mario draghi

I PALETTI DI DRAGHI – “MARIOPIO” HA PAURA DI FINIRE STRITOLATO DALLA PARTITA DEL QUIRINALE: LA SUA AUTO-CANDIDATURA POTREBBE FINIRE IMPALLINATA DAI FRANCHI TIRATORI, E A QUEL PUNTO DOVREBBE DIRE ADDIO ANCHE A PALAZZO CHIGI. COSA CHE ACCADRÀ ANCHE SE AL QUIRINALE ARRIVA UN PRESIDENTE DI PARTE – IL SENSO DEL SUO DISCORSO A SALVINI È STATO: “SIETE VOI A DOVERMI DIRE COSA VOLETE CHE FACCIA. NON RESTO A OGNI COSTO, MA SOLO SE AVRÒ LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI” – IL GRANDE GESUITA ACCETTERÀ DI RIMANERE SOLO SE AL COLLE RIMANE MATTARELLA O ARRIVA GIULIANO AMATO

MARIO DRAGHI

1 - DAGOREPORT: MAI SI ERA VISTA UNA TALE SCORRETTEZZA ISTITUZIONALE CHE VEDE DRAGHI IMPEGNATO A FARE UN GIRO DI CONSULTAZIONI CON I LEADER DEI PARTITI PER IL FUTURO GOVERNO, COME SE MARIOPIO FOSSE GIÀ CAPO DELLO STATO - L’ARTICOLO DELL’”ECONOMIST” (“DRAGHI AL COLLE È UN MALE PER L’ITALIA”) HA FATTO LETTERALMENTE INFURIARE SUPERMARIO - DITE A DRAGHI CHE IL SUO PEGGIOR NEMICO NON SONO I PARTITI BENSÌ UNA MAREA DI FRANCHI TIRATORI CHE NESSUN LEADER RIESCE A CONTROLLARE, A PARTIRE DAI PENTASTELLATI - FINALMENTE OGGI IL GRANDE GESUITA HA CAPITO DUE COSE DELLA POLITICA…

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/buio-colle-ndash-dagoreport-mai-si-era-vista-tale-scorrettezza-297303.htm

MARIO DRAGHI

 

2 - DRAGHI IN CAMPO, ORA TRATTA CON I LEADER MA FRENA SUL RIMPASTO: “NON RESTO A OGNI COSTO”

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

«Siete voi partiti a dovermi dire cosa volete che io faccia». La sintesi apparirà anche brutale, ma il senso di quello che Mario Draghi ha detto a Matteo Salvini, e che il leghista ha riportato ai parlamentari più fidati, è contenuto in questa frase.

 

L ECONOMIST CONTRO L'AUTOCANDIDATURA DI MARIO DRAGHI AL QUIRINALE

Siano le forze politiche a dire cosa hanno in mente per lui ma, aggiunge, al governo non resterà a ogni costo: «Lo farò se avrò la possibilità di lavorare per raggiungere gli obiettivi prefissati». È il Draghi del whatever it takes, descritto così dalle fonti di Palazzo Chigi: deciso a fare qualunque cosa per realizzare le riforme previste, se dovesse essere costretto a rinunciare al Colle.

 

Lo farebbe senza più usare il bilancino tra i partiti, come invece ha fatto in questi mesi, per le pensioni, per il fisco, per la concorrenza. (…) Un premier in carica che diventa il principale candidato a diventare presidente della Repubblica – già solo questa unanovità – nonostante i partiti pubblicamente lo scoraggino. (…)

 

Draghi mette in conto di non farcela. I venti di guerra in Ucraina potrebbero spostare gli equilibri quirinalizi e la videoconferenza di ieri sera tra il premier, il presidente Usa Joe Biden e altri leader europei dà il senso delle enormi tensioni con la Russia. Nei calcoli del suo entourage la scommessa sarebbe di strappare la nomina entro la quarta votazione.

