nagel caltagirone

DAGOREPORT! GENERALI, VINTI E VINCITORI – AHÒ, TUTTO ‘STO CASINO PER RITROVARSI 3 CONSIGLIERI ANZICHÉ 4, COME NEL PRECEDENTE CDA, DOVE CALTAGIRONE RICOPRIVA PURE LA CARICA DI VICEPRESIDENTE? - OLTRE AD AVER INVESTITO QUASI 3 MILIARDI NELLE AZIONI DEL LEONE, LA CAMPAGNA DI CONQUISTA HA COSTRETTO L’EDITORE DEL MESSAGGERO A SCUCIRE UNA VALANGA DI SOLDI (10/15 MILIONI?), NECESSARIA PER ARRUOLARE AVVOCATONI COME SERGIO ERDE, AGENZIE DI COMUNICAZIONE, ADVISOR, MANAGER DEL CALIBRO DI COSTAMAGNA E CATTANEO, CIRINÀ E PALERMO, TIPINI FINI CHE NON VANNO LEGGERI QUANDO SPARANO LE LORO PARCELLE. NE VALEVA LA PENA?

DAGOREPORT

Caltagirone

Tutto ‘sto casino per ritrovarsi 3 consiglieri anziché 4, come nel precedente Cda, dove Caltagirone ricopriva pure la carica di vicepresidente? Oltre ad aver investito quasi 3 miliardi nelle azioni del Leone, la campagna di conquista ha costretto l’editore del Messaggero a scucire una valanga di soldi (10/15 milioni?), necessaria per arruolare quell'indotto zeppo di avvocatoni come Sergio Erede, agenzie di comunicazione internazionali, advisor di tutti i generi, manager del calibro di Costamagna e Cattaneo, Cirinà e Palermo, tipini fini che non vanno leggeri quando sparano le loro parcelle. 

 

ALBERTO NAGEL

Certo, l’attivismo per portare voti alla lista Calta di Luca Monteprezzemolo (per via del suo legame con Cattaneo nei treni Italo) o di Pierfurby Casini (ex vispo marito di Azzurra Caltagirone) è risultato sterile: i votanti anti-Nagel (Calta, Del Vecchio, Benetton, Crt) hanno raggiunto il 29,5% del capitale di Generali a cui si aggiunge un misero 3% di altri investitori; mentre la lista Donnet, al di là dei loro voti (39,5%), ha raccolto il 19% di altri azionisti.

FLAVIO CATTANEO LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

 

Chi ne esce peggio è l’aureola di Claudio Costamagna, candidato presidente che doveva conquistare il mercato internazionale dei fondi, che hanno invece preferito proseguire sulla sicurezza della vecchia strada (dei dividendi sicuri) anziché imbarcarsi con i nuovi arrivati. E si è pure incazzato quando ha letto le raccomandazioni di tutti i principali proxy advisor, ovvero i consulenti che danno agli investitori internazionali le raccomandazioni sui voti assembleari, tutti schierati in favore della lista del CdA di Generali.

PIERFERDINANDO CASINI AZZURRA CALTAGIRONE

 

E lo scorso 11 aprile, in occasione di una audizione con i consiglieri di CRT guidati da Quaglia, l’ex banchiere di Goldman Sachs lo ha pure detto: “Quei giudizi lasciano il tempo che trovano perché gli investitori sono pochi e soprattutto capiscono poco o nulla”. Con accanto il povero Ciccio Cirinà in pieno conflitto di interessi avendo collaborato e approvato il piano industriale di Donnet per poi, oplà!, schierarsi sull’altra sponda, capace solo di balbettare un ruolo, quello di Ceo, cui non era ovviamente allenato. 

