salvini cartabia

“LADRI DI DEMOCRAZIA AI DANNI DEL POPOLO ITALIANO” - SALVINI ATTACCA LA CONSULTA CHE HA BOCCIATO IL REFERENDUM SUL MAGGIORITARIO E PREPARA IL SUO ASSALTO CON UNA RACCOLTA DI FIRME SU UN DDL COSTITUZIONALE PER IL PRESIDENZIALISMO, MA L'IDEA È  PROMUOVERE TANTI ALTRE CONSULTAZIONI POPOLARI - “LA VERITÀ” MALIGNA E VEDE UN NESSO TRA LA BOCCIATURA E LE AMBIZIONI DI QUIRINALE DELLA PRESIDENTE, MARTA CARTABIA: “AFFINCHÈ QUESTO SI REALIZZI E’ CRUCIALE CHE LA MAGGIORANZA GIALLOROSSA REGGA FINO AL 2022…”

1 - "LADRI DI DEMOCRAZIA" SALVINI PRONTO A RILANCIARE CON UNA RAFFICA DI QUESITI

Amedeo La Mattina per ''la Stampa''

 

zingaretti di maio

Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti ora dicono avanti tutta con la nuova legge elettorale proporzionale. Niente maggioritario, nemmeno nella versione più soft del vecchio Mattarellum che aveva il 75% di collegi uninominali. È un modo per neutralizzare Matteo Salvini e la sua ambizione di premiership con «pieni poteri», sostenuta da una maggioranza parlamentare molto vasta. Con il sistema che la Lega voleva introdurre, bocciato dalla Corte Costituzionale, il centrodestra avrebbe infatti potuto ottenere il 66-67% di seggi parlamentari con il 45% di voti.

 

corte costituzionale 1

Ecco la paura dell' ex ministro dell' Interno, quella di un «complotto» per fermarlo, depotenziarlo. Con il proporzionale il Carroccio, Fratelli d'Italia e Forza Italia dovranno fare una corsa elettorale con liste separate. Dopo il voto dovranno sommare i voti che potrebbero non essere sufficienti a battere gli avversari o comunque per governare con tranquillità.

 

Non a caso prima della decisione della Consulta e in queste ore tutti gli esponenti leghisti e di Fdi sostengono che in questo modo la Corte avrebbe spianato la strada all'instabilità politica, all'inciucio, al ritorno alla Prima Repubblica. Salvini accusa i «ladri di democrazia ai danni del popolo italiano: è il vecchio sistema che si difende con Pd e 5Stelle attaccati alle poltrone e prova a tornare indietro di trent' anni con leggi proporzionali che aiutano i partitini ma danneggiano il Paese. Occasione persa, ma ci riproviamo fin da domani».

 

VIGNETTA BENNY - DI MAIO E ZINGARETTI

La Lega rilancia con una raccolta di firme su un ddl costituzionale per il presidenzialismo, ma l' idea è di promuovere tanti altre consultazioni popolari. Le otto Regioni a guida centrodestra, e le altre che verranno conquistate nelle prossime settimane e mesi, verranno chiamate a chiedere altri referendum, come è stato fatto con quello per il maggioritario. Si potrebbe seguire questa strada contro alcune leggi che il governo giallorosso e la sua maggioranza intendono approvare. Una strategia referendaria per mettere il popolo contro «i ladri di democrazia», che però dovrà sempre fare i conti con la Consulta.

 

il confronto tra stefano bonaccini e lucia borgonzoni a cartabianca

È una mossa per rilanciare ma che nasconde una difficoltà e il timore di trovarsi con le armi spuntate. Soprattutto di trovarsi di fronte ad avversari che serreranno i ranghi con un accordo che guardi al 2023. Salvini si troverebbe a fare una lunga traversata nel deserto anche in caso di sconfitta del candidato Dem Bonaccini in Emilia-Romagna. Sempre che questo accada.