GIULIANO AMATO MARIO DRAGHI

 

Farlo alla terza, domani, sarebbe ancora meglio, perché sancirebbe un’elezione a larghissima maggioranza. Inoltre, si eviterebbe di andare in mare aperto, dalla quarta votazione in poi, quando il quorum necessario scenderà e l’aritmetica potrebbe offrire delle sorprese su altre candidature, anche oltre le uniche due - il Mattarella bis e l’ex premier Giuliano Amato - che il capo del governo ha lasciato intendere di poter sostenere. (…)

mario draghi

 

3 - TELEFONATE E COLLOQUI DEL PREMIER LE PREOCCUPAZIONI PER IL GOVERNO

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

Mario Draghi scende in campo. Determinato a salvare l'eredità del suo governo e a scongiurare l'aggressione dei mercati finanziari sull'Italia, il presidente del Consiglio assume l'iniziativa politica. Alza il telefono e avvia un giro di contatti con i leader di maggioranza. Incontra riservatamente Matteo Salvini, che ha in mano la pallina della roulette quirinalizia. Poi sente Enrico Letta e Giuseppe Conte e date le condizioni di salute del leader di Forza Italia, riflette sull'opportunità di chiamare Silvio Berlusconi.

 

mario draghi marta cartabia 1

Ed è solo un primo giro di «consultazioni» destinato a proseguire oggi, il cui fine è favorire un accordo dentro il perimetro dell'unità nazionale. Non appena si diffonde in Parlamento la notizia dell'incontro con Salvini, che sarebbe avvenuto domenica in tarda serata su proposta di Draghi e fuori da Palazzo Chigi, un ministro che lo vuole al Colle commenta di slancio: «Bene, Draghi ha iniziato a giocare!».

 

draghi letta

Ma col passar delle ore dalla girandola di «bilaterali» comincia a filtrare la notizia che il faccia a faccia con il leader della Lega sia andato male, malissimo. «No comment», si cuciono le labbra a Palazzo Chigi, non prima di aver smentito categoricamente che Draghi si sia messo a barattare i posti nel governo prossimo venturo, prerogativa che non spetta a un premier in carica.

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

 

Non è vero che Salvini abbia chiesto al premier la poltrona delle Infrastrutture, assicura chi ha parlato con Draghi. Ed è stato lo stesso premier nel pomeriggio a richiamare il leader della Lega per un chiarimento, il cui senso si può riassumere così: «Il fuoco di sbarramento della Lega sul mio nome è definitivo?».

 

La lettura del fronte draghiano è che siamo solo alle prime mosse di un confronto, durante il quale l'ex presidente della Bce avrebbe promesso che «non si arriverà a una soluzione sul Quirinale e sul governo senza i partiti, o contro i partiti». A Salvini e poi a Letta, Draghi ha spiegato di voler procedere con estrema prudenza, un passo alla volta e senza bruciare le tappe.

mario draghi

 

Sono i partiti a dovergli dire quale ruolo gli chiedono di interpretare in questa fase, per il bene del Paese. E tocca ai partiti costruire un accordo sul governo, se mai toccasse a lui l'onore di succedere a Sergio Mattarella. Di nomi (Belloni, Cartabia, Colao o altri), pare che il presidente del Consiglio non abbia voluto parlare, rinviando al «momento giusto» ogni interrogativo relativo al suo eventuale successore. Nel dialogo che si è aperto ci sono anche i paletti di Draghi.

 

Il primo è che, se arriva al Quirinale un presidente di parte, la maggioranza di unità nazionale è finita e l'esecutivo cade. Il premier non ha nascosto il timore crescente di finire «stritolato dai giochi di partito». Una candidatura al buio, esposta al fuoco amico dei franchi tiratori, indebolirebbe il presidente del Consiglio, mettendo a rischio la tenuta del governo e quella del Paese.

draghi berlusconi

 

Un assillo che spiega perché, nelle ultime ore, Enrico Letta non faccia che ripetere «la priorità è tutelare Draghi».

 

Due le strade per salvare la maggioranza e il governo. O si elegge convintamente il premier al Quirinale, o si stringe un'intesa per un presidente super partes del calibro di Giuliano Amato, che consenta all'ex banchiere centrale di restare saldamente alla guida del governo.

 

pier ferdinando casini 1

Per tutto il giorno nel fronte draghiano ottimismo e pessimismo si alternano.

 

C'è chi spera ancora che dal marasma in cui si agitano i partiti possa uscire, dalla quarta votazione, il nome di Draghi per il Colle. E c'è chi invece ritiene troppo alto il muro alzato dalla Lega, da Forza Italia, dai 5 Stelle di rito contiano e dai dem di Franceschini, Bettini e Orlando.

