mario draghi rai viale mazzini

IN NOMINE RAI - L’ASSEMBLEA DELLA TV DI STATO È SLITTATA AL 12 LUGLIO E I DIRIGENTI INTERNI A VIALE MAZZINI PRENDONO POSIZIONE E CHIEDONO CHIAREZZA E TRASPARENZA: “L’AZIENDA MERITA UNA GUIDA CHE ABBIA UNA PROFONDA CONOSCENZA DI QUESTI TEMI”. TRADOTTO: CHIEDONO AL GOVERNO DI VALUTARE I LORO NOMI PER IL RINNOVO DEI VERTICI - TUTTI I NOMI IN PISTA (MA VEDRETE CHE CI SARANNO SORPRESE)

MARIO DRAGHI

1 - FLASH - LE NOMINE RAI SONO SLITTATE PERCHE' IN COMMISSIONE DI VIGILANZA NON C'ERA UNA MAGGIORANZA - TRA I NOMI CHE MARIO DRAGHI SCEGLIERA' PER VIALE MAZZINI CI SARANNO MOLTE SORPRESE...

https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/flash-nomine-rai-sono-slittate-perche-39-commissione-vigilanza-272259.htm

 

2 - RAI, I DIRIGENTI DELLA TV DI STATO CHIEDONO SPAZIO SULLE NOMINE

Andrea Montanari per www.milanofinanza.it

 

fabrizio salini marcello foa

La partita delle nomine avrà il suo clou quando il governo indicherà i nomi per il rinnovo del consiglio d'amministrazione della Rai e, soprattutto, per i candidati al ruolo di presidente e a quello di amministratore delegato.

 

Per tale ragione l'assemblea della tv di Stato è stato rinviata al 12 luglio: ci sono troppi interessi dei singoli partiti che compongono la maggioranza dell'esecutivo Draghi per trovare un'intesa definitiva.

 

Al punto che a tutt'oggi non vi è alcuna certezza sui profili cercati. L'unico punto fermo è il principio dell'alternanza: se il presidente sarà un uomo, il capo-azienda sarà una donna. E viceversa.

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

 

Così adesso anche i dirigenti interni a viale Mazzini prendono posizione, con un documento ufficiale che chiede chiarezza, trasparenza e tempi rapidi nelle scelte.

 

"Il rinvio dell'assemblea degli azionisti al 12 luglio pone la Rai in una posizione di estrema e ingiustificata difficoltà.

 

foa salini

Nonostante le critiche e le continue strumentalizzazioni, la Rai rimane la prima impresa culturale italiana, tra le prime in Europa e il primo broadcaster al mondo per quota di mercato nazionale, l'ultimo baluardo per l'industria italiana dei media e dell'audiovisivo in un contesto sommerso da operatori e interessi sovranazionali", si legge nell'incipit del lungo documento prodotto dalla Associazione dirigenti dell'emittente di Stato.

paolo del brocco foto di bacco (2)

 

"Dalla Rai dipendono direttamene 20 mila famiglie tra dipendenti e collaboratori, ma molte di più sono quelle che fanno capo all’indotto costituito da migliaia di imprese.

 

La tv muove investimenti fondamentali per l’industria dell’audiovisivo. Basta sfogliare il Contratto di Servizio con decine di obblighi, ai quali la Rai è giustamente sottoposta, per comprendere il ruolo che la società riveste per il Paese e per i cittadini.

ROBERTO SERGIO

 

Si tratta di un'attività produttiva, culturale e industriale che l'azienda porta avanti grazie ai suoi dirigenti, giornalisti, ai suoi dipendenti e a tutte le sue maestranze.

