tenderei a escluderla».

 

massimo giannini bianca berlinguer antonio padellaro massimo giannini bianca berlinguer antonio padellaro

La data della condanna la consegna a Panorama il deputato pd Michele Anzaldi, il più feroce verso il dg in commissione di Vigilanza. Ha appena intensificato il fuoco amico, dandogli pure del Francesco Schettino che a colpi di assunzioni esterne non rispettose del piano anticorruzione e del job posting (l`Anac ha appena emesso rilievi su 21 nuovi contratti), tagli di programmi, assunzioni pasticciate (del conduttore del nuovo talk-flop Politics Gianluca Semprini, costata alla Rai una condanna per comportamento antisindacale dal Tribunale del lavoro) sta portando la Rai sugli scogli.

 

Semprini Bignardi Semprini Bignardi

Materiale sufficiente, sostiene, per chiedere la testa del dg, sfiduciandolo. «Tagliando tutti i talk, la Rai non ha più programmi politici, Politics a parte. Per presentare la scheda del referendum Renzi è andato a Otto e mezzo (con relativo boom di ascolti per La7, ndr)» affonda Anzaldi. La novità politica è che se prima le bordate di Anzaldi venivano subito bilanciate da altri renziani più concilianti, ora il sottosegretario Antonello Giacomelli (da tempo critico con il dg) ha parlato solo otto giorni dopo: nella parte del «poliziotto buono», annacquando da una parte l`ipotesi del commissariamento, ha ricordato dall`altra che il piano dell`informazione è ancora una chimera e che «il tempo non è una variabile indipendente».

CAMPODALLORTO RENZI CAMPODALLORTO RENZI

 

Messaggio (di scadenza) eloquente, come del resto quello arrivato dall`unanimità del Senato sul tetto agli stipendi Rai (240 mila euro): dopo il sì della Camera Campo Dall’Orto, che ne prende 650 mila, si impoverirà. E ora che è all’angolo, «processato» il 28 settembre dal cda e il 29 dalla Vigilanza, fioriscono i «l’avevamo detto». Dal pd Salvatore Margiotta («Avevo ragione quando avevo posto in Vigilanza la questione del job posting») e dell`Usigrai («Sbagliava chi vedeva le nostre obiezioni alle tante violazioni come ostacoli al progresso»).

 

Ora il dg è solo. E il forzista Maurizio Gasparri se la ride alle spalle di Renzi. «Ben gli sta. Ha voluto dare il potere a un uomo solo e l`ha scelto inadeguato». Ma, temendo che il rinnovamento del vertice serva a dar vita a una Rai ancora più renziana, chiede di rivedere la legge di riforma. All`insegna del pluralismo.

 

3. E BOICOTTANO LA BERLINGUER PER ZITTIRE IL NO

Giancarlo Mazzuca per “il Giornale”

MATTEO RENZI BIANCA BERLINGUER MATTEO RENZI BIANCA BERLINGUER

 

È proprio vero, come dicevano gli antichi romani, che se errare è umano, perseverare diventa diabolico. Prendiamo il caso di mamma Rai e di Bianca Berlinguer. In agosto l' estromissione dalla direzione del Tg3 della giornalista aveva sollevato più di una perplessità: in molti avevano interpretato il cambio della guardia come una normalizzazione per il referendum del 4 dicembre: tutti uniti e compatti alla consultazione popolare.

 

Per le mie obiezioni come consigliere d' amministrazione della Rai venni subito considerato come il solito bastian contrario ma ora i fatti mi stanno dando ragione perché la Berlinguer continua ad essere, in qualche modo, boicottata.

Dopo la sua estromissione, a Bianca era stata, infatti, affidata la conduzione di un talk show televisivo che sulla carta dovrebbe andare in onda dal prossimo 26 ottobre. Da allora in molti stanno mettendo i bastoni tra le ruote dell' ex direttrice: prima c' è stato un notevole ritardo a dare il via libera (il placet è arrivato solo venerdì scorso), poi tanti intoppi su regista, tecnici e studio. C' è stato pure un divorzio tra la Berlinguer e Santoro ma il vertice Rai non c' entra.

 

renzi nomine rai renzi nomine rai

Resta il fatto che i tanti freni sono sembrati quasi voluti: un modo come un altro per fare slittare l' avvio del programma, magari a dopo il referendum. Sto esagerando? Può darsi: certo è che ho posto il problema nel consiglio d' amministrazione Rai di ieri. Silenzio assoluto.

 

Il problema è che, al di là della stessa Berlinguer che - onore al merito - difende la trasparenza del suo programma, sembra quasi che il servizio pubblico stia, in modo quasi masochistico, abdicando al suo ruolo sul fronte dell' informazione e del pluralismo a favore di altre emittenti televisive, in particolare della 7: se un tempo c' era la lottizzazione della Rai, adesso c' è l' informazione a senso unico alla faccia degli ascolti.

 

ANZALDI ANZALDI

L' ultima conferma è proprio dell' altra sera, una nuova pietra miliare di Rai flop. L' informazione del martedì, il giorno della settimana da sempre dedicato ai talk show, è diventata un de profundis per il cavallo morente. L' ultima puntata su Rai3 di Politics di Fabio Semprini (quello dell' assunzione antisindacale) non ha superato l' audience del 2,7%, davvero un livello molto basso (cosa avrebbero detto se al vertice ci fosse ancora stata la Berlinguer...) mentre Floris, un profugo di Raitre così come Giannini che oggi l' affianca, ha toccato sulla tv di Cairo il 6,8%, più del doppio di Semprini grazie anche alla presenza di Massimo D' Alema schierato per il «No».

antonello giacomelli antonello giacomelli

 

Teniamo conto che, sempre su La7, il telegiornale di Mentana vanta stabilmente un punto in più di ascolti da quando il Tg3 è stato, diciamo così, normalizzato. Al di là dei «tetti» degli stipendi dei giornalisti e dei dirigenti del servizio pubblico che debbono essere trasparenti, così come quelli degli artisti (a proposito: non ho avuto alcuna risposta diretta da Carlo Conti sui propri cachet, tra radio, Sanremo e programmi vari) il problema prioritario dell' ente radiotelevisivo di Stato è proprio l' informazione, una vera e propria emergenza: ecco perché molti consiglieri hanno chiesto ieri che tale problema sia al centro delle prossime riunioni al settimo piano di Viale Mazzini.

renzi nomine rai 3 renzi nomine rai 3

 

Da sempre la Rai è stata la piazza principale dove si svolgevano i grandi dibattiti politici, prima di qualsiasi scadenza elettorale (basti pensare a Porta a porta), oggi non è più così e a Vespa è stata pure tolta la serata del giovedì, la più importante. Non solo: per assistere ai grandi dibattiti in vista del referendum con al centro, paradossalmente, proprio il premier Renzi dobbiamo sintonizzarci su un' altra emittente televisiva. Anche per via di quel canone che, con la bolletta elettrica, quasi tutti gli italiani sono costretti a pagare, la Rai deve subito voltare pagina sull' informazione. Non è mai troppo tardi.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...