CLAUDIO COSTAMAGNA FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE LUCIANO CIRINA

 

Nella sua guerra per la liberazione di Trieste, oltre al suo “Messaggero”, Caltagirone ha avuto un supporto mediatico da “Il Foglio”, “Libero”, “La Verità”, “Il Giornale”, mentre i giornaloni hanno preferito stare alla finestra, dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Anche “Il Sole” ha dovuto tener presente che gli imprenditori associati a Confindustria, compresi i Benetton, tifavano Calta, malsopportando lo stile in modalità Cuccia di Alberto Nagel. 

Erede Sergio

 

Per l’avvocato Sergio Erede, a capo del più potente studio legale italiano, la disfatta triestina di Calta si aggiunge a quella di Del Vecchio su Mediobanca (per ora) e alla questione Cairo-Blackstone per l’immobile di via Solferino.

 

giovanni quaglia

Se Palazzo Chigi (malgrado l’amicizia Funiciello-Corsico) e il Mef di Franco e Rivera, non hanno preso posizione, la Consob di Savona ha provato in ogni modo di far sorridere Caltariccone conciando di non trovare “nessuna asimmetria informativa, nessun patto occulto, nessuna violazione da parte degli ex pattisti, a proposito della partecipazione costruita nel Leone negli ultimi mesi da Francesco Gaetano Caltagirone, Fondazione CrT e Leonardo Del Vecchio”.

CARLO BERTAGNIN BENETTON - ALESSANDRO BENETTON - ERMANNO BOFFA CHRISTIAN BENETTON

 

Mentre Calta e i suoi due consiglieri si preparano alla gueriglia nel consiglio di Generali, non si hanno notizie dell’altro sconfitto. Come si dice: Del Vecchio e Milleri tireranno le loro conclusioni dopo un’attenta riflessione.... Intanto, a seguire, la dichiarazione che più rosicante non si può. Da parte di Caltariccone.

 

GENERALI, CALTAGIRONE: CONTINUERÒ AD OPERARE PER IL CAMBIAMENTO

(askanews) – “Fin quando lo riterrò ragionevole, continuerò a operare perché il cambiamento avvenga. Ringrazio chi ci ha sostenuto e supportato votandoci”. Lo ha dichiarato Francesco Gaetano Caltagirone alla luce della sconfitta in assemblea della lista presentata dal suo gruppo per il rinnovo del cda di Generali. “Gli azionisti hanno votato: la maggioranza (oltre il 55%) ha preferito proseguire con Donnet piuttosto che l’alternativa di sviluppo proposta dal mio Gruppo. Sono convinto che Generali possa essere migliore e possa crescere molto”. 

 

FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE PHILIPPE DONNET

“Per questo – ha sottolineato – il mio gruppo ha presentato una lista che ha avuto il 42% dei voti, tutti gli italiani sono con noi senza eccezioni e sono tutti soci stabili. Soci che vogliono che Generali rimanga una società radicata in Italia e legata all’Italia”, ha commentato l’imprenditore, azionista ed ex vice presidente di Generali, che con la sua lista ho ottenuto solo tre posti su tredici nel consiglio, dove tornerà a sedersi dopo essersi dimesso nei mesi scorsi in vista della battaglia assembleare. Gli altri 10 posti sono andati, invece, alla lista presentata dal board uscente e sostenuta dall’azionista Mediobanca. 

Claudio Costamagna

 

“Chi è socio stabile – ha affermato – vuole che insieme al grano che si semina ad ottobre e si raccoglie a giugno, si pianti l’albero che darà frutto negli anni. La speculazione, invece, vuole prendere subito quello che può e scappare”. 

 

francesco gaetano caltagirone

“Sono convinto che parte del risultato sarà comunque conseguito perché un consiglio di amministrazione eletto dal 55% dei voti non potrà non tenere conto dell’altro 45%”, ha detto ancora Caltagirone, secondo il quale “sono mancati i voti dei soci stranieri più lontani dalla realtà italiana, che credo non abbiano pienamente percepito quanto sia necessario il cambiamento per una società forte a lungo termine che deve rimontare le posizioni perse negli ultimi venti anni”. 

CLAUDIO COSTAMAGNA LUCIANO CIRINA

 

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DISGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…