#1 - “CORRIERE” HA PERSO IN UN ANNO 116MILA COPIE (MENO 19,1%), IL "SOLE" 64MILA (MENO 19,9%) - IL RECUPERO-LETTORI NON PARE PERÒ SUFFICIENTE A SPIEGARE IL FUCILE PUNTATO CONTRO IL GOVERNO: “IL FIANCO SCOPERTO DEL CAVALIERE OGGI NON È BERTOLASO, È LETTA” - COSA STA SUCCEDENDO ALLE SPALLE DEI DUE QUOTIDIANI CONTROLLATI DAI POTERI FORTI? COME È POSSIBILE CHE QUESTO AVVENGA DURANTE LE PARTITE DI MEDIOBANCA, GENERALI E TELECOM, CIOÈ DI QUEI DOSSIER CALDI SUI QUALI PESERÀ IN MANIERA DETERMINANTE LA DECISIONE DEL CAVALIERE E DEL SUO GRAN CIAMBELLANO? - #2 - A TORINO SE NE FREGANO DELL'ITALIA, CLIENTI E CROLLO DELLE VENDITE. LA PAROLA D’ORDINE DEL LINGOTTO SEMBRA ESSERE PIUTTOSTO QUELLA DI “FIDELIZZARE” I MANAGER - #3 - DOPO BERTOLASO, STANCA È RISORTO A NUOVA VITA - 'VIVI FACILE' COL DOPPIO BUNETTA

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1- C'È PIÙ PENE CHE PENALE E LA BARRA DELL'EDITORIA LEGATA AI COSIDDETTI POTERI FORTI STA PUNTANDO PIÙ IN ALTO
Per i fedelissimi di Berlusconi che lavorano a Palazzo Chigi non è certo bastata a tranquillizzare gli animi l'appassionata difesa che Guido Bertolaso ha fatto ieri sera nel salotto di "Ballarò".

bertolasobertolaso

Il capo della Protezione Civile ha esposto le sue ragioni e anche se verso la fine della trasmissione è scivolato in maniera plateale nel narcisismo, la sua performance gli ha evitato di cadere nelle trappole di Di Pietro e della Concitata De Gregorio, la direttrice dell'"Unità" che è stata l'unica ad aprire il capitolo delle prestazioni sessuali.

I fedelissimi del Cavaliere ritengono comunque che il "caso" personale dell'uomo di tutte le emergenze, che alla stregua di Sergio Marpionne ostenta una felpa blu, sia destinato ad esaurirsi anche se sono rimasti in pochi a scommettere un soldo sulla sua permanenza al vertice della Protezione Civile.

Di PietroDi Pietro

Ben più preoccupante per Palazzo Chigi e per l'entourage del Cavaliere è l'offensiva a tenaglia che a partire dai massaggi al Salaria Village si sta delineando sul Pdl e sul Governo.

Lo stupore riguarda soprattutto la linea dei grandi giornali che dopo aver dato enorme rilievo a vicende che per adesso appaiono di scarso contenuto penale, adesso stanno spostando il tiro. Basta leggere il "Corriere della Sera" di oggi e il "Sole 24 Ore" per capire che la barra dell'editoria legata ai cosiddetti poteri forti sta puntando più in alto.

Perfino un editorialista soffice e Letta-Letta come Stefano Folli scrive oggi sul "Sole 24 Ore": "il sospetto che intorno al Pdl si sia creato un vischioso sistema affaristico è sufficiente ad appannare l'immagine del capo. E questa volta - conclude Folli con un monito - non si può usare l'argomento del complotto dei magistrati".

CONCITA DE GREGORIOCONCITA DE GREGORIO

D'altra parte all'inizio della vicenda Bertolaso era stato proprio il giornale di Confindustria a parlare di tangenti, ma le parole soffici di Folli sono poca cosa rispetto alle opinioni che appaiono sul "Corriere della Sera". In questi giorni il direttore Flebuccio De Bortoli sembra aver riscoperto la vis polemica che attraversava la redazione di via Solferino ai tempi di Tangentopoli.

