MPS, ALLARME ROSSO! - I PM DI SIENA SI DIRIGONO VERSO IL PD: NEL MIRINO LA FONDAZIONE E LA “PROIEZIONE POLITICA E AMMINISTRATIVA” DEL MONTEPACCHI - INTERROGATO PER SEI ORE L’EX DG PARLANGELI - L’INDAGINE RIGUARDA IL “FRESH” DEL 2008 PER NON PERDERE IL CONTROLLO SULLA BANCA - QUELLA OPERAZIONE HA PORTATO AL COLLASSO LE CASSE DELLA FONDAZIONE, CHE SI E’ INDEBITATA FINO AL COLLO - QUEL DERIVATO “TROR” DA 490 MILIONI…

Guido Ruotolo per "la Stampa"

Manipolazione del mercato, falso in bilancio - il riferimento è a quelli del 2009 e del 2011 -, falso in prospetto. Sono le ipotesi di reato contestate a nuovi indagati. Dopo il lungo interrogatorio dell'altro giorno di Marco Parlangeli, ex direttore generale della Fondazione Monte dei Paschi, che ha risposto per sei ore, ieri è stato sentito Daniele Pirondini, ex direttore finanziaore di Mps fino al 2008.

I pm senesi che indagano sull'acquisizione di Antonveneta al Mps e sui titoli tossici Santorini e Alexandria, dopo aver sentito Pirondini, sono usciti dagli uffici della Procura per andare a piazza Salimbeni, dove hanno acquisito nuovi documenti, al termine di una tornata di interrogatori.

Dopo il sequestro dei 40 milioni «scudati» rientrati dall'estero, e riconducibili ai responsabili dell'Area Finanza del Mps, Gianluca Baldassarri e Alessandro Toccafondi (e a tre broker della Enigma Securties una società di intermediazione), e l'acquisizione di documenti in Mps, l'inchiesta senese sta ora indagando su quello che è accaduto nella Fondazione Mps. Gli uomini del Valutario della Finanza del generale Bottillo vogliono ricostruire cioè quella dinamica che si è riproposta anche alla Fondazione, oltre che nel Cda. E la Fondazione riconduce necessariamente alla proiezione politica amministrativa della banca senese.

Per acquisire Antonveneta anche la Fondazione è stata costretta non solo a dar fondo ai suoi averi, ma è stata costretta anche a indebitarsi. La vicenda del Fresh del 2008 è stata devastante per gli equilibri del Monte dei Paschi di Siena. La Fondazione deve comprare i titoli subordinati per 490 milioni. Ma non ha quelle riserve e allora è costretta a chiedere un prestito a Credit Suisse, alla Banca Leonardo, a Mediobanca, utilizzando uno strumento derivato chiamato Tror. Non solo ha dato fondo ai suoi averi ma si è indebitata.

Quelle azioni nel 2011 perdono valore e le banche che avevano anticipato il prestito non intendono rimetterci e acquisiscono azioni Mps a garanzia. E anche la Fondazione comincia a precipitare in un buco nero.

Torniamo all'interrogatorio dell'altro giorno di Marco Parlangeli. Nella informativa del Valutario della Finanza, si legge che il Presidente della deputazione amministratice di Fondazione Mps, il 5 marzo del 2008 spedisce una mail al responsabile legale di Mps, l'avvocato Rizzi, nella quale allega «la versione definitiva della delibera del giorno prima». «Nel documento si rileva che al fine di evitare diluizioni della quota detenuta, la Fondazione avrebbe partecipato all'aumento di capitale in opzione per la quota di pertinenza, nonché sottoscritto indirettamente - tramite contratti di "total rate of return swap (Tror)" per un valore nominale di euro 490 milioni circa».

L'inghippo è nel comunicato diffuso il giorno dopo la delibera perché la Fondazione nel suo comunicato «ha omesso qualsiasi riferimento all'altra decisione assunta concernente la sottoscrizione indiretta degli strumenti innovativi di capitale (Fresh) tramite i citati contratti Tror che saranno poi effettivamente stipulati il successivo 14 aprile».

Un breve flash su quella che era la situazione finanziaria della Fondazione. Dopo l'aumento di capitale della banca di 2.5 miliardi, ha dovuto reperire risorse vendendo 470 milioni di azioni privilegiate Mps, incassando 370 milioni con una minusvalenza di circa 200 milioni e dal 56% della banca è scesa al 50,01%.

 

monte dei paschi di siena MONTE DEI PASCHI DI SIENA MARCO PARLANGELIgianluca baldassarri PIERLUIGI BERSANI E MUSSARI

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")