RENATO SORU, SPERNACCHIATO DAI SARDI E PURE DALLA FIGLIA – CAMILLA SORU GONGOLA PER L’ESCLUSIONE DAL CONSIGLIO REGIONALE DEL PADRE, CHE HA PENSATO DI ESSERE L'UOMO DELLA PROVVIDENZA E INVECE E' USCITO DAL VOTO CON LE OSSA ROTTE: “SONO CONTENTA CHE MIO PADRE NON FINIRÀ PER ESSERE RICORDATO COME IL RESPONSABILE DELLA SCONFITTA DEL CENTROSINISTRA. IN SARDEGNA HA PERSO UN GOVERNO CHE HA SCELTO TRUZZU E HA POLITICIZZATO IL VOTO”

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Estratto dell’articolo di Matteo Macor per www.repubblica.it

 

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Nel suo duello familiare non poteva che uscirne sconfitta, lei come candidata consigliera, il padre candidato presidente: «Giocavamo in due campionati diversi, altri numeri, altri fronti». La partita tra i Soru, però, l’ha vinta Camilla, 41 anni, futura esponente del Consiglio regionale sardo in quota dem e figlia di Renato, l’ex governatore di centrosinistra che a questo giro correva contro il suo passato e non solo.

 

Una dei volti nuovi del Pd di Elly Schlein, tra le più vicine a Alessandra Todde, […] non poteva non mandare un messaggio al padre. «Sono felice anche per lui, non ci ha fatto perdere».

 

In che senso, scusi?

«Sinceramente, sono contenta non finirà per essere ricordato come il responsabile della sconfitta del centrosinistra. Spero stia bene, e non ci sia rimasto male, in campagna elettorale non ci siamo mai incrociati. Per la legge elettorale in Sardegna non entrerà in Consiglio, il terzo candidato non entra anche se rappresenta tanti voti, un’assurdità che proveremo a cambiare».

 

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[…]

 

E allora chi ha perso, Paolo Truzzu o Giorgia Meloni?

«Ha perso un sindaco che è stato bocciato senza appello dai suoi cittadini, anche perché in una campagna elettorale da grande assente si è notato solo per le sue offese ignobili a Michela Murgia, mentre Todde andava casa per casa. Ha perso chi l’ha scelto e un governo che ha politicizzato la sfida locale, e inizia a deludere pure i suoi elettori».

 

le faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzu 2 le faccine di giorgia meloni al comizio per paolo truzzu 2

Todde è stata intuizione di Conte, alla prima Regione conquistata dal M5S, o una vittoria di Schlein, la prima a decidere di sostenere una candidata del M5S?

«Schlein ha saputo ascoltare il suo partito regionale, noi dirigenti, e in questo modo la vittoria è stata di tutti. Anche perché avremo come presidente una donna, arrivata lì nonostante tutto e tutti, e in Consiglio si vedranno anche i frutti del rinnovamento del partito: ci saranno tanti ragazzi, donne, volti nuovi alla prima candidatura».

 

Può ripartire così, nonostante le Europee in vista, il dialogo Pd-M5S?

«Spero il voto sardo lo imponga, di rilanciarlo. Noi l’abbiamo provato sul campo, non è più stagione di autosufficienza nel Pd, e mi auguro la Sardegna dimostri anche al M5s che l’unica strada percorribile è quella comune. L’alternativa c’è, quando fanno squadra le forze del campo e si condividono i programmi».

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