luigi di maio giuseppe conte

DI MAIO AVEVA IN MANO L’ITALIA E ORA RISCHIA DI RIMANERE SOLO “MINISTRO DI QUALCOSA”: ECCO PERCHÉ S’INCAZZA TANTO. È INVIDIOSO DI GIUSEPPE CONTE, CHE GLI HA FREGATO LA LEADERSHIP DEL MOVIMENTO 5 STELLE DA SOTTO IL NASO E ANCHE PUBBLICAMENTE GLI RISERVA ORMAI UNA SPECIE DI PATERNALISMO AFFETTUOSO DA PACCA SULLA SPALLA – LA MINACCIA DEL VOTO SU ROUSSEAU? IL PREMIER HA SPIEGATO CHE "LA DECISIONE È DEGRADATA" (CIOÈ NON CONTA UN FICO SECCO) – I PARLAMENTARI GRILLINI NON LA STANNO PRENDENDO BENISSIMO E ATTACCANO DI MAIO: “EGOISTA”, “IRRESPONSABILE”, “PENSI SOLO ALLA POLTRONA" – L'INCONTRO TRA PD, M5S E CONTE SLITTA ALLE 12

LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI


Governo, incontro su programma tra Pd, M5S e Conte slitta alle 12

(LaPresse) - L'incontro sul programma a Palazzo Chigi tra le delegazioni di Pd, M5S e il premier incaricato, Giuseppe Conte, è stato spostato - secondo quanto si apprende - alle 12.

 

1 – PERCHÉ DI MAIO SBROCCA? SEMPLICE, STA TRATTANDO PER LA SUA SOPRAVVIVENZA POLITICA! - LUIGINO È STATO SCARICATO DA TUTTI, DENTRO E FUORI IL MOVIMENTO. E PER NON TORNARE A FARE IL BIBITARO, L’UNICA OPZIONE È FAR FINTA DI CONTARE ANCORA QUALCOSA

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/perche-nbsp-maio-sbrocca-semplice-sta-trattando-sua-212464.htm

 

2 – IL LEADER 5S NEL BUNKER CON GLI ULTIMI FEDELISSIMI "NON MI FACCIO MORTIFICARE"

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

CONTE E DI MAIOBEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO

(…) Dicono che si tormenti soprattutto di sera, circondato da pochi - Alfonso Bonafede, un paio di guardiani della Casaleggio associati - «io non mi farò mortificare, no, non succederà». Che abbia preso a guardare Giuseppe Conte non proprio con invidia, ma insomma: «L' ho scelto io». Vero, peraltro. Bei tempi. Quello che non gli dicono, non ne hanno il coraggio, è che il premier gli riservi ormai un paternalismo affettuoso che sa di pacca sulla spalla. «Di questi dettagli - ha risposto ieri a Nicola Zingaretti per una, due, tre volte - devi parlarne con Di Maio». Neanche fosse il capo garzone del "contismo". «

 

bonafede di maio conte

(…)  Ogni delegazione di Montecitorio che gli sfila davanti, la stessa domanda: «Ma Luigi che vuole fare?». E Conte: «Non preoccupatevi, è fatto così, ma è affidabile. A trent' anni non è facile gestire il potere... ». Riduttivo, il premier: Di Maio non gestiva il potere, aveva in mano l' Italia. Due ministeri, la vicepresidenza del Consiglio, un partito del 33%. Ora gli propongono la retrocessione a "ministro di qualcosa". «Io voglio il ministero della Difesa e voglio restare vicepremier», ripete fino a sera alla delegazione del Pd nella serata umida e appiccicosa di Palazzo Chigi. Spinge al massimo, evoca la crisi, provoca Zingaretti, per ottenere di più. Per sé e per i suoi uomini, tanti. La cerchia di fedelissimi soffia, soffia, soffia sulla rabbia che covano solo i detronizzati.

PAPA FRANCESCO INCONTRA GIUSEPPE CONTE

 

Tanto movimento, in queste ore, zero risultati. Di Maio sbatte i pugni, ma la sua stanza è insonorizzata. «Ho bisogno della vicepresidenza del Consiglio per tenere in mano il Movimento». Tutti si muovono per conto proprio, nel frattempo. Ieri Alessandro Di Battista ha alzato il telefono e chiamato un amico del Pd. «Non l' avete ancora capito che tutti i nostri si sono convinti che dobbiamo far saltare tutto? ». Lui appartiene alla schiera dei falchetti televisivi, ma gli altri?

giuseppe conte riceve l'incarico per la formazione del suo secondo governo 2

«Casaleggio ha dubbi», dice in giro Di Maio, per alzare il prezzo.

 

(…) Nel Movimento ci sono due strade per sostituire chi cade in disgrazia: l' espulsione, e non è questo ovviamente il caso, oppure l' abbraccio silenzioso, soffice, letale. Quando il premier ha incontrato la delegazione di +Europa - è un racconto che Benedetto Della Vedova ha regalato ieri sera alla direzione del suo partito - ha chiesto al premier incaricato: «Ma se Rousseau boccia tutto, che fate?».

 

sergio mattarella luigi di maio

L' avvocato ha sorriso, forse gli saranno tornati in mente Hegel e Minniti: «Ma no, vedrai, la decisione è degradata», anglicismo contiano per dire che ha subito un downgrading, declassata. Che non conta un fico secco, insomma, anche se in teoria un governo e un Paese sono appesi a quel voto. «Luigi alza i toni - ha spiegato alla delegazione dem, scocciato con il suo vicepremier - proprio in vista del voto tra gli iscritti».