 

Se invece il 26 gennaio a perdere dovesse essere la leghista Borgonzoni, allora sarebbe un doppio colpo per il capo del Carroccio, il quale potrebbe consolarsi con la più probabile vittoria in Calabria. In quella Regione tuttavia a vincere sarebbe Jole Santelli di Forza Italia. E nelle altre sfide regionali in primavera i candidati potrebbero non essere della Lega: in Puglia sulla rampa di lancia c' è Fitto, candidato di Giorgia Meloni, mentre in Campania sarà Berlusconi a decidere chi sarà a correre per il centrodestra.

SALVINI CON UNA COPIA DI REPUBBLICA CHE TITOLA CANCELLARE SALVINI

 

Entro gennaio poi verrà al pettine il nodo dell'autorizzazione a procedere chiesto dalla procura di Catania che accusa l'ex ministro dell' Interno di sequestro di persona per aver tenuto circa 120 migranti sulla nave Gregoretti. Superata la diatriba in Giunta, sarà comunque l' aula del Senato a decidere e i numeri della maggioranza sono tutti contro Salvini, che andrà a processo.

 

Il leghista potrà usare tutto questo nella sua campagna elettorale. Potrà gridare contro il furto di democrazia, andare avanti a colpi di referendum, sostenere che la sua unica colpa è di avere difeso i confini italiani, accusare i suoi avversari di volerlo liquidare per via giudiziaria (incombe pure l' inchiesta sui finanziamenti russi). Ma i suoi avversari proveranno a farlo arrivare alle elezioni politiche con il fiatone e con la proporzionale.

marta cartabia 2

 

2 - LA CANDIDATA AL QUIRINALE AFFOSSA LA LEGGE CHE PUÒ ROVINARLE I PIANI

Alessandro Rico per ''la Verità''

 

La Corte costituzionale boccia il referendum elettorale: «Quesito eccessivamente manipolativo». Ci sono volute 9 ore di camera di consiglio perché passasse la linea dettata sabato scorso, sul Corsera, dall'ex giudice della Consulta, Sabino Cassese: la proposta della Lega di eliminare la parte proporzionale del Rosatellum rendeva necessario ridisegnare i collegi uninominali e, a questo scopo, rinviava a una legge di delega al governo, che però era stata pensata per attuare la riforma costituzionale con cui è stato ridotto il numero dei parlamentari.

 

Mattarella

Insomma, una disposizione ideata per un fine, usata per attuarne un altro: è per tale ragione che Cassese riteneva il referendum inammissibile. Ed è a questo che ha fatto riferimento la Corte, parlando di «eccessiva manipolatività del quesito», tale da rendere «non autoapplicativa» la norma risultante.

 

Al netto dei giudizi tecnici, è indubbio che, con questa decisione, la Consulta soccorre il governo giallorosso. Il connubio tra taglio delle poltrone e introduzione dei collegi uninominali, infatti, avrebbe reso molto più difficile conquistare un seggio. Pertanto, in caso di accoglimento del referendum, i parlamentari che avessero temuto per la loro rielezione sarebbero stati tentati di accelerare la caduta dell'esecutivo, per tornare alle urne con il vecchio sistema.

 

marta cartabia 6

Il parere della Corte costituzionale è stato accolto con stizza dal diretto interessato, Roberto Calderoli: «Il quotidiano Repubblica scriveva: "Cancellare Salvini". Con la decisione negativa della Consulta sul referendum possiamo scrivere: "Cancelliamo il popolo"». Adirato Matteo Salvini: «È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5 stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica».

giorgia meloni ospite di fuori dal coro

 

Anche quest' ultimo, in fondo, era un punto qualificante della tesi di Cassese: far scegliere il sistema di voto agli elettori non è una cosa «saggia», aveva scritto. Certe cose è meglio lasciarle agli esperti. Era impensabile, ha scritto Stefano Folli, che la Corte trasformasse «l'Italia, dall' oggi al domani, in una Gran Bretagna del Mediterraneo». Anche se gli italiani, il maggioritario, lo invocano da un trentennio. Addirittura, l'avvocato delle Regioni che avevano sottoscritto il quesito, Giovanni Guzzetta, ha ventilato il sospetto che la Consulta abbia messo la pietra tombale sui referendum elettorali.

