SCAMPATI ALLA MORTE, MA SCOMPARSI GLI ANTICORPI - DOPO 2-3 MESI DALLA GUARIGIONE, IL LIVELLO DI RISPOSTA IMMUNITARIA AL CORONAVIRUS SCENDE DEL 70%. UN DATO PREOCCUPANTE, VUOL DIRE CHE LA ''PROTEZIONE'' DI CHI GIÀ SI È INFETTATO DURA POCO, A DIFFERENZA DELLA SARS (2 ANNI) E MERS (34 MESI) - LA QUESTIONE DEGLI ANTICORPI AVRÀ UN IMPATTO ANCHE SULLA DURATA DI EFFICACIA DEL VACCINO

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Valentina Dardari per www.ilgiornale.it

 

Ogni giorno veniamo a conoscenza di informazioni riguardanti il coronavirus. E spesso non sono rassicuranti. Secondo quanto riportato da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature, la durata della protezione sviluppata da chi è guarito dopo aver contratto il virus non sarebbe poi così ampia. Anzi.

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In 2-3 mesi il 70% degli anticorpi scompare

La ricerca, condotta da un team dell’Università medica di Chongqing, indicherebbe che i livelli di anticorpi nei pazienti guariti crollano molto velocemente. In circa 3 mesi oltre il 70% scomparirebbe. Da sottolineare che lo studio non ha coinvolto moltissimi soggetti. Solo 37 pazienti sintomatici e 37 asintomatici. Come riportato dal Corriere, in circa 2-3 mesi, il 90% delle persone esaminate mostravano una decisa riduzione di anticorpi IgG, quelli per intenderci che danno la certezza che abbiamo contratto il coronavirus e che ora siamo protetti.

 

A questo punto, sembrerebbe per poco tempo. In media, i livelli sono calati del 70%, sia nei pazienti sintomatici che in quelli asintomatici. Oltre a questo, è risultato che il 40% delle persone asintomatiche (e il 12,9% di quelle sintomatiche) è diventato anche sieronegativo per le IgG, ovvero non le aveva più all’interno del suo organismo.

 

Gli anticorpi IgG e IgM

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I test sierologici servono per individuare o meno la presenza degli anticorpi che proteggono contro il coronavirus. Questi sono di due tipi diversi. Abbiamo le IgM che vengono prodotte dopo circa una settimana dalla comparsa dei primi sintomi, e le IgG, che compaiono invece dopo 14 giorni. Le prime confermano l’infezione del soggetto, mentre le seconde sono la memoria immunitaria, ovvero ci avvertono che in passato abbiamo contratto il virus e che adesso siamo protetti. Quello che fino a questo momento non si sapeva era il tempo della protezione. All’inizio si era avanzata l’ipotesi che, una volta guariti da Sars-CoV-2, non ci si potesse ammalare una seconda volta. Questo studio cinese invece confermerebbe esattamente il contrario. Anche i passaporti di immunità perderebbero in un solo colpo la loro validità e sicurezza.

 

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Quello che si sa per il momento è che, dopo circa 19 giorni dalla comparsa dei primi sintomi, la maggior parte dei malati produce gli anticorpi. E che questi siano in grado di proteggere da eventuali nuovi contagi da coronavirus. Ma per quanto tempo esattamente ancora non è dato sapere. Se lo studio cinese è attendibile, possiamo parlare di pochi mesi. In passato, SARS e MERS, molto simili all’odierno Covid-19, rispettivamente producevano anticorpi protettivi per 2 anni la prima e 34 mesi la seconda. Tra l’altro, non sappiamo neanche se gli asintomatici, o comunque coloro che si ammalano in modo molto leggero, siano protetti e non rischino quindi un’altra infezione. Altri studi epidemiologici futuri, e magari test sierologici ripetuti a distanza di 2-3 mesi, potrebbero dare maggiori certezze e risposte. E un eventuale vaccino per quanto tempo ci proteggerebbe?

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