“SARO’ SEMPRE PRESENTE QUANDO SI PARLA DI LIBERTA’” – VIA LIBERA DEL SENATO ALLA CITTADINANZA ITALIANA A PATRICK ZAKI, IN AULA ANCHE LILIANA SEGRE: “C’È QUALCOSA NELLA STORIA DI PATRICK ZAKI CHE PRENDE IN MODO PARTICOLARE, ED È RICORDARE QUANDO UN INNOCENTE È IN PRIGIONE. QUESTO L’HO PROVATO ANCH’IO” - APPROVATA LA MOZIONE CHE CHIEDE AL GOVERNO DI SOLLECITARE LE AUTORITÀ EGIZIANE A LIBERARE LO STUDENTE DETENUTO ORMAI DA 432 GIORNI. FRATELLI D’ITALIA SI ASTIENE

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Carlotta De Leo per corriere.it

 

patrick zaki patrick zaki

Via libera del Senato alla cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente agli arresti dal 7 febbraio del 2020 in Egitto. L’ordine del giorno presentato è stato approvato con 208 sì, nessun contrario e 33 astenuti. In aula anche la senatrice a vita, Liliana Segre: «C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione.

 

Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà» commenta Segre. Tra gli astenuti i senatori di Fratelli d’Italia: «Siamo convinti che per raggiungere l’obiettivo della sua liberazione la strada da seguire sia quella della diplomazia» spiega il senatore Alberto Balboni.

 

Segre: «Quando si parla di libertà sarò sempre presente»

La senatrice a vita aveva annunciato martedì la sua presenza in Aula per il voto: «La detenzione di Zaki senza processo è una violazione clamorosa dei diritti umani e civili che lo Stato democratico italiano non può accettare senza fare il possibile per ottenere la liberazione del prigioniero, a partire dalla concessione immediata della cittadinanza».

 

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A spingere Segre a viaggiare da Milano a Roma a 90 anni e in piena pandemia è stata una motivazione forte: Ci sono delle occasioni in cui uno deve vincere le forze che non sono sempre brillantissime.

 

C’è qualche cosa nella storia di Zaki che prende in modo particolare, ricordare quando un innocente è in prigione, siccome io questo l’ho provato, io per la colpa di essere nata, e ricordo cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando – dice ancora ai microfoni di Radio Popolare – non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più. Sarò sempre presente almeno spiritualmente quando si parla di libertà».

 

 

 

La mozione

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La mozione sulla cittadinanza è stata presentata dal senatore Francesco Verducci del Partito democratico. Nel testo approvato si chiede anche al governo di sollecitare le autorità egiziane per la liberazione dello studente; di monitorare le udienze processuali e le condizioni di detenzione; di attivarsi a livello europeo per la tutela dei diritti umani nei Paesi dove persistono violazioni e a portare iniziative al G7 con particolare riguardo a casi di repressione di attivisti politici. «L’approvazione della mozione è un atto importante, che dimostra come la vicenda dello studente egiziano dell’università di Bologna che ha superato i 14 mesi di detenzione sia una priorità che il Parlamento italiano intende affrontare» commenta Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, sottolineando però «l’incoerenza di un governo che prosegue senza soluzione di continuità i propri rapporti con un governo repressivo com’è quello del presidente al-Sisi».

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#NonMolliamo

«Il Parlamento italiano dice sì alla cittadinanza a #PatrickZaki. Unanimità che dimostra l’impegno di tutta Italia. #NonMolliamo» scrive su Twitter il segretario Pd Enrico Letta. «Con l’approvazione di una sacrosanta mozione a suo favore, allo studente egiziano Patrick Zaki verrà riconosciuta la cittadinanza italiana. Siamo onorati dalla presenza di Liliana Segre che a 90 anni dimostra che certe battaglie uniscono e fanno convergere» twitta il senatore M5S Nicola Morra.

 

L’astensione

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L’astensione del partito di Giorgia Meloni è stata spiegata dal senatore Alberto Balboni, durante il suo intervento: «Fratelli d’Italia si astiene sulla mozione per la concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki perché siamo convinti che per raggiungere l’obiettivo della sua liberazione la strada da seguire sia quella della diplomazia». «Non vorremmo - ha sottolineato - che la cittadinanza a Zaki possa avere l’effetto controproducente, come ha detto anche il governo in aula, di insospettire e irrigidire ulteriormente le autorità egiziane, a causa delle quali lo studente dell’ateneo di Bologna, reo solo di aver espresso delle opinioni in difesa dei diritti civili dei suoi concittadini, è detenuto ormai da 432 giorni. Non vi è nulla di preventivo in questa detenzione che corrisponde ad una vera e propria pena».

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