“NICK ‘O ‘MERICANO” TORNA IN CARCERE – LA CASSAZIONE CONFERMA LA CONDANNA A 10 ANNI PER NICOLA COSENTINO PER CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE CAMORRISTICA: PER L’EX SOTTOSEGRETARIO ALL’ECONOMIA DI BERLUSCONI È LA SECONDA CONDANNA DEFINITIVA DOPO QUELLA A QUATTRO ANNI PER CORRUZIONE DI UN AGENTE PENITENZIARIO – SECONDO I GIUDICI, COSENTINO ERA IL “REFERENTE A LIVELLO NAZIONALE DEI CLAN DEI CASALESI”

-

Condividi questo articolo


1. LA CASSAZIONE CONFERMA CONDANNA A 10 ANNI PER COSENTINO

Antonio Pisani per l’ANSA

 

COPERTINA DE L ESPRESSO SU NICOLA COSENTINO COPERTINA DE L ESPRESSO SU NICOLA COSENTINO

Hanno retto anche in Cassazione le accuse a carico dell'ex sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino di essere il "referente a livello nazionale del clan dei Casalesi": la Suprema Corte ha confermato la condanna a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione camorristica inflittagli dalla Corte di Appello di Napoli il 21 luglio 2021, rigettando il ricorso dei difensori Agostino De Caro, Stefano Montone ed Elena Lepre, In primo grado, il 17 novembre 2016, l'ex coordinatore di Forza Italia in Campania era stato condannato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a nove anni di cella.

 

Per Cosentino è la seconda condanna definitiva dopo quella a quattro anni per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano (Napoli), mentre l'ex parlamentare è stato assolto definitivamente in altri due processi in cui gli venivano contestati reati di camorra, uno detto "Il Principe e la Scheda Ballerina" e quello noto come "Carburanti", che aveva coinvolto anche i fratelli e l'azienda di famiglia (l'Aversana Petroli).

 

NICOLA COSENTINO NICOLA COSENTINO

Il processo giunto a conclusione, il cosiddetto Eco4, è però il più importante tra quelli istruiti dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli a carico dell'ex sottosegretario del Governo Berlusconi, in quanto pur prendendo le mosse dalle infiltrazioni camorristiche riscontrate nella società Eco4, che si occupava nei primi anni duemila di raccolta dei rifiuti in una ventina di comuni del Casertano - celebre la frase "l'Eco4 song io", che Cosentino avrebbe detto nel corso di un incontro al pentito dei Casalesi Gaetano Vassallo - ha fotografato oltre venti anni di storia camorristica, da fine anni '80 al 2009, un arco temporale in cui Cosentino - è emerso dai processi - ha stretto un patto con i vertici storici del clan dei Casalesi, da Francesco Bidognetti a Francesco "Sandokan" Schiavone, garantendo un appoggio costante alla cosca in cambio del sostegno elettorale alle varie elezioni.

 

BACIO ALLA CAMERA TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA BACIO ALLA CAMERA TRA NICOLA COSENTINO E ALFONSO PAPA

Appoggio al clan che si sarebbe concretizzato soprattutto nell'infiltrazione del clan nell'Eco4, gestita da un Consorzio pubblico (il Caserta4) e da due imprenditori privati collusi con i Casalesi, i fratelli Michele (ucciso nel 2008 dai killer dell'ala stragista guidata da Giuseppe Setola) e Sergio Orsi, quest'ultimo già condannato per tali vicende. In primo grado il tribunale aveva riconosciuto Cosentino colluso fino al 2004, mentre la Corte di Appello aveva esteso tale termine al 2009 aumentando la pena di un anno, e ciò sulla base della sentenza di condanna di primo grado che Cosentino aveva nel frattempo avuto nel processo il "Principe", in cui poi è stato assolto in Appello e Cassazione.

 

LUIGI CESARO E NICOLA COSENTINO LUIGI CESARO E NICOLA COSENTINO

I legali di Cosentino, che hanno sempre rigettato le accuse, basate soprattutto sulle dichiarazioni di numerosi pentiti, speravano che la Suprema Corte, in sede di decisione di Eco4, tenesse conto delle assoluzioni definitive avute da Cosentino per "Il Principe" e il processo "Carburanti", ma invece così non è stato. Delusi i difensori. "Ma non ci fermiamo" dicono. Ora per Cosentino si riaprirà il carcere. L'ex politico ha già trascorso in regime di carcerazione preventiva oltre quattro anni tra carcere e domiciliari tra il marzo 2013 - entrò in cella la prima volta quando si insediò il Parlamento e lui, non candidatosi, perse l'immunità - e il febbraio 2018.

