1. SALTA L’AMBASCIATORE ITALIANO A MOSCA? - GIORGIO STARACE INVITA LE IMPRESE ITALIANE A NON LASCIARE LA RUSSIA, MALGRADO LE SANZIONI ECONOMICHE. E SI BECCA UNO SCHIAFFONE DAL MINISTERO DEGLI ESTERI: “LA FARNESINA NON HA MAI CONSIGLIATO ALLE IMPRESE ITALIANE DI RIMANERE IN RUSSIA" – DI MAIO HA RAGIONE: UN AMBASCIATORE, FUNZIONARIO DELLO STATO, NON PUÒ ASSOLUTAMENTE ESTERNARE IN PALESE CONFLITTO CON LA LINEA DEL GOVERNO 
2. “LA STAMPA” DELLE COINCIDENZE: NELL’ATTACCO ALLO STARACE DI MOSCA C’È ANCHE UNA STOCCATA AL DI LUI FRATELLO, LO STARACE DELL’ENEL, ACCUSATO DI ESSERE STATO L’UNICO MANAGER ITALIANO AD AVER INCONTRATO PUTIN DI RECENTE, CONTRO IL VOLERE DEL GOVERNO DRAGHI. GRANDE È POI LA SORPRESA DI LEGGERE, POCHE PAGINE DOPO, UNA LUNGHISSIMA INTERVISTA ALLO STORACE DELL’ENEL FATTA DAL PADRE DELL’EDITORE ALAIN ELKANN…

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GIORGIO STARACE GIORGIO STARACE

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/diplomatico-che-imbarazza-parlamento-39-ambasciatore-italiano-301864.htm

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/alta-tensione-starace-governo-ndash-draghi-aveva-invitato-aziende-297589.htm

 

DAGONOTA

Nel giorno in cui la Stampa pubblica una lunghissima intervista all’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, fatta dal padre dell’editore Alain Elkann, il direttore Massimo Giannini confeziona un attacco a tutta pagina nei confronti del fratello, Giorgio Starace, ambasciatore italiano a Mosca, autore di un'esternazione in palese conflitto con la linea del Consiglio dei Ministri, da cui dipende come funzionario dello Stato, che potrebbe costargli la poltrona.

 

Non solo: l'articolo su "La Stampa" sfodera uno schiaffo finale proprio allo Storace dell'Enel, accusandolo di essere stato l’unico manager italiano ad aver incontrato Putin di recente, contro il volere del governo Draghi. 

 

Se si somma questo episodio al tweet di solidarietà fatto qualche giorno fa da Giannini alla tosta lettera contro John Elkann del dimissionario direttore dell’Espresso Marco Damilano, viene il dubbio che il direttore della Stampa stia alzando il prezzo….

 

DI MAIO: MAI CONSIGLIATO A IMPRESE DI RIMANERE IN RUSSIA

LUIGI DI MAIO ALLA FARNESINA LUIGI DI MAIO ALLA FARNESINA

(ANSA) - "La Farnesina, come più volte ribadito nei giorni scorsi anche tramite avvisi dell'Unità di

crisi, ha raccomandato agli italiani presenti in Russia di lasciare il Paese. Inoltre, in relazione alle notizie riportate oggi sul quotidiano La Stampa, si ribadisce che la Farnesina non ha mai consigliato alle imprese italiane di rimanere in Russia", afferma una nota.

 

VLADIMIR PUTIN CON LUIGI DI MAIO VLADIMIR PUTIN CON LUIGI DI MAIO

"L'ambasciata italiana a Mosca, come tutte le ambasciate italiane nel mondo, rimane a disposizione per sostenere connazionali e imprese italiane. L'Italia sostiene fortemente le

sanzioni inflitte alla Russia, sanzioni che mirano a colpire pesantemente l'economia russa".

 

 

 

 

TORREMBINI (GIM-UNIMPRESA)

(Nova) - "Voglio rimarcare l'estrema prudenza dell'ambasciatore Starace che ha consigliato a tutte le nostre aziende di valutare attentamente i pericoli e le difficolta' che comporta la continuazione delle loro attivita' in Russia, garantendo comunque da parte delle strutture pubbliche italiane i necessari appoggi di carattere amministrativo che la continuazione delle attivita' in Russia potrebbero rendersi necessari, anche per tutelare gli investimenti fatti e i posti di lavoro che rischiano di essere persi. I rappresentanti dei nostri Ministeri hanno caldeggiato l'iniziativa del nostro ambasciatore e consigliato una sua ripetizione con cadenza regolare.

