L’ULTIMA MESTA FESTA DEL SENATORE BERLUSCONI: DAI GIOIELLI DAMIANI ALLE MANETTE NAPOLETANE? - AL PARTY DAMIANI UNA BOTTA DI GIOVENTU’ CON LA MUMMIA DI POZZUOLI, SOPHIA LOREN

il Cavaliere entra con la fidanzata Francesca Pascale, raggiante dopo la chiacchierata che le ha concesso la Loren durante il cocktail nel negozio Damiani di via Condotti. Con loro la senatrice Maria Rosaria Rossi e il direttore di Studio aperto Giovanni Toti. Al loro tavolo l’onorevole Catia Polidori…

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Giulia Cerasoli per Chi

Silvio e Sofia. Due star (che si conoscono da tempo) e duecento ospiti per Damiani. Il "coup de théâtre" della splendida cena a Palazzo Doria Pamphilj, organizzata dai fratelli Damiani per festeggiare i 90 anni della griffe di gioielli, si verifica prima dell'antipasto. La nostra diva più amata, bandiera della maison, scortata dalla sorella Maria Scicolone e dalla nipote Caterina Floriani (figlia di Alessandra Mussolini) ha appena superato un incidente di percorso: giunta al tavolo d'onore nel salone monumentale, infatti, si è accorta che la giacca di Armani ricamata di cristalli ha la cerniera rotta e rischia di lasciarla in reggiseno.

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Come per magia, però, si materializza una sarta, che risolve il problema. A questo punto Silvio Berlusconi fa il suo ingresso. Reduce da un summit nella sede del partito per l'organizzazione della nuova Forza Italia, il Cavaliere entra con la fidanzata Francesca Pascale, raggiante dopo la chiacchierata che le ha concesso la Loren durante il cocktail nel negozio Damiani di via Condotti.

Con loro la senatrice Maria Rosaria Rossi e il direttore di Studio aperto Giovanni Toti. Al loro tavolo l'onorevole Catia Polidori, amica dei tre fratelli Damiani, Silvia, Guido e Giorgio, che accolgono anche Valeria Marini e tutti i clienti internazionali. Per Berlusconi, in gran forma, nonostante il dolore per l'inaspettato divorzio dell'ex delfino Angelino Alfano e la prospettiva del voto sulla decadenza, un ritorno in società che sa di campagna elettorale («Ora ripartiamo», confida ai commensali, confermando poi «la presenza di un asso nella manica contro Renzi»).

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Tra il risotto al tartufo e il filetto, mentre Sofia Loren confessa che il gioiello a lei più caro è «l'anellino che mi regalò mio marito durante la lavorazione del film L'oro di Napoli», la Pascale racconta di quanto Dudù (in cerca di fidanzata) sia goloso di Nutella. Ma gli occhi sono tutti per Silvio e Sofia. A metà cena gli invitati, cinesi, coreani, venezuelani, azeri, svizzeri, russi, inglesi, si alzano e, prima timidamente e poi uno dopo l'altro, chiedono di salutare la diva Sofia o il presidente Berlusconi.

Ma non si accontentano. Esigono una foto. «Lei è un uomo molto coraggioso. I suoi avversari l'attaccano, perché non hanno leader come lei», si complimenta con l'ex premier un imprenditore kazako. Trenta, sessanta coreani, tra cui signore eleganti con bambini, si mettono in fila, senza soste, scatenando il panico tra le guardie del corpo.

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A dirigere il traffico la senatrice Rossi, che riesce a domare l'esercito di orientali, apostrofandoli in napoletano. «Presidente, se facessimo pagare un euro per ogni fotografia...», scherza il direttore di Studio aperto. Il bagno di folla internazionale spazza via ogni dubbio sulla popolarità del leader di Forza Italia. Chissà poi se i coreani sanno della decadenza... Ma Berlusconi resta Berlusconi. Come la Loren è sempre la Loren. E la festa continua. Si parla di gioielli, Maria Scicolone snocciola le sue ricette all'onorevole Polidori. Sofia, la diva, loda la torta al cioccolato bianco. La sua preferita.

 

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