 

Persino nel Pd, il cui segretario è il più sincero sponsor di Draghi, si rimprovera sottovoce al premier di aver sottovalutato i gruppi parlamentari, di non aver curato abbastanza i rapporti politici favorendo i tecnici. Spifferi e mugugni di chi punta tutte le carte su Casini.

draghi enrico gianni lettamario draghi marta cartabia

DRAGHI BERLUSCONI

 

mario draghi conferenza stampa

mario draghi giuliano amatoconferenza stampa di fine anno di mario draghi 2

 

Ultimi Dagoreport

gaza giorgia meloni donald trumpm benjamin netanyahu

QUANTO A LUNGO PUÒ ANDARE AVANTI IL TRASFORMISMO CHIAGNE E FOTTI DI GIORGIA MELONI DECLINATO IN SALSA ISRAELO-PALESTINESE? - L’ITALIA HA DATO IL SUO VOTO FAVOREVOLE AL RICONOSCIMENTO DI "DUE POPOLI, DUE STATI" ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DEL 22 SETTEMBRE - MA, FRA UNA SETTIMANA, SU INIZIATIVA DI FRANCIA E ARABIA SAUDITA, IL CONSIGLIO DELL'ONU E' CHIAMATO A VOTARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO PALESTINESE: CHE FARA' LA "GIORGIA DEI DUE MONDI"? - FRANCIA, AUSTRALIA, BELGIO, CANADA, FINLANDIA, MALTA, PORTOGALLO E REGNO UNITO ENTRERANNO A FAR PARTE DEI 147 STATI DEI 193 MEMBRI DELL’ONU CHE RICONOSCONO LA PALESTINA - DIMENTICANDO PER UN MOMENTO LE STRAGI DI GAZA, LA PREMIER VOTERA' CONTRO O SI ASTERRA' PER COMPIACERE TRUMP E L’AMICO NETANYAHU? TROVERA' IL CORAGGIO DI UNIRSI AL RESTO DEL MONDO, VATICANO COMPRESO? AH, SAPERLO...

giorgia meloni vox ursula von der leyen santiago abascal

DAGOREPORT - SE I MEDIA DI CASA NOSTRA, DEL VIDEO-MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI ALL'EVENTO MADRILENO DI VOX, HANNO RIPRESO SOLO LA PARTE DEL DISCORSO RIGUARDANTE L’ASSASSINIO DI CHARLIE KIRK, SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO COME MARTIRE DELL’ODIO E DELLA VIOLENZA DELLA SINISTRA, I CAPOCCIONI DI BRUXELLES HANNO SBARRATO GLI OCCHI PER UN ALTRO MOTIVO - CHE CI FACEVA LA MELONI, EX PRESIDENTE DEL GRUPPO DEI CONSERVATORI EUROPEI ALL’EVENTO “EUROPA VIVA 2025” DI VOX, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA SPAGNOLO CHE DAL 2023 È STATO ARRUOLATO DA “PATRIOTI PER L’EUROPA”, L’EUROGRUPPO ANTI-UE CREATO DAL DUCETTO UNGHERESE E FILO-PUTINIANO, VIKTOR ORBAN, DI CUI FA PARTE ANCHE LA LEGA DI SALVINI? - ALLA FACCIA DEL CAMALEONTISMO DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, BASCULANTE TRA UN VIAGGETTO E UN ABBRACCIO CON I DEMOCRISTIANI TEDESCHI URSULA VON DER LEYEN E FEDRICH MERZ, A CATALIZZARE L’IRRITAZIONE DEI VERTICI DELL’UNIONE È STATO IL TEMA DELL'EVENTO DI VOX CHE, TRA DIBATTITI SU IMMIGRAZIONE ILLEGALE, LAVORO, CASA E SICUREZZA, SPUTAVA IN FACCIA AI POTERI FORTI DI BRUXELLES - LA MANIFESTAZIONE DI VOX HA DIMOSTRATO, PER L’ENNESIMA VOLTA, L’ISTRIONICA PERSONALITÀ DI COMUNICATRICE DELLA PREMIER ALLA FIAMMA. TALENTO LATITANTE TRA I NUMEROSI GALLI DEL  CENTROSINISTRA... - VIDEO

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...