mario draghi massimo cacciari

“DRAGHI NON LO PUÒ DIRE, MA IO SÌ: CON QUESTO GOVERNO LE RIFORME NON LE VEDREMO MAI” – IL BAGNO DI REALISMO DI MASSIMO CACCIARI: “NON È IL PADRETERNO E NON POTRÀ FARE IN UN GIORNO QUELLO CHE NON SI FA DA 30 ANNI. LO IUS CULTURAE EVOCATO DA ZINGARETTI LO VEDREMO MAI IN UN GOVERNO CON SALVINI? E SULLA GIUSTIZIA È POSSIBILE TROVARE UN PUNTO DI CADUTA TRA 5STELLE E FORZA ITALIA? DUBITO” – “I PARTITI HANNO IL DOVERE PRECISO DI APPOGGIARLO E DI NON ROMPERGLI I COGLIONI”

Andrea Malaguti per "La Stampa"

 

MASSIMO CACCIARI

Bravo, ma non farà le riforme. Il giudizio di Massimo Cacciari sul primo giorno da preside della scuola Italia di Mario Draghi è benevolo, ma poco rassicurante. L'uomo non si discute, le sue possibilità di rivoltare il paese come un calzino sì. Per dirne una: «Come li metti d'accordo Forza Italia e Cinque Stelle sulla riforma della giustizia?». Non li metti d'accordo. «Appunto».

 

Non è la paralisi (i soldi del Next Generation Eu sono nelle mani migliori possibili), ma neppure la Valle dell'Eden. Semplicemente un film diverso. Che al momento vince il premio della critica. Con una sola eccezione. Lui.

mario draghi al senato

 

Professor Cacciari, le è piaciuto il discorso di Draghi?

«Certamente è stato un discorso più puntuale di quelli che ci eravamo abituati a sentire negli ultimi insediamenti. Ho apprezzato soprattutto la parte sulla pandemia».

 

Il virus come moltiplicatore delle disuguaglianze?

MARIO DRAGHI IL TRAGHETTATORE BY DEMARCO

«La pandemia non è affatto neutrale, non colpisce tutti nello stesso modo. A pagare di più, a parte chi crepa, sonno i giovani, le donne, i lavoratori fragili. Non so se esistano dati anche da noi, ma negli Stati Uniti le statistiche dicono che i meno abbienti, le persone disagiate, sono colpite dal contagio quattro volte di più di chi sta bene».

 

Temo sia una statistica universale.

ivan draghi

«Il nostro sistema di protezione è squilibrato, lo dico da mesi. Non si può affrontare la pandemia senza vedere che metà della popolazione è al sicuro mentre l'altra metà passa dai disagi gravissimi alla disperazione. Bisogna rimediare prima che salti il tappo e scoppi la rivolta sociale. Quando i licenziati usciranno da sotto il tappeto che sembra renderli invisibili avremo un problema. Non potremo ricorrere in eterno alla cassa integrazione senza mettere in crisi l'Inps e su questo tema non ho sentito dire un gran che».

 

Si aspettava l'emozione del gelido tecnocrate Mario Draghi?

massimo cacciari (2)

«Ma la sua storia intellettuale e culturale - a partire dalle scuole che ha fatto e dai primi maestri che ha avuto (i gesuiti) - non è quella di un uomo gelido. Anche in Europa ha dimostrato di essere attento ai disagi e alle contraddizioni sociali».

 

Un tecnocrate con l'anima.

«Lasci perdere l'anima. La verità è che non esiste tecnica senza politica e chi pensa il contrario ha una visione arcaica».

il senato riunito per la fiducia a mario draghi

 

Cito: "Saremo semplicemente il governo del Paese". Straordinariamente ovvio o ovviamente straordinario?

«Di sicuro questo governo non ha una maggioranza politica. E non è nemmeno tecnico anche se è Draghi a dare le carte. I partiti non avevano scelta di fronte alla posizione di Mattarella e quella del premier è una sintesi più che una fotografia. Nel governo ci sono tutti, tranne la Meloni che pure è molto ragionevole».

mandraghi

 

Uniti verso un futuro pieno di riforme?

«Figuriamoci. Draghi non lo può dire, ma io sì: con questo governo le riforme non le vedremo mai».

 

Non esagera?

