1- DOVE SONO FINITI CENTINAIA DI MILIONI DI EURO INCASSATI DAI LIGRESTI? LA PROCURA STA SCOPRENDO UNA GALASSIADI SOCIETÀ CHE FANNO CAPO A PREMAFIN SPARSE IN TUTTO IL GLOBO, DA LUSSEMBURGO ALLE ISOLE VERGINI, PASSANDO PER LE BAHAMAS - 2- IL SISTEMA CHE CONSENTIVA A IMCO E SINERGIA, LE DUE HOLDING PERSONALI DELLA FAMIGLIA LIGRESTI (DICHIARATE FALLITE DAL TRIBUNALE DI MILANO) DI ATTINGERE LIQUIDITÀ DALLE SOCIETÀ QUOTATE DELL'EX IMPERO, CIOÈ LA FONSAI E LA MILANO ASSICURAZIONI - 3- COME FUNZIONAVA LO SCHEMA? SEMPLICE: IMCO E SINERGIA COMPRAVANO TERRENI DI PROPRIETÀ DELLE COMPAGNIE ASSICURATIVE QUOTATE E QUESTE ULTIME SI IMPEGNAVANO A RICOMPRARE, SEMPRE DAI LIGRESTI, GLI IMMOBILI CHE LA FAMIGLIA COSTRUIVA -

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Angelo Mincuzzi -Fabio Pavesi per "il Sole 24 Ore"

Salvatore e Jonella LigrestiSalvatore e Jonella Ligresti

La chiamavano "compravendita di cosa futura". E per anni è stato il sistema che consentiva a Imco e Sinergia le due holding personali della famiglia Ligresti (dichiarate fallite poco più di un mese fa dal Tribunale di Milano) di attingere liquidità dalle società quotate dell'ex impero, cioè la FonSai e la Milano Assicurazioni. Come funzionava lo schema? Semplice: Imco e Sinergia compravano terreni di proprietà delle compagnie assicurative quotate e queste ultime si impegnavano a ricomprare, sempre dai Ligresti, gli immobili che la famiglia costruiva.

SALVATORE LIGRESTI E I FIGLI GIULIA JONELLA E PAOLOSALVATORE LIGRESTI E I FIGLI GIULIA JONELLA E PAOLO

Ovviamente a un prezzo prefissato in anticipo e spesso con variazioni al rialzo in corso d'opera. Questo giochino è andato avanti fino all'altro ieri. Lo rivela la trimestrale di marzo della Milano Assicurazioni, che spiega come Imco e Sinergia abbiano chiesto alla compagnia «il pagamento di ulteriori somme a fronte di presunte varianti ai piani originari». La Milano le ha ritenute infondate e le ha rigettate. Rispedite al mittente anche se nello stesso periodo la società quotata ha versato a Imco altri 3,5 milioni di acconti per l'immobile in via Confalonieri a Milano.

Giulia Paolo Jonella e Salvatore LigrestiGiulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti

È proprio il flusso di denaro a partire da quell'ultimo piccolo acconto dei primi mesi del 2012, a situazione già compromessa, ad attirare l'interesse degli inquirenti. Tra via Confalonieri a Milano, via Fiorentini a Roma e il centro benessere San Pancrazio di Parma (tutte mai ultimate) dalle casse di FonSai e Milano sono usciti qualcosa come 140 milioni di euro. Soldi versati a Imco e Sinergia per progetti valutati 230 milioni e in buona parte svalutati nel corso del tempo. Di denari propri i Ligresti non ne mettevano. Costruivano grazie agli acconti via via versati proprio da FonSai e Milano. Un fiume di denaro che risaliva dalle società quotate alle società di famiglia.

Giulia, Salvatore e Jonella LigrestiGiulia, Salvatore e Jonella Ligresti

Dal 2007 in poi, tra acconti ed emolumenti alle parti correlate, sono usciti dalle casse della galassia quotata dell'ex impero dei Ligresti, a favore delle varie Imco e Sinergia, qualcosa come 600 milioni di euro. La domanda chiave è: perché nonostante questo continuo afflusso di denaro Imco e Sinergia sono fallite sotto il peso di 400 milioni di debiti? Dove sono finiti i quattrini?

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Gli uomini della Guardia di Finanza, coordinati dal pm Luigi Orsi, stanno tentando di risolvere anche questo enigma. Imco e Sinergia, che controllavano il 20% di Premafin, facevano capo alla Starlife, una holding lussemburghese costituita nel 1996 e messa in liquidazione due settimane fa. Il Lussemburgo è uno dei paradisi fiscali prediletti dai Ligresti. Qui ci sono infatti le holding dei tre figli dell'ingegnere e ciascuna controllava il 10,005% di Premafin: Limbo, Hike e Canoe, fondate il 10 dicembre 1996. Nel loro azionariato è presente anche Salvatore Ligresti.

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Tutto qui? No, perché risalendo la catena, si scopre che la Starlife è stata a sua volta costituita da una società dell'Isola di Man, la Multiservices, e da un professionista lussemburghese, Jean Hoffman, che è però anche il rappresentante della stessa Multiservices. Limbo, Hike e Canoe facevano capo, invece, alla panamense Beston Enterprises e alla Bynex International delle Isole Vergini Britanniche. Nel corso di numerosi aumenti di capitale, nell'azionariato delle holding è entrata anche la lussemburghese Companies & Trusts Promotion, a sua volta partecipata da un'altra lussemburghese, la Hifin.

Salvatore LigrestiSalvatore Ligresti

In questo ginepraio di società ci sono poi i trust domiciliati alle Bahamas. Qui, nel febbraio 1993, Ligresti conferisce il 24,5% di Premafin ai trust The Queen, The Monarch e The Heritage. Le geometrie societarie offshore vengono ricostruite dalla Consob e fatte proprie da Orsi e dal gip Roberto Arnaldi, che qualche mese fa dispone il sequestro di un pacchetto del 20% di Premafin posseduto dai due trust.

FAMIGLIA LIGRESTIFAMIGLIA LIGRESTI

A partire dal 1996 le azioni Premafin spedite nel paradiso offshore sono oggetto di una serie di trasferimenti, spezzettate in un trentina di società, trust e fondazioni a loro volta domiciliate in altri paradisi fiscali. Si arriva così al 31 dicembre 2010, quando la Consob cristallizza lo stato di fatto: il 7,85% di Premafin è posseduto dal The Ever Green Security Trust attraverso 13 entità controllate mentre il 12,15% è custodito dal The Heritage Trust e suddiviso in 15 società. Su questo labirinto la procura sta accelerando le indagini.

 

 

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