 

SERGIO MATTARELLA LUIGI DI MAIO BY LUGHINO

(…) Pure chi tratta a suo nome con i dem glielo ha detto, «siamo a buon punto col programma, abbiamo anche ottenuto il taglio dei parlamentari a ottobre, basterà calendarizzare la riforma elettorale». E invece niente, va in mondovisione a evocare il voto e stuzzicare lo spread. (…)

 

3 – I PARLAMENTARI GRILLINI BOCCIANO LA RETROMARCIA "SEI TROPPO EGOISTA, PENSI SOLO ALLA POLTRONA"

mattarella di maio

Federico Capurso per “la Stampa”

 

«Il Pd accetti il nostro programma o si torna al voto», minaccia Luigi Di Maio all' uscita dalle consultazioni. I suoi colonnelli lo stanno ascoltando, ma quel che in molti sentono uscire dalla bocca del capo ha un suono diverso: «Il Pd accetti me come vicepremier o si torna al voto».

 

GOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIE

Chi nel Movimento segue la trattativa da vicino sa che il nodo del programma, in questo momento, è secondario. O meglio, è convinto che la volontà di Di Maio di ingarbugliare il filo dell' intesa nasca esclusivamente dal tentativo di ottenere il posto da vice di Giuseppe Conte, in modo da poter salvare la propria leadership nel partito.

 

zingaretti di maio

Il ragionamento di un membro grillino del governo è semplice, lineare, sebbene sia intriso di veleno: «Se l' intesa viene fatta saltare e si torna al voto, Di Maio sarà così indebolito da non poter restare alla guida del M5S - dice mentre cammina nei corridoi della Camera -; se invece si fa l' accordo con il Pd, ma Di Maio non sarà vicepremier, il suo peso politico si affievolirà di conseguenza anche nel Movimento. Ecco perché tratta su se stesso».

 

CONTE SALVINI DI MAIO MOAVERO MATTARELLA

La sera di giovedì, nel quartier generale del Movimento rimbalza insistentemente la voce che il Pd avrebbe aperto alle richieste dei 5S di avere due vicepremier, uno per parte, ma solo a una condizione: che il vice grillino non sia Di Maio. La reazione del leader M5S è furiosa: «Dopo le consultazioni, vedranno», dice a chi gli è vicino. E ieri, al termine del colloquio con Conte, il capo politico esce di fronte alla stampa e, come promesso, lancia il suo contrattacco.

 

salvini conte

Inasprisce i toni, pone ultimatum, raddoppia da 10 a 20 i punti imprescindibili per la formazione di un governo. Poi, sulla revisione profonda dei due decreti sicurezza di Salvini - elemento simbolico di questo accordo - Di Maio apre lo strappo più doloroso: «Non ne va modificata la ratio. Non rinneghiamo quanto fatto in questi 14 mesi», dice ai cronisti assiepati nella sala della Regina, a Montecitorio.

 

Quando le parole prendono forma, lungo la schiena delle truppe parlamentari corre un fremito di paura. I Cinque stelle sono disorientati. Non si aspettavano tanto. Ma è uno stato d' animo che si trasforma, nel giro di un' ora, in una diffusa ostilità verso il capo. In cambio di un ok al suo ruolo da vicepremier - scommettono in tanti - i diktat «si annacquerebbero in un istante».

LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI INVECCHIATI CON FACEAPP

 

Nelle chat interne di alcune correnti M5S, tra cui quella fichiana e quella di un gruppo di senatori critici, Di Maio viene indicato più volte come «egoista», «irresponsabile», un capo che «pensa a sé, non al Movimento né al Paese». I fedelissimi del capo tentano di gettare acqua sul fuoco. Il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli tiene a galla un' intesa che si stava smontando. Poi i fedelissimi del capo fanno girare la voce secondo cui all' incontro serale con gli esponenti del Pd, durante il quale avrebbero voluto affrontare i 20 punti del programma, «loro non avevano la delega a parlare di temi, ma solo di poltrone».

GRILLO FICO DI MAIO DI BATTISTA

Poi, inizia a essere veicolato un pensiero dello stesso Di Maio, pensato perché le truppe ascoltino: «A me non interessa fare il vicepremier - ha detto ai suoi -. Deciderà Conte. Il mio obiettivo è portar avanti i venti punti».

 

Punti che, secondo un deputato vicino al leader, sarebbero «il frutto del lavoro di tutti quei parlamentari che ora lo stanno attaccando. Magari parlano così tanto solo perché vogliono tenersi stretta la poltrona». Il Movimento, ormai, è in guerra permanente contro se stesso. Nel caos, tornano a far paura le sirene leghiste, nonostante il ritorno al gialloverde sia impraticabile. Lo spauracchio di Salvini finisce per incombere persino sul voto online che prenderà corpo sul sito web Rousseau, di Davide Casaleggio.

luigi di maio davide casaleggio

 

I vertici del movimento, infatti, tengono alto il timore di una bocciatura dell' accordo sulla piattaforma. «Ci sono tanti ex del Movimento, passati alla Lega ma ancora iscritti a Rousseau, che potrebbero inquinare il voto», sostiene un deputato del Nord passeggiando all' ombra della Camera. «Speriamo solo che Casaleggio trucchi il voto e faccia passare l' accordo». Scherzava. Ma neanche tanto.

 

luigi di maio davide casaleggioDi Maio e Casaleggio in biciluigi di maio alessandro di battista roberto fico DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…