«Draghi non è il Padreterno e non potrà fare in un giorno quello che non si fa da 30 anni. Vuole degli esempi? Lo ius culturae evocato da Zingaretti lo vedremo mai in un governo con Salvini?

 

E sulla giustizia è possibile trovare un punto di caduta tra 5Stelle e Forza Italia? Dubito. E così sarà per il fisco o per una vera riforma della scuola»

mario draghi

 

Eppure la frase più netta del premier è stata: "L'unità non è un'opzione, è un dovere". Come nel dopoguerra.

«I partiti hanno il dovere preciso di appoggiarlo e di non rompergli i coglioni dopo quello che hanno combinato. E Draghi è abbastanza intelligente da non chiedere cose impossibili. Ma il richiamo alla ricostruzione del dopoguerra è benevolmente ridicolo».

 

nicola zingaretti e matteo salvini

L'unità allora ci fu. Breve, ma ci fu.

«Sì, dal '45 alla Costituente perché non si poteva fare diversamente. Poi la ricostruzione la fece la Dc con i suoi alleati lasciando fuori il Pci. Un po' di memoria storica è necessaria. Altrimenti, citando Musil come ha fatto recentemente Donatella Di, si diventa come quelle persone che non hanno mai del tutto torto in niente perché i loro concetti sono indistinti come figure tra i vapori di una lavanderia. Comunque le parole di Draghi sono comprensibili e perdonabili».

dragonite riceve il campanello da conte

 

Che scenario prevede, allora?

«Draghi interverrà sulla pandemia, organizzerà un nuovo piano vaccini e userà i soldi del Next Generation Eu anche per affrontare le gravi crisi industriali. Quelle, da Alitalia all'Ilva, sono vere gatte da pelare. In Senato ha detto una cosa su cui mi pare si siano soffermati in pochi: i soldi non andranno alle aziende decotte».

MASSIMO CACCIARI

 

È la teoria del debito buono, che però - nell'immediato - rischia di produrre un sacco di persone a spasso.

«Mi aspetto che Draghi affronti le crisi in modo socialmente sensibile. Non so se basteranno i soldi europei, ma so che il sistema previdenziale è squilibrato e per immaginare un cambiamento servirà, in questo caso davvero, il contributo di tutti. Non ci sarà la patrimoniale, ma una manovra di bilancio decisa sì».

 

Professore, stavolta cito lei: il governo Draghi certifica il fallimento della politica. In Aula il premier ha sostenuto l'opposto.

«Mica poteva dire il contrario. E' ovvio che la sua presenza è il risultato di una catastrofe politica. L'affermazione del premier la prenderei per un vezzo retorico».

renato brunetta giancarlo giorgetti

 

In questo governo ci sono 15 ministri del Nord.

«Bah, secondo me Draghi neppure lo sa. E poi non è che il Nord sia sciocco ed egoista. I problemi dell'assistenza sono noti a tutti. Piuttosto sono due i punti politici da capire, la Lega e i 5 Stelle».

 

Partiamo dalla Lega.

«Sarà interessante vedere se questa svolta giorgettiana è radicata e destinata a durare con Salvini comunque leader».

 

E i 5 Stelle?

«Vedere se esplodono o no». Per ora vogliono federarsi con Pd e Leu. «Mi pare un fatto positivo. Hanno davanti scadenze decisive (penso al voto in città come Torino, Roma e Napoli) e dunque è meglio che trovino un modo per marciare divisi e colpire uniti».

draghi poppins

 

E il Pd?

«Si barcamena. Come sempre».

 

Nel discorso di Draghi una citazione per Cavour e una per Papa Francesco.

«Cavour lasciamolo stare. Il Papa quando si parla di ambiente ormai è un must. Per fortuna non ha citato San Francesco e il cantico delle creature».

 

Perché lasciamo stare Cavour?

«Perché per me che sono un federalista sarebbe stato meglio riferirsi a Spinelli, a Trentin o a don Sturzo piuttosto che evocare il centralismo autoritario sabaudo».

cesare battisti e mario draghimeme casalino draghimeme di draghi col libro di casalinodrag queenmeme mario draghidraghi rousseauceres draghidaddy draghi instagrammario draghi parla in senato

Ultimi Dagoreport

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”