giancarlo giorgetti

 “LA LEGISLATURA ARRIVERÀ AL 2023” – LA PREVISIONE (O LA GUFATA?) DEL LEGHISTA GIORGETTI – STACCARE LA SPINA NON CONVIENE A NESSUNO: NON A ZINGARETTI E NEANCHE A DI MAIO: ECCO PERCHE’ – BATTAGLIA PD-M5S SULLA NORMA PER LA PRESCRIZIONE, SPADAFORA AMMETTE IL “MOMENTO DIFFICILE” – BERSANI: “CHÉ POI DI MAIO BISOGNA CAPIRLO: HA ACCUMULATO COSÌ TANTI INCARICHI, CHE ALLA SUA ETÀ SOLO ALESSANDRO MAGNO C’ERA RIUSCITO"

Francesco Verderami per corriere.it

giuseppe conte riccardo fraccaro giancarlo giorgetti

Ogni giorno ce n’è una nel governo. E domani è un altro giorno. Predicare il «buon senso» con gli alleati grillini è ormai l’esercizio quotidiano di Franceschini, che anche ieri — dopo aver represso la rabbia per come nella notte era saltato il patto di maggioranza sulla Rai — ha sfoderato con alcuni ministri 5S un paio di massime zen. E poco importa se i suoi interlocutori le abbiano scambiate per battute tratte dal lessico forlaniano: il capodelegazione del Pd ha voluto ribadire la necessità di fare squadra, «perché il rischio di una scivolata c’è sempre, ma quando un governo è forte si può rialzare». Traduzione: con Conte debole, se scivola...

giuseppe conte riccardo fraccaro giancarlo giorgetti

 

Ed ecco il punto. Perché è vero che la coalizione giallo-rossa potrebbe ruzzolare, e non si contano gli ostacoli che potrebbero causare un incidente. Tuttavia per aprire una crisi sarebbe poi necessario un atto politico, la decisione di uno o più partiti di porre fine formalmente all’esperienza di governo.

 

E chi si assumerebbe la responsabilità di staccare la spina? Non Zingaretti: anche se volesse, nei dem finirebbe in minoranza. E in fondo nemmeno Di Maio sarebbe intenzionato, malgrado venga rappresentato dal Pd (e da autorevoli esponenti 5S) come una sorta di Penelope: intento a disfare di notte la tela tessuta dal governo di giorno, e sospettato di avere un accordo sottobanco con l’Ulisse leghista. Ma la tesi sostenuta dal Pd (e da autorevoli esponenti 5S) che stia ordendo per avere «la testa di Conte» non sembra reggere, almeno a sentire il ministro Spadafora, ultimo «lealista» nella delegazione di governo grillina.

 

buffagni giorgetti

Il titolare dello Sport, nei suoi colloqui con rappresentanti democratici, ha riconosciuto che «il momento è difficile» ma ha aggiunto che «è nostra intenzione proseguire con questo governo», chiedendo «precise garanzie» per capire se il Pd voglia davvero andare avanti o se stia pensando «ad altro». L’«altro» magari è frutto di cattivi pensieri, maturati dopo la lettura dell’intervista a La Stampa di Goffredo Bettini, ritenuto l’ideologo di Zingaretti, che ieri ha detto: «Non ci sono altri governi dopo questo governo». E siccome in politica a volte si dice una cosa per affermare il contrario... In ogni caso, davanti al pericolo Salvini, Spadafora si aggrappa alle regole della politica. E conferma così le previsioni del leghista Giorgetti, persuaso che «la legislatura arriverà in fondo».

 

angelo tofalo silvio berlusconi giancarlo giorgetti

Ma nulla può darsi per scontato, persino un fan dell’alleanza giallo-rossa come Bersani intende scommettere: «La casa dovrebbe reggere, ma questi del Pd e dei Cinquestelle sono tipi strani. Magari un giorno ti svegli e ti trovi un buco largo così nel soffitto. Ché poi Di Maio bisogna capirlo: ha accumulato così tanti incarichi, che alla sua età solo Alessandro Magno c’era riuscito». Ogni giorno ce n’è una.

 

Domani i democratici metteranno a punto un emendamento da presentare al decreto Milleproroghe per bloccare la norma sulla prescrizione voluta dal titolare della Giustizia Bonafede: senza un accordo si preannuncia il botto. Il caos sembra essere l’unico filo conduttore. In vista delle Regionali, per esempio, davvero i Cinquestelle andranno da soli o troveranno in extremis un escamotage con il Pd? Di Maio non pare intenzionato a cedere, ma ancora nessuno ha risposto alla domanda posta dal vice ministro dello Sviluppo Buffagni: «Ci candidiamo per fare cosa? Qual è la nostra proposta al di là dei nomi?».

 

vincenzo spadafora foto di bacco (1)

Eppure nel board del Movimento anche i più critici verso il leader — posti davanti all’ipotesi di staccare la spina — rispondono d’istinto «non esiste». Fosse poi per i peones (di ogni partito) si andrebbe avanti a oltranza. «E se davvero una pattuglia di senatori grillini dovesse passare con Salvini, dall’altra parte in venti sarebbero pronti a uscire allo scoperto per venire con noi», assicura un rappresentante del governo. Aggrappati alla legislatura, con Conte o qualcun altro. «Chissà, si preannuncia una fase interessante», secondo un enigmatico Bersani: «Sarà lunga». Sarebbe lunghissima fino al 2023, anche senza fattori imponderabili. «Attenzione al caso Renzi», sussurrava ieri un maggiorente 5S. E lo diceva con preoccupazione.

matteo salvini giancarlo giorgettizingaretti di maioroberto speranza nicola zingaretti vincenzo bianconi luigi di maio giuseppe contepier luigi bersani a 'la confessione' di peter gomez 1salvini giorgetti

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…