de laurentiis ancelotti

COSA È SUCCESSO AD ANCELOTTI? DA MISTER CHAMPIONS A BOLLITO? - CARLETTO HA IL RECORD DI TROFEI EUROPEI (7) E COPPE CAMPIONI (3) MA DOPO L'ADDIO AL REAL E L'OPERAZIONE NEL 2015 NON HA MAI RETTO PIÙ DI UN ANNO. E ADESSO A NAPOLI RISCHIA (IPOTESI GATTUSO) – LA ROTTURA CON I CALCIATORI SUL MODULO, IL PIANO DI DE LAURENTIIS IN CASO DI MANCATA QUALIFICAZIONE IN CHAMPIONS

Francesco Perugini per “Libero quotidiano”

 

CARLO ANCELOTTI

«Il momento difficile non è ancora arrivato, ma arriverà». Era stato profetico a gennaio scorso Carlo Ancelotti durante un convegno universitario a Napoli. «In passato i presidenti mi chiamavano e mi dicevano: coi giocatori sei troppo morbido, devi usare la frusta. Ho sempre risposto: non la so usare. Dipende dal carattere, se usassi la frusta non sarei credibile». E invece il momento è arrivato, anche Carletto ha rinunciato alla carota per passare al bastone: «Forse deve migliorare la relazione tra me e i giocatori, o magari metterla sul duro», aveva anticipato dopo la sconfitta col Bologna.

 

Scatta oggi il ritiro per i giocatori partenopei in vista della partita di sabato contro l' Udinese, ma la clausura potrebbe prolungarsi fino all' ultima sfida di Champions League di martedì contro il Genk: basterà un pari per passare agli ottavi, però è sempre meglio evitare rischi.

 

de laurentiis ancelotti

IL MESE PIù LUNGO Il mese più lungo per il Napoli degli ultimi dieci anni si chiude così, con la mezza rivolta dei giocatori e la ribellione del suo allenatore: «Siamo poco allenati e il modulo va cambiato», le recriminazioni - riportate da Il Mattino - dei soliti senatori-ribelli come Allan, Mertens e Insigne.

 

«Non avete mentalità vincente», la risposta feroce dell' allenatore nei confronti di quei giocatori che aveva difeso dall' ira del presidente per la rottura del ritiro post Salisburgo. Il nodo della lite è il modulo, con i calciatori partenopei che rimpiangono il 4-3-3 dell' era Sarri - ma difficile da riproporre senza un regista come Jorginho - a scapito del 4-4-2 ancelottiano. Sembra incredibile che la scommessa più azzardata della carriera di Carletto possa arenarsi su un dettaglio simile. Proprio lui che in passato l' ex allenatore del Milan era riuscito a imporre il suo "albero di Natale" a un presidente-padrone come Silvio Berlusconi.

ancelotti

 

Forse c' è di più, un cambio radicale nell' Ancelotti allenatore e uomo. Dopo i nove anni in rossonero, Ancelotti si è sempre concesso amori brevissimi anche vincenti. Due anni al Chelsea e subito la Premier, due anni a Parigi con un bis in campionato e una delle migliori campagne europee del Psg.

 

IPOTESI GATTUSO Poi l' ora del Real Madrid con il trionfo scintillante della "Decima", la Champions "maledetta" per le merengues e la terza personale in panchina per il tecnico. Supercoppa europea, Mondiale per Club e un esonero chiusero l' avventura spagnola insieme all' operazione per stenosi cervicale.

 

Ancelotti decise di prendersi un anno sabbatico in Canada, rifiutando l' ennesima chiamata per un ritorno al Milan. E da allora non è stato più lo stesso.

Dopo sei mesi lo chiamò il Bayern per prendere il posto di Guardiola nel luglio successivo, in quelle stagioni di transizione che solo in Baviera sanno gestire.

 

Nacque subito il feeling con la piazza - ricordate Carletto cantante? - e il trionfo in Bundesliga che gli valse il record di campionati vinti in quattro Paesi diversi. Passarono pochi mesi però, e arrivò l' addio improvviso, figlio di un brutto avvio in stagione e di un rapporto logoro con i campioni.

 

ancelotti

Qualcosa di simile sta avvenendo in questi giorni a Napoli, con Ancelotti che sceglie il pugno duro e promette nuove gerarchie minacciando i senatori a partire da Callejon, già finito in panchina. Basterà per raddrizzare il timone dopo quattro pari e due sconfitte nell' ultimo mese? Difficile dirlo, mentre su Ancelotti si alza lo spettro di Rino Gattuso come possibile traghettatore per gli azzurri.

