UN GIRO DI POLEMICHE – DOMANI IL VIA DA GERUSALEMME, IL CAMPIONE USCENTE DUMOULIN ATTACCA FROOME INSEGUITO DAL FANTASMA DOPING: "SE MI FOSSI TROVATO NELLA SUA SITUAZIONE NON MI SAREI PRESENTATO" – IL CAMPIONE BRITANNICO: "UN PROCEDIMENTO CONFIDENZIALE È DIVENTATO PUBBLICO, MA HO IL DIRITTO DI ESSERE QUI…- E IL CAVALIERE DEI 4 MORI FABIO ARU SI CANDIDA AL RUOLO DI GUASTATORE: 'SONO QUI PER VINCERE' - VIDEO

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Antonino Morici per gazzetta.it

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Il capo della polizia israeliana e il sindaco di Gerusalemme sembrano due tifosi di quelli che s’incontrano ogni anno sui tornanti del Giro. Il primo naturalmente ha l’aplomb che certe cariche richiedono; il secondo indossa la maglia rosa e non sta nella pelle. I loro volti entusiasti (e rassicuranti) si sommano a quelli di Chris Froome, Tom Dumoulin e Fabio Aru negli spot che le tv locali trasmettono in questi giorni. I tre big della Corsa rosa che scatta venerdì. Gli ultimi due sono i primi a parlare nella giornata dedicata alle parole dei protagonisti.
 

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ARU — L’italiano è determinato, concentrato. Ha da recuperare mesi di attesa perché il Giro 2017 saltato per un infortunio alla vigilia brucia ancora. "Avevo tanta voglia di tornare a questa corsa. E so di dover fare un salto in avanti nella mia carriera. Quindi non mi nascondo: sono qui per vincere e non voglio accontentarmi. Semmai divertirmi". Per riuscire nell’impresa e indossare nuovamente la maglia rosa, a tre anni dall’ultima volta a Lido di Jesolo, dovrà "passare" sulla maglia bianca e azzurra di Chris Froome. "Al Tour of the Alps è apparso un po’ indietro di condizione rispetto a Pinot, Pozzovivo e Lopez – aggiunge lo scalatore sardo, 28 anni il prossimo 3 luglio – ma sappiamo tutti cosa sa fare Froome, penso che lui e Dumoulin siano un gradino sopra gli altri".
 

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DUMOULIN — L’olandese, stessa età di Aru (compirà 28 anni a novembre) è il campione in carica. Ride, è rilassato, racconta della sua ultima settimana a casa prima di volare verso Israele e non si lascia coinvolgere nei discorsi sulla situazione politica e le tensioni nella striscia di Gaza. "Non sono cose che posso commentare. Sono qui per correre e sono felice. Quando ho saputo che saremmo arrivati sin qui ho pensato ‘finora tutto bene. E più lontano è, meglio è’.

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E’ stimolante sperimentare cose nuove". Per tutti è l’uomo della crono di Milano, di quel finale mozzafiato per la conquista del Giro, e anche di quell’inconveniente nella tappa dello Stelvio, quando dovette fermarsi per espletare un bisogno fisiologico. "Un anno in più aiuta. L’esperienza ti permette di migliorare e affrontare le cose in modo migliore. Sono felice di essere qui, il percorso mi piace e il fatto di partire venerdì con il numero 1 è bellissimo. Non mi è mai successo finora". Sul caso Froome l’olandese è tagliente. "Se mi fossi trovato nella situazione di Chris non mi sarei presentato al via del Giro. Cosa succederà se vincerà lui? Magari passeranno settimane prima di avere certezze".

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BARTALI — La crono inaugurale del 4 maggio (9,7 chilometri nel centro di Gerusalemme) sarà dedicata a Gino Bartali. Il grande campione toscano che ha ricevuto la nomina di "Giusto tra le nazioni" il 10 ottobre 2003, tre anni dopo la sua scomparsa, è stato onorato con una cerimonia al museo dell’Olocausto. Il presidente dello Yad Vashem, Avner Shalev, ha consegnato il certificato di cittadinanza commemorativa alla nipote del campione Gioia Bartali, alla presenza dell'Ambasciatore Italiano in Israele, Gianluigi Benedetti, e del Presidente Onorario del Comitato Grande Partenza Israele, Sylvan Adams.

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Antonino Morici per gazzetta.it 

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Chris Froome non è uno che si risparmia. Non solo negli allenamenti. Tutti sapevano che il fuoco delle domande sarebbe stato serrato e il kenyano bianco del Team Sky, da mesi al centro delle polemiche, risponde colpo su colpo.
 
CASO CONTROVERSO — All’ultima Vuelta, precisamente il 7 settembre al termine della 18ª tappa da Suances a Santo Toribio de Liebana, un controllo antidoping ha rilevato nelle urine di Froome una quantità di salbutamolo (un broncodilatatore usato per curare l’asma) doppia rispetto al consentito.
 

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Rigettate dal primo giorno le accuse, Chris ha deciso di correre e di non autosospendersi in attesa del giudizio. "Non mi ero mai avvicinato a un grande giro in questa situazione, ma so di non aver fatto nulla di sbagliato. Doveva restare un procedimento confidenziale per consentire ulteriori approfondimenti e invece è diventato pubblico, e la cosa mi ha contrariato parecchio".
 
FRUSTRAZIONE — Tom Dumoulin, il vincitore dell’ultimo Giro d’Italia, aveva appena sottolineato come il caso che coinvolge Froome sia in realtà un danno per tutto il ciclismo. "Capisco la frustrazione – ribatte Froome pochi minuti dopo la conferenza stampa dell’olandese – però ho il diritto di essere qui e di lottare per la vittoria, così come ho il diritto di combattere per dimostrare che non ho sbagliato. Voglio vincere, sono concentrato sul Giro". Sulla crono di apertura: "E’ una buona opportunità per chi lotterà per la classifica generale. Indossare subito la maglia rosa potrebbe essere positivo. Dumoulin è uno dei favoriti e ci sono tanti chilometri a cronometro quest’anno. Ma tre settimane sono lunghe…".

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OBIETTIVO MERCKX — Con la maglia rosa addosso il 27 maggio, Froome potrebbe infilare un tris leggendario: Tour e Vuelta 2017 più il Giro 2018. Tre grandi corse a tappe consecutive come Eddy Merckx tra il 1972 e il 1973 (che riuscì addirittura ad allungare la striscia a quattro grandi giri vinti) e come Bernard Hinault tra il 1982 e il 1983."Questa è una delle motivazioni che mi hanno spinto ad accettare la sfida. Per me è speciale correre il Giro con l’ambizione di essere il migliore. Sono già stato qui con la Barloworld all’inizio della mia carriera (nel 2009 fu 32esimo, nel 2010 venne squalificato per traino, ndr). Però adesso è tutto diverso". Quel che non cambia, almeno agli occhi di Chris, che questa mattina si è allenato con una selezione di junior israeliani, sono i programmi. "Nei miei piani dopo il Giro c’è il Tour, decisamente".

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