Qualcuno sostiene (anche Dagospia l'ha scritto) che ad ispirare la battaglia moralizzatrice del primo giornale italiano sia soprattutto il calo delle copie vendute nell'edicola. Secondo una classifica che appare su "ItaliaOggi" il "Corriere" ha perso in un anno 116mila copie (meno 19,1%), mentre il quotidiano di Confindustria ne ha lasciate sul campo 64mila (meno 19,9%).

STEFANO FOLLI - copyright PizziSTEFANO FOLLI - copyright Pizzi

Questa motivazione non pare però sufficiente a spiegare il fucile puntato contro il Governo e il sottile taccheggiamento che il giornale sta facendo nei confronti di Gianni Letta, il Gran Ciambellano di Palazzo Chigi che ha coperto con la sua autorevolezza l'amico Bertolaso, e rappresenta lo snodo di tutte le partite economiche.

Un segnale che Gianni Letta potrebbe entrare nel mirino è apparso sabato sulla prima pagina del "Riformista", ma era un segnale debole rispetto a ciò che scrive oggi il quotidiano di Flebuccio De Bortoli. Del Gran Ciambellano si ricorda che è il punto di riferimento con i gangli più importanti della Pubblica Amministrazione e che "il fianco scoperto del Cavaliere oggi non è Bertolaso, è Letta".

Le domande d'obbligo sono queste: che cosa sta succedendo alle spalle dei due quotidiani controllati dai poteri forti dei banchieri e di Confindustria?, come è possibile che questo avvenga nel momento in cui alcuni grandi protagonisti dell'economia e della finanza stanno giocando le partite di Mediobanca, Generali e Telecom, cioè di quei dossier caldi sui quali peserà in maniera determinante la decisione del Cavaliere e del suo Gran Ciambellano?

de bortolide bortoli

Come si vede il clima si sta facendo incandescente perché dopo aver attaccato il Gesù di Arcore (ferito da una statuetta religiosa nella sua città) adesso gli strali sembrano convergere sull'apostolo Pietro, cioè sull'ex-giornalista di Avezzano che si è votato anima e corpo al Vangelo di Arcore.

GIANNI LETTAGIANNI LETTA

E alla casistica di attacchi appena sussurrati che partono dai poteri forti, si aggiunge la puntura di spillo velenosa che appare oggi sul quotidiano "Il Fatto" dove si mette il dito sull'incrocio di interessi che legherebbe la titolare dell'agenzia Triumph Maria Criscuolo al genero di Gianni Letta con il quale l'intraprendente donna delle pubbliche relazioni ha creato nel 2007 la società Nexxi.

2- A TORINO NON SONO PREOCCUPATI DEI CLIENTI E DEL CROLLO DELLE VENDITE. LA PAROLA D'ORDINE DEL LINGOTTO SEMBRA ESSERE PIUTTOSTO QUELLA DI "FIDELIZZARE" I MANAGER
Anche a Termini Imerese gli operai hanno festeggiato il martedì grasso mettendo sul volto la maschera di Sergio Marpionne. Lo hanno fatto in modo gioioso per accogliere Pierluigi Bersani, e per nascondere l'irritazione provocata dalle notizie della Fiat.

L'ultima è davvero curiosa e dimostra che anche nella città sabauda il carnevale è stato festeggiato. Qui però i coriandoli e le stelle filanti si sono materializzati in un piano di stock options che prevede la spartizione tra i top manager del Gruppo di 12 milioni di azioni.

MARIA CRISCUOLO - copyright pizziMARIA CRISCUOLO - copyright pizzi

Il Consiglio di amministrazione presieduto da Luchino di Montezemolo ha infatti deliberato di portare da 2 a 4 milioni i diritti di Marpionne legandoli al raggiungimento degli obiettivi. Agli altri manager del Gruppo sono stati assegnati 8 milioni, una parte dei quali di "pura fidelizzazione".

Perbacco!, questa decisione è importante perché introduce nella cultura manageriale un concetto che solitamente è applicato nelle azioni di marketing che in genere riguardano la clientela. Non a caso il concetto di "fidelizzazione" è il più usato nelle iniziative delle aziende per aumentare il tasso di soddisfazione e di fedeltà del mercato.

