ignazio la russa giorgia meloni elezioni amministrative

SI PERDONO LE ELEZIONI? CAMBIAMO LA LEGGE ELETTORALE – IL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA, COMMENTA LA DISFATTA DEL CENTRODESTRA ALLE AMMINISTRATIVE INVOCANDO UNA NUOVA NORMA CHE MODIFICHI IL BALLOTTAGGIO, CHE AVVANTAGGEREBBE LA SINISTRA: “IL DOPPIO TURNO INCREMENTA L’ASTENSIONE” -  LA PROPOSTA C’È GIÀ: BASTERÀ IL 40% AL PRIMO TURNO PER EVITARE IL BALLOTTAGGIO - IL CASO BARI: DOPO GLI ATTACCHI AL "SISTEMA" DECARO, L'EX SINDACO HA PRESO IL RECORD DI PREFERENZE ALLE EUROPEE E IL SUO DELFINO HA STRACCIATO IL CANDIDATO DELLA DESTRA...

Estratto dell’articolo di Federico Capurso e Francesco Olivo per “La Stampa”

 

ignazio la russa e giorgia meloni festa per i 50 anni del giornale

A Montecitorio tira una brutta aria. I pochi deputati del centrodestra presenti alla seduta di lunedì celano a fatica l’insoddisfazione. Che il clima non fosse buono era chiaro già negli ultimi giorni, ma i distacchi nettissimi subiti a Firenze e Bari, oltre alla sconfitta di Perugia, fanno male nonostante i comunicati autoconsolatori diffusi dai partiti in serata. […]

 

D’altronde i ballottaggi per il centrodestra sono sempre stati un problema. E come dopo ogni sconfitta, anche questa volta sale la tentazione di intervenire sulla legge elettorale per eliminarli.

 

IGNAZIO LA RUSSA VOTA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024

A rilanciare la discussione sul tema è il presidente del Senato Ignazio La Russa: «Occorre ripensare a una legge elettorale per le amministrative, perché il doppio turno non è salvifico. Anzi, incrementa l’astensione».

 

La Russa parla del voto nei Comuni, ma l’argomento è vivo anche nella discussione appena iniziata intorno alla legge elettorale per il premierato. E l’ipotesi che circola nel centrodestra per la legge elettorale nazionale è la stessa che propone La Russa per il voto nei Comuni: «Il doppio turno siciliano», dove si va al ballottaggio solo nel caso in cui nessuno ottenga il 40% dei consensi.

 

Sara Funaro Eike Dieter Schmidt

Giorgia Meloni però non sembra convintissima di intervenire sulla legge elettorale per eleggere i sindaci. «Dopo un risultato non esaltante ai ballottaggi, daremmo un’impressione sbagliata eliminandoli o modificandoli», ragionano anche dentro Forza Italia. E poi, aggiungono, «si aprirebbe un’altra battaglia con il Pd, dandogli benzina in un momento in cui sta andando bene». Insomma, difficile ci si muova.

 

Un tentativo più convinto c’era stato negli ultimi mesi, da parte degli uomini di Antonio Tajani. In attesa della riforma del Testo unico per gli enti locali, un lavoro che non vedrà la luce a breve, gli azzurri avevano avviato una discussione ad uno dei tavoli per le amministrative formati dai delegati dei vari partiti.

FABIO ROMITO - GENNARO SANGIULIANO

 

«Dobbiamo farlo a breve» era stato l’accordo informale preso in quelle riunioni, nelle quali si dovevano decidere i candidati della coalizione. Ma quando tutto sembrava pronto è arrivato lo stop di Fratelli d’Italia: «Se applichiamo la soglia del 40% al primo turno, perdiamo subito a Firenze e invece al ballottaggio ce la possiamo giocare», spiegava in quei giorni Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di FdI, grande sponsor della candidatura di Eike Schmidt.

 

ignazio la russa giorgia meloni

Invece, a Firenze, è andata malissimo. E peggio è andata a Bari: dopo le inchieste della magistratura, la maggioranza aveva attaccato in modo aggressivo la giunta a guida Pd, ma prima l’ex sindaco Antonio Decaro ha incassato il record di preferenze alle Europee e ora è anche arrivato un plebiscito per il candidato sindaco del centrosinistra. «La strategia aggressiva che molti di noi hanno tentato a Bari si è rivelata un disastro», ammette un parlamentare di peso forzista.

 

fabio romito

Altro elemento di preoccupazione viene osservando i risultati sulla cartina geografica. Proprio in quelle Regioni che andranno a breve al voto, la destra ha subito sconfitte dolorose. In particolare, aver perso a Perugia appare un cattivo viatico per affrontare le elezioni in Umbria, previste per il prossimo autunno. La candidatura dell’attuale governatrice, la leghista Donatella Tesei, è stata garantita a Matteo Salvini dagli alleati, ma i sondaggi non lasciano nessuno tranquillo. Stesso discorso per la Toscana, dove la coalizione deve ancora trovare il nome pronto a sfidare Eugenio Giani e qui, evidenziano dentro Fratelli d’Italia, su 185 Comuni al voto, 143 sono andati al centrosinistra. […]

 

Le grane non sono finite. La Lega accende un riflettore sullo «straordinario en plein in Veneto». È il dato che più sottolinea: un modo per far sapere a Meloni che non ha alcuna intenzione di cedere a Fratelli d’Italia l’indicazione del prossimo governatore. […]

DARIO NARDELLA - SARA FUNARO

BARIS HILTON - MEME BY EMILIANO CARLI ANTONIO DECAROSCHMIDT FUNARO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…