mario draghi vincent bollore pietro labriola tim

QUESTA E’ TIM! IL PIANO DI CDP E VIVENDI: DIVIDERLA SENZA OPA E SENZA KKR - L'OPERAZIONE CHE IL DG LABRIOLA PRESENTERÀ AL CDA E AL MERCATO PREVEDE UNA SCISSIONE TRA LA RETE E IL SERVIZIO COMMERCIALE – CDP, AZIONISTA AL 10% DI TELECOM, POI SI CONCENTRERÀ SULL'INFRASTRUTTURA FONDENDOLA CON OPEN FIBER E ATTINGENDO AL PNRR PER COMPLETARLA

GIOVANNI PONS per la Repubblica

pietro labriola

 

Dopo tanti anni di discussioni teoriche ora la strada verso la separazione della rete di Tim dalla sua attività commerciale sembra aver imboccato una strada condivisa, anche se gli ostacoli sul suo cammino sono ancora molti.

 

La differenza rispetto al passato è che sarà la Cassa Depositi e Prestiti, azionista al 10% di Telecom, a spingere per fare in fretta questa operazione. Il suo obiettivo finale, come anche quello del Mef (suo principale azionista all'85%), è quello di realizzare una rete unica a banda larga diffusa e indipendente al servizio del paese.

PIETRO LABRIOLA

 

Obiettivo che mal si concilia con quello di un fondo infrastrutturale di private equity, come lo sono Kkr o Cvc, che puntano a una generosa remunerazione del capitale per i propri azionisti in un certo numero di anni. Per questo la Cassa cercherà di guidare lei stessa le operazioni, senza cedere il pallino ai fondi, o comunque tenendoli a bordo ma seduti sul sedile posteriore. E vedere se con il socio di maggioranza relativa Vivendi (23,9% di Tim) si riesce a ricreare un clima di fiducia per remare nella stessa direzione. Sul percorso si accavallano però questioni tecniche e di tempistica. È possibile fare la scissione in due (o tre) della Tim tenendo le società quotate in Borsa e con la governance attuale?

 

LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA

La risposta è sì se si vogliono accorciare i tempi e usufruire anche dei soldi del Pnrr per realizzare nuovi investimenti per ammodernare la rete. L'idea di Kkr di lanciare un'Opa, togliere la società dal mercato per poi provvedere a spezzettarla richiede più capitali e più tempo.

 

Per questo motivo Cdp e Vivendi tenderebbero a escluderla e a realizzare una scissione della società quotata, che alla fine del percorso assegnerà agli azionisti due titoli diversi, una per la Netco (la rete) e uno per la Service (il servizio commerciale); così ogni azionista avrà la facoltà di tenere, vendere, comprare le due azioni a suo piacimento. Il piano che l'attuale direttore generale Pietro Labriola sta mettendo a punto con gli advisor Mediobanca e Vitale è proprio questo, nella sostanza lo stesso piano di Kkr ma senza lanciare un'Opa. Bisognerà decidere quanto debito, del totale di 22 miliardi netti, andrà accollato alla Netco e quanto alla Service, attraverso un prestito ponte erogato dalle banche che permetterà di rimborsare quello esistente e di emettere nuovi bond. E soprattutto come riallocare i 40 mila dipendenti nelle due società separate.

kkr

 

Un esercizio non da poco, ma fattibile se vi è la volontà dei principali soci e del governo. Il secondo passo per la Cdp sarebbe quello di vendere le sue azioni della Service e con il ricavato comprare azioni Netco per poi unirla in matrimonio con Open Fiber, la rete concorrente di cui possiede già il 60%. In questo modo salirebbe nella rete unica fino al 25-30% garantendo la neutralità per tutti gli operatori.

 

vincent bollore

Non essendo più un operatore verticalmente integrato dovrebbe ottenere il via libera dell'antitrust Ue. Le tappe più vicine prevedono che martedì 18 Labriola presenti informalmente le linee guida del piano ai consiglieri Tim; se ci sarà consenso il cda del 21 gennaio potrebbe incoronarlo ad. Poi il 26 il piano verrà presentato al cda e ai primi di marzo al mercato. Se il titolo Tim in Borsa resterà sugli attuali livelli (0,45 euro) o, anzi, crescerà ulteriormente, vorrà dire che la scissione di Tim è ben accolta dal mercato e avrà probabilità di essere approvata in assemblea straordinaria, dove Cdp e Vivendi possono contare su un 35% del capitale. Se invece il titolo scenderà allontanandosi dal valore di 0,505 euro stabilito da Kkr nella sua manifestazione di interesse allora si tornerà a guardare ai fondi.

mario draghi giovanni gorno tempini e dario scannapieco foto di bacco 2

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."