vittorio torrembini vittorio torrembini

 
Le centinaia di aziende italiane che da ormai due decenni lavorano e garantiscono grandi entrate e posti di lavoro per il nostro Paese non possono essere criminalizzate perche' si trovano in Russia, cosi' come non si possono criminalizzare i nostri valorosi, e sempre disponibili, funzionari diplomatici che hanno l'unico torto di trovarsi in Russia in un momento drammatico e pericoloso come questo", ha spiegato Torrembini. (Com) NNNN

 

 

 

 

L'AMBASCIATA CHIEDE ALLE IMPRESE DI NON LASCIARE LA RUSSIA

Gianluca Paolucci per la Stampa

 

francesco starace paola severino foto di bacco francesco starace paola severino foto di bacco

«Credo che come Paese in questo momento dobbiamo continuare a sostenere l'indebolimento di Vladimir Putin. Se continua così condanna il suo popolo alla morte economica e quel popolo lo abbandonerà». Mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio - in una intervista a La Stampa - pronunciava queste parole sulle sanzioni economiche contro la Russia, l'ambasciatore italiano a Mosca, Giorgio Starace, nella giornata di venerdì incontrava una folta rappresentanza di imprese italiane invitandole a «non prendere decisioni affrettate» e restare nel paese malgrado le sanzioni economiche. 

 

giuseppe conte vladimir putin giuseppe conte vladimir putin

L'incontro di venerdì, previsto da tempo e rientrante nelle normali relazioni tra la rappresentanza diplomatica e le imprese attive nel Paese, ha visto la presenza di un centinaio di imprese, in parte in presenza e in parte collegate dall'Italia. Oltre ai rappresenti delle aziende e dell'ambasciata, hanno partecipato all'incontro anche due alti funzionari governativi: Liborio Stellino, direttore generale promozione sistema Paese della Farnesina, e Amedeo Teti, dirigente generale del ministero dello Sviluppo Economico. 

 

MASSIMO GIANNINI MASSIMO GIANNINI

L'incontro e le parole dell'ambasciatore sono state confermate a La Stampa da una serie di persone presenti. Durante l'incontro, Starace ha fatto riferimento al fatto che in Russia sono presenti circa cinquecento imprese e «solo una» ha annunciato finora l'intenzione di lasciare il Paese. Invitando dunque «tutti» ad aspettare e non prendere «decisioni affrettate». 

 

Dall'ambasciatore sarebbe anche arrivata la disponibilità ad assistere le imprese presenti per gli aspetti amministrativi e interpretativi legati alle sanzioni occidentali. Con singolare tempismo, lo scorso 6 marzo gli italiani residenti in Russia e iscritti all'Aire avevano ricevuto un messaggio dall'Unità di crisi della Farnesina che li invitava a lasciare la Federazione Russa «a meno di presenza indispensabile». 

 

GIORGIO STARACE GIORGIO STARACE

Oltre che con le parole di Di Maio, l'invito dell'ambasciatore Starace - fratello del numero uno di Enel Francesco Starace, con Eni il gruppo italiano con i maggiori interessi a Mosca - stride anche con la linea più volte esplicitata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, molto attivo tra i partner europei nel promuovere sanzioni ancora più dure verso la Russia e polemico verso la Gran Bretagna che fino a pochi giorni fa non aveva ancora preso misure nei confronti degli oligarchi russi. 

 

La posizione "attendista" ha destato sorpresa anche tra i presenti all'incontro, secondo quanto ricostruito, con alcuni che hanno manifestato la perplessità in privato rispetto ai rischi - non solo reputazionali - di ricadere in attività sotto sanzione mantenendo la presenza in Russia. Un rischio concreto per tutti e molto sentito soprattutto dai grandi gruppi quotati internazionali. 

 

STARACE ENEL STARACE ENEL

È di ieri la retromarcia di Deutsche Bank, che dopo aver inizialmente confermato la propria presenza a Mosca, ha annunciato l'uscita dal Paese. Tra le imprese italiane, la posizione più netta è stata finora quella di Generali, che ha annunciato la chiusura degli uffici a Mosca e l'uscita dal capitale del gruppi russo Ingosstrakh. 

 

john elkann foto mezzelani gmt 147 john elkann foto mezzelani gmt 147

Tra gli altri gruppi che hanno annunciato un ripensamento anche Ferrero, Intesa Sanpaolo e Iveco, mentre Unicredit ha confermato di voler restare nella compagine della sua controllata russa. Tra le partecipate pubbliche, Eni è uscita dal progetto Blue Stream. 

 

Polemiche sulla posizione del mondo degli affari italiano verso la Russia erano già emerse a fine gennaio, quando un gruppo di grandi imprese aveva partecipato a un incontro in teleconferenza con Vladimir Putin in persona, quando già soffiavano venti di guerra. In quella occasione, l'unico rappresentante di una società partecipata dallo Stato era stato Francesco Starace, amministratore delegato di Enel.

 

 

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