matteo salvini

SALVINI VUOLE TRASFORMARE LA LEGA NEL PCI – DOPO LA TRANVATA ALLE REGIONALI, IL "CAPITONE" RIORGANIZZA IL PARTITO E SI METTE NELLA STANZA DEI BOTTONI ZAIA E GLI ALTRI GOVERNATORI DEL CARROCCIO (COSÌ “IL DOGE” NON PUÒ RIVENDICARE AUTONOMIA) – PARTE LA CONTROFFENSIVA DEI CANDIDATI MELONIANI E BERLUSCONIANI. FITTO: “DA TRE GIORNI PARLI DI ME. MEGLIO MAI CHE TARDI” - CALDORO: “SE IO NON HO SCALDATO I CUORI, GLI ALTRI LI HANNO GELATI”

berlusconi salvini meloni fitto

1 – CAPIGRUPPO E PRESIDENTI DI REGIONE CHI CI SARÀ NELLA SEGRETERIA DI SALVINI

Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

L'ira fredda di Raffaele Fitto. E i governatori nella stanza dei bottoni della Lega. A 72 ore dalla chiusura delle urne, l'ex candidato governatore della Puglia rompe il silenzio con un post indirizzato a Matteo Salvini: «Da tre giorni in ogni dichiarazione parli di me! Mi verrebbe da dire meglio mai che tardi».

EMILIANO FITTO

 

Il leader leghista, infatti, non ha fatto mistero di considerare il candidato di Fratelli d'Italia non adatto alla sfida con Emiliano. E così, di fronte «all'ingiusto fuoco di fila di dichiarazioni da parte tua e dei tuoi», l'interessato si chiede come sarebbe finita se «rispetto a un anno fa la Lega, in Puglia, non avesse perso 16 punti percentuali: il doppio di quelli che sarebbero stati sufficienti per vincere! Tutti gli altri partiti della coalizione, invece, hanno tenuto molto bene o sono cresciuti».

MATTEO SALVINI E EDOARDO RIXI

 

L'ex candidato e a suo tempo già governatore prosegue implacabile con il suo «come sarebbe finita»: se Salvini «avesse citato» Fitto «almeno una volta in tutta la campagna elettorale». Con un riferimento anche alla Toscana: «Dove si sono scelti candidati da te definiti freschi e proiettati nel futuro, non mi pare sia andata meglio».

 

Interviene anche Mariastella Gelmini, la capogruppo azzurra alla Camera. Per dire che «non è utile in questa fase una polemica con gli alleati: Forza Italia è diversa da Lega e Fratelli d'Italia e deve marciare per la sua strada, ma non credo si prendano i voti attaccando gli alleati».

 

matteo salvini uova e spremuta

Della difesa s' incarica Edoardo Rixi, salviniano influente: «Il tema su Fitto è che noi abbiamo fatto il possibile e abbiamo lasciato agli alleati i candidati migliori: Puglia e Marche erano vincibili e abbiamo messo i nostri candidati nelle regioni più complicate».

 

Insomma: «Salvini ha la capacità di fare il leader perché è generoso e si intesta le battaglie più difficili». Intanto, si è aperto il «cantiere» Lega. Alla riunione dei segretari regionali di mercoledì scorso, convocata per un'analisi del voto alle regionali, Salvini ha annunciato l'intenzione di procedere con una riorganizzazione del partito che qualcuno chiama «modello Pci».

 

I dossier sui diversi temi saranno istruiti da una serie di dipartimenti, ma al classico Consiglio federale si aggiungerà, sempre «modello Pci», una segreteria politica. L'idea, spiega un salviniano di assoluta ortodossia, è quella di «togliere ogni alibi» a coloro che negli ultimi tempi - e soprattutto dopo la delusione delle Regionali - hanno cominciato a lamentarsi dello scarso coinvolgimento del partito nelle decisioni del leader.

salvini giorgetti

 

E così, nella segreteria ci saranno i vice di Salvini (Giorgetti, Fontana, Crippa), i capigruppo alla Camera (Molinari), Senato (Romeo), al Parlamento europeo (Campomenosi). Ma la novità più rilevante è l'ingresso nella stanza dei bottoni di alcuni governatori: Luca Zaia, Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana. Ma la griglia non è definitiva.

 

2 – «GIUSTO FARE AUTOCRITICA, MA NON DIVIDIAMOCI DALLA CARFAGNA GIUDIZI DURI: MAI ISOLATA»

Estratto dell'articolo di Anna Maria Greco per “il Giornale”

 

SALVINI MELONI FITTO 1

«Amareggiato per le critiche? Macché. Mi prendo una piccola soddisfazione: ho avuto 16mila voti più della somma delle liste di centrodestra. Lo dicono i dati».

Stefano Caldoro lascia il posto di governatore della Campania a Vincenzo De Luca, ma vuole uscirne con dignità.

 

Per Salvini in Campania e in Puglia l'offerta non è stata all'altezza e per questo la coalizione ha perso, con lei e con Fitto. La sua risposta?

CALDORO CARFAGNA

«Con una battuta, se io non ho scaldato i cuori, gli altri li hanno gelati. Perché il mio partito, Forza Italia, più la Lega, Fdi, Udc e altre liste connesse arrivano a 450.856 e io, con il voto disgiunto, da solo ne ho avuti 464.921, numeri ufficiali».

 

Rimane la schiacciante vittoria di De Luca e il suo 18%, da ex governatore.

«E questo si spiega con la dote Covid: oltre il 50% degli elettori ha deciso comunque di confermare il presidente uscente. È un fenomeno ampio, che ha riguardato tutti i presidenti che hanno gestito l'emergenza e ha portato una valanga di consensi personali, cifre pazzesche: Zaia al 57%, De Luca al 44, Toti al 30, Emiliano al 20, il più basso. Noi avversari giocavamo in metà campo, in un bacino ristretto».

stefano caldoro vincenzo de luca

 

Vuol dire che ha vinto la paura, più che il candidato?

«Ho fatto 20mila chilometri in campagna elettorale e tanti per strada mi dicevano: Non si doveva votare, non si cambia comandante quando guida la nave in tempesta'. Di destra o sinistra, ammiratori o critici verso De Luca, ripetevano tutti la stessa storia.

 

(...)

 

MARA CARFAGNA CON IL PANCIONE A CAPRI

Che dice delle critiche di Mara Carfagna, che si è sentita «epurata» dalla campagna elettorale e accusa dirigenti locali e nazionali di averla ridotta a resa dei conti interna?

«Non mi risulta che non sia stata invitate alle manifestazioni e non è vero che Fi in Campania sia divisa. Lei è una dirigente nazionale ma anche regionale, come vice segretaria vicaria della Campania non è che qualcuno dovesse invitarla.

 

Ho avuto giudizi duri da lei e la mia risposta sono i miei voti. Comunque, tutto questo è irrilevante ai fini elettorali e non mi piacciono le polemiche. Per noi e per il centrodestra è il momento dell'unità».

 

vincenzo de luca

Eppure il veleno scorre, Salvini dice che per le comunali 2021 vuole candidati imprenditori e in Fi si alzano voci critiche verso il vertice.

«Non contesto l'ipotesi di candidati civici, bisogna vedere se possono vincere. Con il vento in poppa è facile fare battaglie, ma ci vuole coraggio per affrontare la tempesta e io l'ho avuto. Ha pesato anche la mancata presenza del presidente Berlusconi, per forza maggiore. Ora è giusta l'autocritica e l'analisi, per migliorare, però nel centrodestra e in Fi dividersi sarebbe un errore. Gli elettori non capirebbero».

 

 

 

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