 

PAOLO GENTILONI

Nessuno stupore da parte di Giorgia Meloni: sentenza prevedibile, a suo avviso, poiché il quesito era sgradito alla sinistra. Lo stop all'iniziativa promossa da Calderoli è un fatto talmente importante per la maggioranza, che persino Paolo Gentiloni non ha resistito alla tentazione di accantonare l'opportuno aplomb istituzionale da commissario Ue. Soltanto perché il referendum è stato «inventato da Salvini», la sua bocciatura è «una buona notizia anche per chi non ama il proporzionale».

 

Giubilo pure in casa pentastellata. Sulla falsariga del leader azzoppato, Luigi Di Maio («Seguiamo la strada del proporzionale»), il ministro grillino per le Riforme, Federico D'Incà, ha tessutole lodi del Germanicum, in grado di garantire, a suo parere, «un sistema politico più coeso e governi più stabili». O, semplicemente, di blindare un cordone sanitario in chiave anti leghista.

 

dario franceschini ritiro del pd all'abbazia di contigliano 3

È in questo complesso gioco di equilibri che s'inserisce la decisione dei magistrati della Consulta. Il parere di ieri era il primo grande banco di prova per la neopresidente, Marta Cartabia, che dalle sorti del Conte bis è toccata molto da vicino. Più volte indicata come potenziale premier di un governissimo, la giudice è gradita a Matteo Renzi e soprattutto a Sergio Mattarella. Sarebbe una garanzia di continuità rispetto all' orientamento europeista dell'establishment nostrano, però con una dose di femminismo e un pizzico di populismo (basti pensare alla sua recentissima scelta di «aprire» la Corte al dialogo con le associazioni).

 

Insomma, la Cartabia (il cui novennio alla Corte scade tra un anno) sarebbe la candidata perfetta per succedere all' attuale capo dello Stato. Ma affinché queste ambizioni siano soddisfatte, è cruciale che la maggioranza giallorossa regga fino al 2022.

E che dunque possa lanciare la sua Opa sul Colle, com' era stato nei piani di Renzi fin da quando, la scorsa estate, spiazzò il segretario dem, Nicola Zingaretti, con la pazza idea del governo insieme ai 5 stelle.

 

Da allora, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta: Zingaretti ha sposato le idee di Dario Franceschini sull' alleanza permanente con il Movimento. Tant' è che ieri, su Twitter, ha dimenticato la vocazione maggioritaria del suo partito, commentando: «Un altro bluff di Salvini è caduto. Ora avanti per cambiare davvero l' Italia».

 

carlo calenda direzione del pd 4

Adesso, paradossalmente, è Renzi che sta facendo traballare Giuseppe Conte. Al Bullo non va a genio la soglia di sbarramento del Germanicum al 5%. Però è difficile pensare che pugnali Giuseppi, almeno finché non avrà la certezza di poter sostituire i pentastellati con altrettanti centristi favorevoli alle larghe intese pur di arginare Salvini. Le reclute, in teoria, arriverebbero dalla diaspora di Forza Italia, dal «fronte repubblicano» che spazierebbe da Carlo Calenda a Mara Carfagna. Per ora, le capogruppo di Camera e Senato del partito del Cav, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, chiedono al centrodestra di presentare una proposta unitaria di legge elettorale.

 

MARA CARFAGNA PAOLA TAVERNA

Eppure, finanche in caso di ammucchiata, la presidente della Corte costituzionale non sarebbe inidonea all' ascesa al Colle. Sarà per questo miscuglio tra pure questioni giuridiche e prosaiche manovre politiche, che il verdetto sul referendum leghista, inizialmente previsto per il 15, è arrivato con un giorno di ritardo, dopo una lunga camera di consiglio e senza unanimità, sebbene con una maggioranza definita, da fonti Ansa, «solida e ampia». È lecito supporre che, tra le toghe, non tutti fossero bendisposti a respingere il quesito sul maggioritario, servendo un simile assist al governo e alimentando le aspirazioni quirinalizie della Cartabia. Qualche giorno fa, dopo aver illustrato le geometrie sottostanti al battesimo di fuoco del mandato della nuova presidente della Consulta, La Verità si era chiesta se a prevalere sarebbero state le ambizioni personali o la volontà popolare. Ça va sans dire: era una domanda retorica.

 

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...