 

Il capitale umano della Rai è una risorsa fondamentale che ha sempre salvato e protetto l’azienda nei momenti di difficoltà in cui, suo malgrado, si è trovata a operare superando i tantissimi vuoti di potere determinati dai momenti di transizione, come quello attuale, con estenuanti liturgie per l’attesa delle nomine dei consigli di amministrazione e dei vari vertici da parte dei governi".

paola severini melograni

 

I tempi stringono anche se non ci sono decisioni formali presi dall'azionista, cioè lo Stato e neppure dai ministeri competenti. Un rallentamento del processo che aumenta la complessità di una situazione interna non certo semplice da affrontare e risolvere "e non certo solamente per i numeri del bilancio", sottolineano i dirigenti Rai per i quali servono "interventi strutturali che possano permettere all’azienda di competere nell’arena globale dei contenuti a servizio dei cittadini", perché "il Servizio Pubblico Radiotelevisivo ha urgente necessità di riprogettarsi a lungo termine evitando l'ennesima visione miope di corto respiro".

 

alberto matassino 1

Per tali ragioni, secondo l'associazione dei manager interna a viale Mazzini, "la nostra azienda merita una guida che abbia una profonda conoscenza di questi temi e quindi che sia in grado di affrontarli con urgenza, coraggio, competenza e consapevolezza.

 

Che sappia operare in un contesto altamente competitivo rispettando le diverse anime e gli interessi dei diversi stake-holder in gioco, che non sia subalterna agli interessi della politica ma sia in grado di interloquire con essa da pari a pari".

 

I nomi che circolano sono tanti. Per la poltrona di presidente i nomi presenti da tempo sono quelli di Simona Agnes, Paola Severini Melograni e dell’ad di Open Fiber, Elisabetta Ripa oltre a Alberto Quadrio Curzio e, soprattutto, quello di Ferruccio de Bortoli, già direttore del Corriere della Sera (due volte) e del Sole24Ore. Ma de Bortoli ha già pià volte smentito seccamente l'ipotesi.

FERRUCCIO DE BORTOLI ELEONORA ANDREATTA

 

Mentre i papabili per il ruolo di top manager sono in lizza Mauro Masi (Consap), Laura Cioli (ex Rcs e Gedi, vicina al ministro Vittorio Colao), Andrea Castellari (ex Viacom) e Alessandro Bompieri (direttore generale News Italy di Rcs), oltre a Eleonora Andreatta, già ai vertici di Rai Fiction e ora a Netflix.

 

Le alternative interne all'azienda pubblica sono Alberto Matassino (dg Rai), Roberto Sergio (direttore Radio Rai), Nicola Claudio (direttore governance e segreteria societaria), Paolo Del Brocco (ad Rai Cinema) e Marcello Ciannamea (direttore Distribuzione).

mauro masi

 

Una rosa molto ampia di potenziali candidati che il governo fa fatica a restringere per le ingerenze dei vari partiti di maggioranza. "Siamo sicuri che l'azionista e il presidente del consiglio sapranno scegliere i nuovi vertici interpretando al meglio le esigenze del momento in relazione al ruolo che la Rai deve continuare ad avere", evidenzia l'associazione dei dirigenti di viale Mazzini.

 

"Non possiamo però non sottolineare che da 30 anni la Rai si trova ad essere guidata da vertici esterni all'azienda, nominati in maniera diretta dalla politica e che spesso non hanno portato una adeguata visione progettuale e culturale". E in effetti le scelte effettuate finora hanno portato all'individuazione di manager esterni: Mauro Masi, Flavio Cattaneo, Antonio Campo Dall'Orto, Luigi Gubitosi e l'attuale ad Fabrizio Salini.

 

luigi meloni

"Il risultato evidente non è dato soltanto dalla mancata indipendenza della Rai ma anche dalle rinnovate difficoltà non solo economiche ma soprattutto strategiche ed editoriali. La Rai non ha quasi mai avuto vertici interni (se non per brevi periodi e dettati dall'uscita anticipata del capoazienda di turno) e una delle motivazioni paradossali è che non si scelgano manager interni perché ... politicizzati!", fanno notare con fermezza i manager della tv di Stato che "deve avere un vertice che sappia guidare l'azienda verso le nuove sfide industriali ed editoriali realizzando gli obiettivi di sistema definiti nel Contratto di Servizio", si legge nella parte finale del documento firmato da Luigi Meloni presidente dell'Associazione dirigenti Rai.

mario draghi

MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI 1MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)