CHI LO PRENDE NEL CUNEO? - LA BABILONIA CHE VEDE LA POLITICA SENZA SOLDI A CACCIA DEI FORZIERI DELLE BANCHE NON TOCCA SOLO I GRANDI ISTITUTI: IN PROVINCIA ACCADE DI TUTTO, DI BRUTTO - DOSSIER E VELENI PER IL CONTROLLO DI BREBANCA, PARTECIPATA AL 25% DALLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI CUNEO DOVE LA LEGA PUNTA A PRENDERSI IL COMUNE NEL 2012 E METTE GLI OCCHI SULLA FONDAZIONE, IN ATTESA DEL PROSSIMO GIRO DI POLTRONE…

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Marco Alfieri per \"la Stampa\"

Dossieraggi e boatos giudiziari all\'ombra della fondazione Cassa di risparmio di Cuneo. «Un\'astiosità violenta», racconta Giacomo Oddero, buone bottiglie di Barolo prodotte nella cantina di La Morra, per 20 anni alla guida della Cassa e poi, fino al 2006, della Fondazione. Provincia quieta, la Granda.

PieroPiero Bertolotto

Per 50 anni un feudo bianco passato dalla «malora» al capitalismo laborioso e i piaceri dell\'enogastronomia. Nemmeno quando la vecchia Dc andò allo scontro sull\'accorpamento (sfumato) delle 5 casse locali, si era vista una guerra così. Tutto si consumava nei palazzi, con il tocco felpato della balena bianca.

FONDAZIONEFONDAZIONE CASSA RISPARMIO CUNEO

Dopo la nascita delle fondazioni la vecchia Crc si è fusa con la Banca del Monte lombarda dando vita a Brebanca, di cui oggi la Fondazione Crc detiene il 25 per cento. Il resto è di Ubi Banca. Ma con il salto dimensionale, sono cresciuti gli appetiti su poltrone e erogazioni (25 milioni l\'anno). La grande guerra comincia nel marzo 2010 quando il presidente della Fondazione, il cattolico di sinistra Ezio Falco, sfiducia il presidente della Bre: Piero Bertolotto, da oltre 20 anni ai vertici dell\'istituto. Falco non condivide il piglio autonomista e lo sfiducia. Al suo posto finisce nel Consiglio di gestione di Ubi il presidente del collegio sindacale, Gian Luigi Gola, editore del Giornale del Piemonte, legato all\'ex ministro Raffaele Costa e a Paolo Berlusconi.

EzioEzio Falco

In città la cosa fa scalpore. Trecento imprenditori si comprano una pagina della Stampa per difendere il manager. Falco temporeggia. Bertolotto esce da Ubi ma resta un altro anno alla presidenza di Bre. Armistizio siglato? Macché. Dopo Pasqua spunta il senatore Pdl Giuseppe Menardi, già sindaco Dc di Cuneo: sul bimestrale Il Corso racconta di un intreccio tra lo stesso Falco e alcuni uomini della fondazione: Gola, Musso e Pier Franco Risoli.

GUIDOGUIDO CROSETTO

Al centro della ragnatela l\'azienda «Linea Computer», posseduta al 33% da Falco. Per alcuni la promozione di Gola è il cambio merce dei soldi che l\'imprenditore avrebbe messo nella società indebitata di Falco. Per altri Falco si sarebbe comprato l\'appoggio bipartisan della famiglia Costa in vista della riconferma in fondazione. In ogni caso Menardi scrive un\'interrogazione al ministro Tremonti e Gola lo querela. Secondo il Pd, dietro il ventilatore c\'è la manina di Bertolotto. A metà maggio sulla vicenda interviene Giuseppe Guzzetti, che difende Falco e il suo operato.

In un clima di guerra fredda si arriva al rinnovo delle cariche in Bre banca e la fondazione non riconferma Bertolotto. Al suo posto sale il torinese Luigi Rossi di Montelera, già presidente di Confindustria Piemonte. La perdita territoriale (Bertolotto è di Cuneo) fa arrabbiare la presidente leghista della provincia, Gianna Gancia: «Da cittadina cuneese dico che questo è l\'epilogo inglorioso di una vicenda poco dignitosa». Siamo così all\'antipasto del rinnovo in Fondazione. Venerdì i 23 membri del cda approvano il bilancio 2010 con due voti contrari (Goletto e Bemer).

Contestualmente s\'insedia il nuovo consiglio. Ma il passaggio clou è previsto a breve, quando si deciderà cda e presidenza. Nel frattempo la guerra continua. Il 5 aprile il Gip di Saluzzo, nell\'ordinanza di archiviazione sulla vicenda della querela di Gola, scrive che «i rapporti d\'affari tra membri del cda e del consiglio sindacale suscitano perplessità». Ripartono le polemiche. Stavolta è l\'Idv con Giovanni Ponso a chiedere trasparenza. Antonio di Pietro presenta un\'interrogazione a Tremonti. «Falco si è messo alla testa di un sistema di potere trasversale», dicono i suoi detrattori. «Bertolotto faceva quel che voleva in banca, Falco ha rotto il vecchio sistema», replicano i seguaci del presidente.

GIUSEPPEGIUSEPPE GUZZETTIPAOLOPAOLO BERLUSCONI

Di certo l\'intreccio dentro la fondazione non piace nemmeno a certi mondi cattolici vicini a Falco, ma finora non c\'è alcun addebito penale. Per questo in città sono convinti che alla fine Falco verrà confermato. A vincere è l\'asse bipartisan tra vecchi Dc, potenza del marchio: Falco è grande amico del sindaco Pd di Cuneo, Alberto Valmaggia, già capo dell\'Azione cattolica proprio dopo Falco. Che a sua volta può contare sull\'appoggio Udc di Teresio Delfino.

Mentre il capo locale del Pdl è che quel Guido Crosetto che fu il vice Falco alla segreteria del Ppi. Lega e Pdl, invece, non si sono accordati su un nome alternativo. La stessa Lega egemone, che punta a prendersi il comune di Cuneo nel 2012 e, da lì, scalare la fondazione al prossimo giro, non si fida fino in fondo dell\'alternativa Menardi. Resta alla finestra. Una speranza di ribaltamento la coltiva quel pezzo di Pdl ex An, guidato dall\'assessore provinciale Beppe Lauria. Magari di sponda con l\'altro potere forte, il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. Per non sbagliare, un altro democristiano di razza.

 

 

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