RAGGI ROVENTI - LA VITTORIA GIUDIZIARIA DELLA SINDACA RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UNA SCONFITTA POLITICA – SALVINI NON INTERROMPERÀ DI CERTO LO STILLICIDIO DI FRECCIATE CONTRO LA SINDACA – GELIDA ROBERTA LOMBARDI, SUA AVVERSARIA STORICA: “L’ASSOLUZIONE DÀ ALL’AMMINISTRAZIONE CITTADINA L’OCCASIONE PER VOLTARE PAGINA”- LA LEGA RESTA IN AGGUATO: LA BATTAGLIA PER LA CITTA’ COL M5s E’ RINVIATA

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Alessandro Trocino per corriere.it

RAGGI DI MAIO RAGGI DI MAIO

 

 

La rabbia incontenibile di Luigi Di Maio e Alessandro Battista, neanche fossero stati affondati da una sentenza. E la calma di Matteo Salvini, sostenuta da un filo di sarcasmo sottotraccia. Due reazioni diverse che fanno capire come, anche in questo caso, la questione giudiziaria sul sindaco di Roma sia stata vissuta dagli alleati di governo come una questione politica. L’ennesimo derby per far pendere dalla loro parte la bilancia del consenso popolare, come è stato e sarà ancora per prescrizione, legittima difesa, reddito di cittadinanza e grandi opere

 

Lo sfogo

La sequela di insulti e accuse alla stampa possono essere lette come uno sfogo catartico, dopo le tante polemiche seguite a mesi di disavventure, non solo giudiziarie, per la sindaca. Ma non è la lettura che si fa in ambito leghista, dove si fa notare un passaggio del messaggio di Di Maio. Il vicepremier 5 Stelle scrive: i giornalisti «stanno facendo la guerra al governo provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque»

LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI LUIGI DI MAIO E VIRGINIA RAGGI

 

 

La sfida leghista

Segno di un grande nervosismo di Di Maio, che soffre sempre di più lo squilibrio che si è creato, alimentato ad arte da Salvini. Anche per questo la vittoria giudiziaria rischia di trasformarsi in una sconfitta politica. Perché Salvini, felice per l’assoluzione, non interromperà di certo lo stillicidio di frecciate contro la Raggi. Come quando disse che «i romani si aspettavano di più da lei: in macchina la città è come un rally». Ieri ha spiegato che è una buona notizia l’assoluzione della sindaca, perché «i romani devono giudicare l’amministrazione sulla base alla qualità della vita». Come dire: a condannarla saranno i cittadini. Del resto la sfida per strappare il sindaco, d’intesa con Fratelli d’Italia, è solo rinviata. E i leghisti (che stanno cercando una sede romana importante nel centro storico proprio in questi giorni) avranno più tempo per crescere. Così come sta crescendo la diffidenza. Non è un politico ma è un nome noto Vittorio Di Battista, il Padre. Che se la prende con tutti, compresi i «casseouli». Allusione vernacolare ai nordici, vissuti come nemici di cui vendicarsi

 

 

Il rilancio

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Nel frattempo, ai 5 Stelle tocca sperare in un deciso cambio di rotta in città. Un segnale potrebbe essere il rimpasto. Che ci sarà, ma non ora. Anche perché si aspetta il 19 dicembre, quando ci sarà l’ultimo passaggio per il concordato sull’Atac. Il referendum radicale di oggi difficilmente potrà incidere, a meno che la percentuale dei votanti non segnali con chiarezza la febbre dei romani.

 

 

 

I nemici interni

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Di Maio, che negli ultimi giorni non ha mai difeso la Raggi, spiegando anzi che doveva andarsene se condannata, ha promesso alla sindaca che l’aiuterà per avere fondi. Sarà dura: i 180 milioni promessi per riparare le buche (che ormai non vengono più rattoppate) sono stati stralciati dalla legge di bilancio. Si vedrà se i leghisti non si metteranno di traverso agli emendamenti M5S. E si vedrà se taceranno i nemici interni della gestione Raggi. Sintomatica la reazione gelida di Roberta Lombardi, sua avversaria storica: «L’assoluzione dà all’amministrazione cittadina l’occasione per voltare pagina».

 

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