 

2. CAMORRA, 10 ANNI A NICOLA COSENTINO ANDRÀ IN CARCERE

Estratto dell’articolo di Marco Franchi per “il Fatto quotidiano”

 

Quindici anni dopo la copertina de l’espresso con la sua faccia e il titolo “la camorra nel governo”, per Nicola Cosentino si spalancano le porte del carcere da condannato per concorso esterno in associazione camorristica.

 

NICOLA COSENTINO NICOLA COSENTINO

La Cassazione ha reso definitiva la condanna in appello a dieci anni di reclusione, uno in più del verdetto di primo grado che arrivò nel 2016 dopo 141 udienze e l’ascolto di circa 110 testi, tra i quali 16 collaboratori di giustizia.

 

Pentiti che Cosentino definì “camorristi schifosi, che hanno da scontare ergastoli e puntano a salvare i propri patrimoni”, nel corso di una conferenza stampa che gli costò uno dei tanti processi conclusi con l’assoluzione. Ma ieri c’è stata una condanna, e la condanna ci dice che Cosentino, già sottosegretario all’economia del governo Berlusconi, è stato il referente politico del clan dei Casalesi e degli interessi della camorra nell’eco4, società che all’inizio degli anni duemila ha gestito la raccolta dei rifiuti in una ventina di comuni del Casertano.

 

NICOLA COSENTINO NICOLA COSENTINO

Cosentino si costituirà in carcere, probabilmente a Roma – ieri era al Palazzaccio, ma non ha partecipato all’udienza – probabilmente a Rebibbia. Non tornerà a Secondigliano, il penitenziario di Napoli che scelse nel 2013 quando decadde l’immunità parlamentare e fu eseguita la misura cautelare che pendeva dal 2009, per le accuse confluite ieri nella condanna definitiva. Non tornerà in quel carcere perché proprio tra quelle mura si consumarono i fatti per i quali nel 2018 è stato condannato, in via definitiva, a quattro anni per la corruzione di un agente carcerario che gli aveva procurato qualche benefit in cella. […]

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MI SI NOTA DI PIU’ SE FACCIO IL MARTIRE? – L’ASSENZA DI SAVIANO DAL SALONE DEL LIBRO DI FRANCOFORTE STAVOLTA NON E’ FRUTTO DELL’EPURAZIONE MELONIANA – E’ STATO CHIESTO ALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI QUALI SCRITTORI INVITARE ED E’ VENUTO FUORI UN ELENCO DI SINISTRELLI MICA MALE, DA NICOLA LAGIOIA A CHIARA VALERIO – MANCAVA SAVIANO SOLO PERCHE’ LE DUE CASE EDITRICI CHE POTEVANO INDICARLO NON L’HANNO FATTO. LA PRIMA È “FUORISCENA” DEL GRUPPO SOLFERINO-CAIRO EDITORE (CHE NON È NEANCHE ASSOCIATO ALL’AIE) - L’ALTRO EDITORE CHE POTEVA INSERIRE LO SGOMORRATO NELLA LISTA ERA BOMPIANI, GRUPPO GIUNTI, PER LA QUALE, SEMPRE QUEST’ANNO, SAVIANO HA PUBBLICATO “SOLO È IL CORAGGIO” (MEZZO FLOP). L’EDITOR PRINCIPE DEL GRUPPO GIUNTI È ANTONIO FRANCHINI, CHE SI È MESSO IN TESTA DI…