A Torino hanno capovolto il lessico ed evidentemente non sono preoccupati dei clienti e del crollo delle vendite che dopo le dichiarazioni di questa mattina al Senato di Sciaboletta Scajola, saranno inevitabili per il mancato rinnovo degli incentivi. La parola d'ordine del Lingotto sembra essere piuttosto quella di "fidelizzare" i manager anche a costo di "scomunicare" gli operai di Termini Imerese che ieri hanno indossato la maschera di Marpionne.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

E fa davvero un po' sorridere il comunicato stampa emesso ieri dalla Fiat a difesa di una scelta che appare inopportuna e intempestiva. "L'azienda - si legge nel comunicato - si dota così di uno strumento più aderente all'attuale contesto del settore automotoristico".

Che Marpionne se ne fotta dell'Italia è ormai un dato acquisito. Il suo cuore e la sua testa sono a Detroit, e quando si tratta di questioni italiane in televisione manda avanti Ernesto Auci (già pensionato Fiat e ancora consulente) come se questo bastasse a placare gli animi.

A Termini Imerese si fanno macabre risate. A Torino ricordano che i poveri non sanno contare.

SCAJOLASCAJOLA

3- 'VIVI FACILE' COL DOPPIO BUNETTA
Chi pensava che Renatino Brunetta abbandonasse l'attività di ministro, ha sbagliato di grosso.

Il figlio dell'ambulante veneto è impegnato ventre a terra a salvare la duplicità dell'incarico di ministro e di prossimo sindaco sulla Laguna. A contestare il duplex di funzioni c'è in prima linea Gianfranco Fini, ma Renatino non si perde d'animo e ieri ha firmato un'intesa con l'amministratore delegato di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo, "per rendere più facile la vita ai cittadini". L'accordo con la società telefonica prevede che da marzo il cellulare si trasformi in uno sportello virtuale per fornire informazioni e servizi della Pubblica Amministrazione ai cittadini e alle imprese.

RENATO BRUNETTARENATO BRUNETTA

E non è finita qui perché secondo il "Corriere delle Comunicazioni", che ormai è diventato l'organo di informazione più autorevole sul mondo dell'information technology, alla fine di febbraio Brunetta presenterà il progetto "Vivi Facile" che consentirà di ricevere sempre sul cellulare alcune comunicazioni da parte della Pubblica Amministrazione.

In questo modo, ad esempio, i genitori potranno dialogare con enorme godimento per sapere se i figli hanno marinato la scuola e se sono imbecilli da Grande Fratello. L'attivismo di Brunetta non ha frenato la sua irrequietezza che ieri si è manifestata in uno scontro con la Rai di Venezia per un'intervista dove avrebbe dovuto replicare al sindaco Cacciari.

GIANFRANCO FINIGIANFRANCO FINI

Ne è nato un caso dove sono volate parole del tipo "non rispondo a Cacciari, voglio domande intelligenti perché parlo del futuro di Venezia", e questo episodio che è finito addirittura sulla scrivania del direttore generale della Rai la dice lunga sul clima teso nei rapporti tra i due personaggi.

Ma c'è di più perché sembra che qualche infame abbia messo in circolazione la fotocopia della carta d'identità di Brunetta, rilasciata il 1° aprile dell'anno scorso dal sindaco-filosofo. La riproduzione del documento gira nelle osterie e tra le calli, e serve a chiarire che il napoleonico ministro è nato il 26 maggio 1950, ha uno stato civile "non definibile", e la statura esatta è di 1 metro. Così si legge in questo papello da campagna elettorale che comunque ha il merito di mettere la parola fine sullo storico dibattito circa l'altezza del ministro.

STANCASTANCA

4- DOPO LA VICENDA BERTOLASO, LUCIO STANCA APPARE RISORTO A NUOVA VITA
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che dopo la vicenda Bertolaso, Lucio Stanca appare risorto a nuova vita.

Il manager di Expo 2015 è convinto di poter procedere nella sua missione e definisce "una puttanata" l'ipotesi che il capo della Protezione Civile possa occupare la sua poltrona. Nella sede della società di gestione del Grande Evento milanese i collaboratori sono stati invitati a darsi una mossa e a curare soprattutto l'immagine dell'Expo, il tasto più dolente della gestione Stanca".

 

 

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