 

 

NAPOLI, E SE PERDI LA CHAMPIONS?

Mimmo Malfitano per gazzetta.it

 

Tace, Aurelio De Laurentiis. E osserva. Intanto, medita pure su quello che sarà il prossimo futuro. Sono giorni intensi, anche per lui. Il suo Napoli è diventato una preoccupazione, è così distante da quella squadra che ha saputo entusiasmarlo e, perché no?, persino viziarlo in certi momenti. C’è una realtà, in ogni modo, che non gli consente troppe divagazioni. Anzi, lo sta già proiettando verso il futuro, quando è ancora tutto da verificare il presente. Il presidente è deluso, si sarebbe aspettato ben altro in questo periodo.

ancelotti

 

Di certo non aveva immaginato che si sarebbe ritrovato, dopo appena 14 giornate, già fuori dal discorso scudetto e, soprattutto, a meno 8 punti dalla zona Champions. Si, è vero, gli ottavi dell’edizione in corso sono a portata di mano, basterà un pareggio col Genk per poi ritrovarsi a febbraio prossimo per riprendere l’avventura. Ma gli ultimi eventi potrebbero mandare all’aria un progetto da lui stesso messo in piedi, meticolosamente, affidandolo all’allenatore più vincente al mondo. Mai avrebbe pensato che tutto questo potesse andare a rotoli dopo appena un anno e pochi mesi. Invece, c’è un presente che non ammette attenuanti: il suo Napoli è in una crisi che pare irreversibile o quasi.

 

ancelotti

LE PREOCCUPAZIONI

Ne ha tante, De Laurentiis. Quelle che più l’incupiscono sono di natura economica. D’altra parte, ai risultati sono collegati i ritorni economici che, a loro volta, determinano il mercato. Se il campionato finisse adesso, il Napoli sarebbe fuori dall’Europa e sarebbe la prima volta dopo 10 anni. E stare fuori dall’Europa dei grandi significherebbe dover rinunciare a 60-70 milioni di introiti che la Champions gli ha garantito nelle ultime due stagioni. Soldi che gli sono serviti per avviare il nuovo progetto, per calarsi sul mercato e ingaggiare Manolas, Elmas, Di Lorenzo e l’acquisto più costoso della sua storia, ovvero Hirving Lozano, pagato nell’insieme 50 milioni di euro.

ancelotti

 

LA DELUSIONE —   Aveva immaginato, il presidente, un grande Napoli, in grado di poter tenere testa alla Juventus nella corsa verso lo scudetto. Convinzione che gli era stata trasmessa anche dalle dichiarazioni dell’allenatore che, nella scorsa estate, non aveva fatto sconti a nessuno: “Quest’anno giocheremo per vincere”, aveva sentenziato. E le sue parole avevano fatto proseliti importanti, da Insigne a Ghoulam e man mano un po’ tutti gli altri giocatori. L’inizio della stagione aveva confermato le intenzioni dei protagonisti, il 2-0 al Liverpool, nella prima di Champions, al San Paolo, aveva scosso l’Italia del pallone. Ma chi l’avrebbe detto che da quel successo, poi, ci sarebbe stato un’involuzione che sta determinando lo stato attuale.

ancelotti de laurentiis

 

PROSPETTIVE —   De Laurentiis aspetterà fino alla gara col Genk prima di prendere qualsiasi decisione sulla conduzione tecnica. Al momento, Ancelotti resta lì dov’è, ma non ha la garanzia dell’inamovibilità: se dovesse perdere a Udine e non convincere col Genk, allora le sue ore sarebbero contate, il presidente potrebbe ricontattare Rino Gattuso per la sua sostituzione. Poi, per la prossima stagione, l’epurazione è scontata, gli “anziani” andranno tutti via, da Mertens a Callejon, da Allan a Insigne e, probabilmente, pure Koulibaly. L’intenzione è di ripartire dai giovani, da Di Lorenzo, Meret, Fabian Ruiz, Lozano, Elmas, ai quali ne aggiungerà degli altri. Di talento, si spera.

insigne ancelottigalliani ancelotti maldinisacchi guardiola ancelottiallegri ancelottiancelottiancelotti leottaancelottiancelotti de laurentiisancelotti inter napolikoulibaly ancelottiancelottiagostino di bartolomei carlo ancelottimilan napoli striscione per ancelottinapoli arsenal insigne ancelotti 1ancelottiCARLO ANCELOTTI

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…