DAGOREPORT - IN VATICANO LA TENSIONE SI TAGLIA CON L’OSTIA: DOPO IL DAGO-SCOOP PAPALINO SULLA “FROCIAGGINE” E LE "CHECCHE IN SEMINARIO", OLTRETEVERE LO SGOMENTO HA TOCCATO OGGI IL CLIMAX CON L'ATTACCO DELLA MELONA AL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI, PRESIDENTE DEI VESCOVI E CANDIDATO NATURALE ALLA SUCCESSIONE DI PAPA FRANCESCO, REO DI AVER SCOMUNICATO IL PREMIERATO DELLA COATTA PREMIER E L'AUTONOMIA DIFFERENZIATA DI SALVINI - LA CURIA ROMANA NON SA COME GESTIRE LA "FOLLIA" DEL PAPA ARGENTINO E SVELENANO (“IN DELIRIO DI ONNIPOTENZA”, “UN PERONISTA INTERESSATO SOLO ALLA VISIBILITÀ SUI GIORNALI”) - LA DESTRA ANTI-BERGOGLIO TREMA IN VISTA DEL PROSSIMO CONCLAVE, BLINDATO DA FRANCESCO CON NOMINE DI CARDINALI PROGRESSISTI, MA LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE: MORTO IL PAPA, I SUOI FEDELISSIMI “OBBEDIRANNO” ALLA MEMORIA O FARANNO COME JE PARE?

DAGOREPORT – ATTENZIONE: LA COATTA PREMIER DE' NOANTRI POTREBBE RIENTRARE IN PARTITA DOPO LE EUROPEE. SE IL CONSIGLIO EUROPEO, NONOSTANTE LA FATWA DI MACRON E SCHOLZ, SCEGLIESSE URSULA COME CANDIDATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE, LA TEDESCA POTREBBE CHIEDERE I VOTI ALLA MELONA PER EVITARE DI ESSERE UCCELLATA DAI FRANCHI TIRATORI DEL PPE CHE LA DETESTANO (IL PARLAMENTO DI STRASBURGO VOTA  A SCRUTINIO SEGRETO). A QUEL PUNTO LA DUCETTA POTREBBE SIGLARE UN PATTO: I MIEI VOTI IN CAMBIO DELLA VICE-PRESIDENZA O D'UN COMMISSARIO DI PESO E RINEGOZIAZIONE DELL'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITA'...

DAGOREPORT – GIORGETTI È DISPERATO: NON SA DOVE TROVARE I SOLDI PER LA PROSSIMA FINANZIARIA (SI PRESENTA A OTTOBRE MA ANDAVA CUCINATA IERI), MENTRE I PARTITI DELLA MAGGIORANZA, IN PIENA SBORNIA DA EUROPEE, SPARANO PROMESSE IRREALIZZABILI. MA DOPO IL 9 GIUGNO SI CHIUDERA' IL CORDONE DELLA BORSA: E SARANNO BOTTI TRA GIORGETTI E IL PERICOLANTE SALVINI (LEGA VICINA ALL'IMPLOSIONE) – "MELONI, DETTA GIORGIA" SI ILLUDE DI POTER RIDISCUTERE L'INSOSTENIBILE PATTO DI STABILITÀ, BARATTANDOLO ALLA RATIFICA DEL MES - MA A BRUXELLES LA REGINA DI COATTONIA SARA' IRRILEVANTE (I VOTI DI ECR NON SERVIRANNO PER LA COMMISSIONE UE) E GLI EURO-POTERI PREPARANO GIA' UNA BELLA PROCEDURA D'INFRAZIONE PER L'ITALIA – LA PREOCCUPAZIONE DELL'UE PER LA DEBOLEZZA STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA: NEMMENO I MOLTI MILIARDI DEL PNRR STANNO FACENDO VOLARE IL PIL...

DAGOREPORT – ASPETTANDO IL VOTO, MACRON E SCHOLZ HANNO TROVATO UN ACCORDO DI MASSIMA: SILURATA URSULA ED ESCLUSA OGNI ALLEANZA CON LA MELONI, I DUE LASCERANNO AL PPE, GRUPPO DI MAGGIORANZA, L’ONERE DI TROVARE UN NOME ALTERNATIVO A VON DER LAYEN PER LA COMMISSIONE (NO A WEBER, UN PO' TROPPO DI DESTRA, IN POLE IL BAVARESE SÖDER) – I SOCIALISTI PUNTANO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO, DOVE SANCHEZ FA PRESSIONE SU SCHOLZ PER IL PORTOGHESE COSTA. MA SE LA SCELTA RICADESSE SUI LIBERALI, MACRON PROPORREBBE MARIO DRAGHI - MORALE DELLA FAVA: ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO, LA DUCETTA IN EUROPA SARA' IRRILEVANTE...