giorgia meloni 6

ALLA MELONI NON BASTA VINCERE LE ELEZIONI PER GOVERNARE: DEVE PRIMA RIFARSI UN'IMMAGINE – GIOVANNI ORSINA: “HA FATTO MOLTO PER ACCREDITARSI AL DI FUORI DELLA PENISOLA, IN PARTICOLARE SUL VERSANTE ATLANTICO. LA SUA IMMAGINE RESTA PERÒ FRAGILE CON I PARTNER EUROPEI, SU ALMENO DUE PUNTI. IL RAPPORTO COL FASCISMO, E POI L'IDEA D'EUROPA” – “UN NODO CHE PUÒ ESSERE SCIOLTO SOLTANTO TROVANDO IL MODO DI PRESENTARE LE LEGITTIME ESIGENZE DELL'INTERNO COME UNA PIATTAFORMA NEGOZIALE, E NON IN CONTRAPPOSIZIONE FRONTALE, RISPETTO AL VINCOLO ESTERNO…”

GIOVANNI ORSINA

Giovanni Orsina per “La Stampa”

 

L'insofferenza di una parte consistente dell'opinione pubblica per i vincoli che i processi d'integrazione sovranazionale impongono alla sovranità democratica è forse la radice prima di quei fenomeni che siamo soliti indicare con l'etichetta onnicomprensiva lorda di «populismo».

 

Poiché l'Italia, a motivo delle sue fragilità storiche, è particolarmente esposta ai venti globali, da noi la tensione fra l'esterno (i vincoli sovranazionali) e l'interno (l'opinione pubblica) è più forte che altrove.

 

Non per caso, negli ultimi quattro anni la Penisola ha vissuto l'unicum assoluto di una legislatura che, apertasi con la massima espressione della ribellione sovranista degli elettori, il governo gialloverde, va ora a chiudersi con la quintessenza dell'adesione al contesto europeo, il gabinetto Draghi.

 

il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 8

Man mano che cresce nei sondaggi, Giorgia Meloni tende sempre più a trasformarsi, almeno in potenza, nel punto di massima tensione fra l'interno e l'esterno. Fratelli d'Italia sta diventando il maggior terminale politico di quella parte dell'opinione pubblica che, più o meno confusamente, reclama che la sovranità sia almeno in parte riportata entro i confini nazionali.

 

In questa veste, alle prossime elezioni potrebbe (il condizionale è ovviamente d'obbligo) dimostrarsi il primo partito della coalizione vincente e guadagnarsi quindi la possibilità di svolgere un ruolo di governo. Se quest' eventualità si verificasse, d'altra parte, e se in quel momento l'immagine di Fratelli d'Italia non si fosse modificata rispetto a quel che è adesso, con ogni probabilità si porrebbe il problema della sua compatibilità con l'assetto europeo.

 

matteo salvini giorgia meloni federico sboarina

E la tensione fra l'interno e l'esterno si ripresenterebbe con forza. Si potrebbe ragionare a lungo, naturalmente, dello stato di salute di una democrazia così pesantemente condizionata da quel che si pensa, dice e fa al di fuori dei suoi confini.

 

E si potrebbe ragionare a lungo pure della strumentalità dei processi di delegittimazione, che non sono certo promossi da soggetti olimpici e neutrali, ma da parti in causa intente a perseguire obiettivi politici ben precisi. Non sono solo i cosiddetti populisti che sfruttano la paura, come spesso si dice - sono anche gli anti-populisti, che ingigantiscono il pericolo populista al fine, molto semplicemente, di conservarsi al potere.

 

giorgia meloni foto di bacco (5)

Né le condizioni ben poco esaltanti della democrazia italiana né la malafede di chi grida «al lupo» possono tuttavia eliminare quello che resta un dato di fatto: un ipotetico governo Meloni che uscisse dalle prossime elezioni avrebbe magari una forte legittimazione democratica, ma si troverebbe con ogni probabilità a fronteggiare un pesante fuoco di sbarramento internazionale.

 

La presidente di Fratelli d'Italia ha fatto molto per accreditarsi al di fuori della Penisola, in particolare sul versante atlantico. Basti pensare alla posizione che ha assunto sull'Ucraina. La sua immagine resta però fragile con i partner europei, su almeno due punti. Il rapporto col fascismo, innanzitutto, che appare ancora irrisolto a opinioni pubbliche d'Oltralpe non troppo raffinate nell'attribuire etichette.

giorgia meloni davanti alla casa bianca 1

 

E poi l'idea d'Europa. La tensione fra interno ed esterno è devastante per l'Italia. Meglio ancora: non è nell'interesse nazionale che quella tensione sia alimentata. Chi come Meloni rischia di alimentarla proprio nel nome della difesa dell'interesse nazionale finisce così per trovarsi stritolato in una contraddizione.

 

giorgia meloni

Un nodo che può essere sciolto soltanto trovando il modo di presentare le legittime esigenze dell'interno come una piattaforma negoziale, e non in contrapposizione frontale, rispetto al vincolo esterno. Questa è la sfida, tutt' altro che semplice, che attende Fratelli d'Italia. Ma un ruolo da giocare tocca pure agli avversari di Meloni. Come detto, la tensione fra interno ed esterno è anche alimentata intenzionalmente a fini politici. Il che è pure legittimo, ma non è necessariamente benefico per il Paese.

giorgia e arianna meloni giorgia meloni a washington national prayer breakfastBRUNO VESPA E GIORGIA MELONI giorgia meloni presenta la conferenza programmatica di fratelli d’italia 7giorgia meloni presenta la conferenza programmatica di fratelli d’italia 5FLOP DI SALVINI ALLE AMMINISTRATIVE 2022 BY ELLEKAPPA

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…