ORLANDO IN UIGA – IL GUARDASIGILLI NON REGGE RENZIE (RICAMBIATO) ED È PRONTO A CANDIDARSI COME GOVERNATORE DELLA LIGURIA – ALFANO LASCIA IL VIMINALE SOLO PER LA FARNESINA

Il ministro della Giustizia Orlando, spezzino, non farà nessuna riforma della giustizia. In autunno potrebbe candidarsi in Liguria per il dopo-Burlando, facendo doppiamente contento Renzie. In via Arenula un avvocato o un giurista. Alfano scalda i motori per la Farnesina…

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DAGONEWS

 

Andrea Orlando Andrea Orlando

In fuga verso la Liguria, anche perché il partito chiama, come si dice. Andrea Orlando potrebbe lasciare la poltrona di ministro della Giustizia e candidarsi a presidente della sua Regione, sbarrando la strada a Raffaella Paita, burlandiana di ferro e moglie del presidente del porto di Genova.

 

Una soluzione, quella della separazione consensuale in autunno, che farebbe contenti sia Renzie sia il guardasigilli, che vanno ben poco d’accordo. Al posto di Orlando potrebbe andare, questa volta, un giovane avvocato o un giurista “terzo” rispetto a magistrati e avvocati. Non Alfano, che invece se si sposta punterà agli Esteri.

 

La conferenza stampa di presentazione della generica riforma della giustizia, dopo l’incredibile fuga di notizie che ha inviperito il Rottam’attore, ha messo in luce quanto poco si sopportino Renzie e il coetaneo spezzino, ex cuperliano di ferro e imposto in via Arenula da Re Giorgio.

 

Tra prese in giro del premier al ministro “doroteo” e repliche stizzite (“magari cambiamo esempio”, ha detto Orlando quando Renzie faceva finta che fosse lui l’intercettato), è ormai chiaro a tutti che il primo trova il secondo “troppo moscio” e il secondo trova il primo un po’ spaccone.

ANDREA ORLANDO MATTEO RENZI ANDREA ORLANDO MATTEO RENZI

 

In questi mesi, Orlando ha parlato con tutti e concluso poco, come da preciso mandato politico, in una fase di inciucio generale con Forza Italia e Berlusconi che non poteva certo essere messa a repentaglio da fughe in avanti sulla giustizia o sulle tv. E questo lo sa Renzie per primo, al di là delle battutacce sull’immobilismo di Orlando. Che tra l’altro avrebbe preferito restare all’Ambiente, dove stava ai tempi di Lettanipote, anche lì controvoglia (“questo governo non è il massimo”, disse entrandovi).

 

Raffaella Paita Raffaella Paita

Adesso, naturalmente sempre “controvoglia”, il pallido Andrea potrebbe sbarrare la strada alla Paita, assessore regionale ai Trasporti, quarantenne spezzina con molto “quid”, come direbbe il Berlusca, già in pista per le primarie del Pd con la tournèe “#galattica”. A Genova storcono il naso per la sua candidatura, e non solo perché dopo 10 anni di presidenza Burlando ci si aspettava qualcosa di nuovo: è crollato il finto nemico Scajola, la Carige (stanza di compensazione dei poteri regionali) è in ginocchio, il sistema Bagnasco-Bertone anche, e non solo come posizione di preghiera. La Paita, con il marito Giorgio Merlo alla guida del Porto, rappresenta bene un Pd passato frettolosamente con Renzie dopo aver servito D’Alema, Fassino e Bersani. E il premier non dimentica.

 

SILVIO BERLUSCONI CLAUDIO SCAJOLA SILVIO BERLUSCONI CLAUDIO SCAJOLA MOGHERINI ALFANO MOGHERINI ALFANO

Amorale della favola, Renzie stesso potrebbe spingere Orlando a correre per la Liguria, prendendo due piccioni con una fava: rottamazione in Liguria e casella libera in via Arenula. Non sarà l’unica poltrona che si libererà nei prossimi mesi. Non esiste sono “Mr Pesc”, ma tante poltrone europee, per mandare a Bruxelles la Mogherini e cambiare il ministro degli Esteri. Alla Farnesina andrebbe volentieri Alfanayev, che invece ha già fatto sapere che alla Giustizia non tornerebbe mai.  

 

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