terapia intensiva rianimazione

''I PRIMI PAZIENTI ERANO TUTTI ANZIANI, ORA STANNO ARRIVANDO I 40-50ENNI'' - LORENZO GRAZIOLI, MEDICO RIANIMATORE A BERGAMO, IN PRIMA FILA NELLA TRINCEA PIÙ DIFFICILE NELLA GUERRA AL CORONAVIRUS - ''NON HO UNA VITA. IN QUESTO MOMENTO. TORNO A CASA. MANGIO. VADO A LETTO. TORNO IN OSPEDALE. LA MIA COMPAGNA FA L' INFERMERIA IN TERAPIA INTENSIVA. HA GLI STESSI RITMI - QUESTA STORIA CI INSEGNERÀ CHE DOBBIAMO AFFIDARCI A CHI SA FARE LE COSE. RISCOPRIREMO LE COMPETENZE''

Niccolò Zancan per “la Stampa

 

Dottor Grazioli, oggi ha visto qualche segno che faccia sperare?

«Mah Non lo so. Veramente. Non saprei cosa dire. Il problema è che sto sull' ultima linea.

LORENZO GRAZIOLI

Abbiamo accumulato così tanti pazienti che se ci dovesse essere un calo da qui non lo vedo ancora. È un' onda lunga».

 

Qual è stato il momento più difficile della sua giornata?

«Uno solo? Sono tutti malati molto complessi da trattare. Il nostro problema è dove metterli. Siamo al limite delle risorse. La rete è satura. La media dei nostri pazienti adesso è cinquant' anni. Hanno bisogno di ventilazione meccanica. Cerchiamo di fare il meglio qui, altrimenti ci affidiamo alla rete sanitaria della regione Lombardia».

 

Riesce a mangiare alla sera?

«Se non mangio a mezzogiorno, almeno a cena devo farlo».

 

Alle 20.45 il dottor Lorenzo Grazioli toglie lo scafandro che lo isola dai suoi pazienti, sfila i guanti e la maschera, si disinfetta per l' ennesima volta. Torna nel mondo di fuori.

Ma solo per il tempo necessario a un viaggio in auto, che dura 15 minuti: dal reparto di rianimazione dell' ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo a casa sua. Domenica ha compiuto 41 anni. È medico anestesista e rianimatore. Sta dove le persone perdono l' aria soffocate dalla polmonite, sulla trincea più difficile della guerra al Covid19. Nel suo ospedale: 400 ricoverati, 80 in rianimazione.

 

Come si spiega il caso Lombardia? Perché tutti questi morti proprio nella vostra regione?

«L' epicentro, come quello del terremoto, non si sa mai dove sarà. Qui ci sono tante persone che vanno e vengono per ragioni di lavoro, tanti aeroporti e tanti contatti. Questa è una malattia estremamente virulenta, contagiarsi è facile».

ospedale papa giovanni bergamo

 

Quante ore sta lavorando al giorno?

«Non meno di 12».

 

Ha incontrato i medici mandati dall' esercito nel suo ospedale?

«Non ancora. E non ho idea di che specialità abbiano».

 

Cosa vi dite fra colleghi?

«Cerchiamo di fare il meglio per proteggerci. Abbiamo la convinzione che le misure che mettiamo in atto siano efficaci. Ma mantenere il morale alto non è facile»

 

Qual è il suo paziente tipo?

«I primi erano grandi anziani, piano piano sta diminuendo l' età. Vedo tanti uomini anche di quarant' anni».

 

Perché?

«Provate a far correre un uomo di 30, uno di 40 e uno di 50 anni insieme. Chi arriverà primo? Quello di 30. All' ospedale invece l' arrivo è inverso. I giovani hanno più risorse».

 

ospedale papa giovanni bergamo

Davvero vi trovate nella situazione di dover scegliere fra chi intubare e chi no?

«Seguiamo le regole. Ci sono dei criteri tracciati. Il fatto di avere delle scale di valutazioni ci fa capire il beneficio che una terapia intensiva può dare.

Tutti i giorni, valutiamo. Facciamo i clinici. Quindi, decidiamo. Ma non significa trascurare i pazienti. Ci sono malati che per la loro età anche con 100 posti liberi non andrebbero in terapia intensiva perché non ne beneficerebbero. Tutti coloro che hanno bisogno di intubazione vengono intubati».

 

In quale istante ha capito che il coronavirus avrebbe cambiato l' Italia e il mondo?

«Subito. Dalla prima settimana. Abbiamo avuto un incremento esponenziale di pazienti. Da allora non è mai finita.

Mi sembra un unico giorno molto lungo».

 

Se potesse chiedere qualcosa di utile e molto terreno cosa chiederebbe?

«Attrezzature e personale. Ma non è facile trovare medici che facciano questo lavoro serenamente. L' esperienza è impagabile in questi casi. L' emotività va lasciata da parte sempre».

 

ospedale papa giovanni bergamo

Come va la sua vita?

«Io non ho una vita. In questo momento. Torno a casa. Mangio. Vado a letto. Torno in ospedale. La mia compagna fa l' infermeria in terapia intensiva. Ha gli stessi ritmi».

 

Come giudica la comunicazione al tempo del Covid19?

«Tutti parlano senza avere contezza della situazione. Probabilmente questa storia ci insegnerà che dobbiamo affidarci a chi sa fare le cose. Riscopriremo le competenze».

 

C' è stato troppo allarmismo?

«No. Se voi vedeste quanta gente arriva ogni giorno vi togliereste il dubbio. Non siamo bambini. Bisogna essere seri e crudi nelle comunicazioni».

 

Si è dato un orizzonte temporale?

«Dipende da noi. Da tutti noi. Se ci convinciamo che possiamo fermare il virus stando a casa, si smorzerà per forza. Altrimenti, no: continuerà e ne pagheremo le conseguenze».

papa giovanni bergamo

Ultimi Dagoreport

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."