sport stanchezza

IL DIVANO NON HA MAI UCCISO NESSUNO - TROPPO SPORT STANCA, ANCHE IL CERVELLO - GLI ATLETI A CUI VIENE CHIESTO UNO SFORZO MOLTO INTENSO MOSTRANO SEGNI DI FATICA MENTALE E DIVENTANO PIÙ IMPULSIVI NELLE SCELTE – “GLI ATLETI IN IPER ALLENAMENTO MOSTRANO OLTRE AL CALO DELLA PERFORMANCE ANCHE SINTOMI PSICHICI COME INSONNIA, MANCANZA DI CONCENTRAZIONE, IRRITABILITÀ, CAMBIAMENTI NELLA SFERA DELL'APPETITO"

Cristina Marrone per Corriere Salute – Corriere della Sera

sport fatica

 

Vi aspettereste che un allenamento eccessivo possa stancare non solo il fisico, ma anche il cervello? La risposta è sì. Proprio come dice il proverbio «il troppo stroppia».

Anche quando si parla di sport.

 

Nel momento in cui lo sforzo diventa eccessivo non ne risentirebbe solo il fisico, e di conseguenza la prestazione sportiva, ma anche la mente. Insomma, anche il cervello si stanca, e le conseguenze sono sorprendenti. Uno studio francese coordinato dal Gruppo ospedaliero de la Pitié Salpêtrière di Parigi insieme all' Università Sorbona di Parigi, pubblicato su Current Biology , ha dimostrato, grazie anche a indagini con la risonanza magnetica funzionale, come a causa di un allenamento fisico molto intenso e prolungato, il cervello mostri un calo dell' attività di alcuni circuiti neuronali. Nel concreto significa che le connessioni cerebrali ne risentono, il cervello si stanca e le capacità cognitive si riducono.

 

sport fatica

I ricercatori hanno coinvolto nella loro ricerca 37 triatleti a livello agonistico con un' età media di 35 anni. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi, uno dei quali ha aumentato l' allenamento del 40 per cento per ogni sessione di lavoro per un periodo totale di tre settimane. Gli atleti hanno risposto a una serie di test comportamentali mentre gli scienziati hanno stimato il livello delle loro prestazioni fisiche e cognitive. Che cosa è stato scoperto?

 

Gli atleti a cui era stato chiesto un maggiore sforzo hanno mostrato maggiori segni di stanchezza, sia fisica sia cognitiva. Durante un test a cui sono stati sottoposti per valutare come si sarebbero comportati di fronte a determinate scelte economiche è emerso che gli atleti affaticati erano anche quelli più impulsivi: preferivano ricompense economiche più piccole, ma immediate, rispetto a premi maggiori ma per i quali avrebbero dovuto attendere un po'.

 

sport fatica

Questa impulsività ha una spiegazione. Durante la risonanza magnetica funzionale è stato scoperto che negli atleti in overtraining , cioè che svolgono attività fisica molto intensa senza i giusti periodi di recupero, si attivava in modo ridotto la corteccia laterale prefrontale rispetto a coloro che avevano svolto meno attività fisica. E questa regione del cervello ha un ruolo cruciale nel controllo degli impulsi, azioni e pensieri e nel mantenimento della concentrazione. Si tratta di un' area chiave quando si ha un obiettivo da raggiungere, fisico o mentale che sia.

 

«Noi medici dello sport abbiamo sempre notato che gli atleti in overtraining mostravano oltre al calo della performance anche sintomi psichici come insonnia, mancanza di concentrazione, irritabilità, cambiamenti nella sfera dell' appetito» commenta Gianfranco Beltrami, docente di Scienze motorie all' Università di Parma e vicepresidente della Federazione italiana medico sportiva. «Ci siamo sempre chiesti che cosa legasse il sovra allenamento con l' affaticamento mentale. Questa ricerca è molto innovativa perché ci dà una risposta, tanto che potrebbe giustificare l' introduzione di nuovi parametri per la valutazione della fatica mentale da eseguire di routine su atleti arrivati al vertice.

 

sport fatica

Un aspetto interessante è quello dell' impulsività: sul campo si osservano spesso condotte in linea con questa irrazionalità registrata: ci sono atleti che proseguono nella loro attività anche se provano dolore, che non si fermano nonostante uno strappo muscolare».

 

Come segnala uno degli autori dello studio, Mathias Postiglione, la ricerca suggerisce l' esistenza di un collegamento tra sforzo fisico e mentale. «La corteccia prefrontale laterale interessata dal sovraccarico di allenamento è la stessa che si era mostrata vulnerabile a un eccessivo lavoro cognitivo nei nostri studi precedenti».

 

Insomma, per sostenere entrambi gli impegni «ci vuole testa». Si tratta proprio di quel controllo cognitivo che serve per raggiungere gli obiettivi (vincere la partita, per esempio) e mantenere alta la prestazione.

 

Gli autori infine sottolineano un aspetto curioso emerso nella ricerca e cioè che le nostre scelte possono cambiare a seconda del nostro livello di stanchezza cerebrale. Quando vanno prese decisioni importanti in ambito economico, giudiziario, politico o medico quindi è molto importante controllare il proprio livello di fatica, visto che scelte sbagliate in questi ambiti possono causare danni non solo per chi le fa.

sport fatica

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…