emmanuel macron ita air france lufthansa

C’È LO ZAMPINO DELLA FRANCIA DIETRO LO STOP EUROPEO AL MATRIMONIO ITA-LUFTHANSA – L’OK DELL'ANTITRUST DI BRUXELLES ALL’ACCORDO TRA LA COMPAGNIA ITALIANA E LA TEDESCA SLITTA PER LE PRESSIONI DI AIR FRANCE, CHE TEME DI PERDERE QUOTE DI MERCATO NELLE ROTTE TRANSOCEANICHE – L'OPERAZIONE DOVREBBE CHIUDERSI ENTRO FINE ANNO. MA CI SONO ALCUNI NODI: ROTTE E SLOT SOVRAPPOSTI, RISCHIO DI MONOPOLI IN DIVERSI AEROPORTI, PERICOLO DI NON GARANTIRE LA CONCORRENZA…

1 - LUFTHANSA IRRITATA CON L'UE PER I RITARDI SU ITA LE PRESSIONI DI AIR FRANCE DIETRO I RALLENTAMENTI

Estratto dell'articolo di Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

lufthansa

Più che Bruxelles, a frenare il matrimonio tra Ita e Lufthansa sarebbe Air France. Parigi sta chiedendo all'Antitrust europea garanzie non tanto sul traffico continentale, quanto sulle più redditizie rotte transoceaniche. L'accordo tra l'ex compagnia di bandiera tricolore e i tedeschi, infatti, darebbe una posizione di maggior rilievo al gruppo che potrebbe contare su diversi voli di linea diretti da diversi centri nevralgici dell'Europa.

 

Una ramificazione che Air France teme da sempre, motivo per cui a più riprese ha messo nel mirino prima Alitalia e poi Ita. La trattativa per Ita, però, è naufragata sotto la procedura europea – poi chiusa – per aiuti di Stato durante la pandemia Covid.

 

ita airways 9

«La sensazione – si lascia scappare una fonte vicina al dossier - è che oggi a Bruxelles pesino di più le preoccupazioni di Air France che gli interessi di Roma e Berlino per chiudere la partita su Ita. Peraltro come richiesto proprio dalla Ue».

 

E altri fonti vicino al dossier rivelano che a Francoforte lo stupore e l'irritazione siano identici a quelli della premier, Giorgia Meloni, che domenica dal G20 di Nuova Delhi ha detto: «È curioso che la Commissione blocchi la soluzione al problema Ita». Anche perché la privatizzazione di Ita ha seguito tutti i desiderata di Bruxelles, a cominciare dal dpcm del governo Draghi di gennaio 2022.

 

giorgia meloni emmanuel macron

[…]

 

Ma a complicare le relazioni ci sarebbe anche il ruolo "passivo" della Commissione che non avrebbe elencato i nodi da sciogliere, ma li comunicherebbe di volta in volta alle parti in causa. «In un'Europa dei cieli fondata sulle alleanze, dove gli inglesi stanno con gli spagnoli e i francesi con gli olandesi, non si capisce perché gli italiani non possano stare con i tedeschi. Forse perché Parigi ha un maggiore peso specifico a Bruxelles» dice un manager che ha seguito il dossier dall'inizio del suo percorso.

 

Lufthansa punta a chiudere l'operazione entro fine anno, così come aspettano i tanti dipendenti in cassa integrazione. […]

 

2 - ROTTE DA TAGLIARE E MENO SLOT LA TRATTATIVA ITA-LUFTHANSA SI ALLUNGA E SPAVENTA ROMA

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

CARSTEN SPOHR - CEO LUFTHANSA

Il rischio antitrust e la grande paura del governo italiano.

Nella fusione Ita-Lufthansa si giocano due partite separate. O meglio con due interessi diversi. Quello di Palazzo Chigi è di chiudere e dimenticare rapidamente la “grana” dell’ex Alitalia. Quello di Bruxelles è di non venire meno alle regole del mercato. Risultato: un nuovo scontro tra l’esecutivo Meloni e la Commissione. Che apre un nuovo fronte ed espone la squadra meloniana all’accusa di seguire di nuovo una linea antieuropeista.

 

[…]

 

«Il piano industriale di ITA — si legge nel documento trasmesso due anni fa a Bruxelles per avere il via libera alla nascita della nuova compagnia — dimostra che ITA sarà una compagnia aerea redditizia, che attuerà una strategia commerciale basata su una rete di rotte ridotta e redditizia, su una maggiore efficienza in termini di costi». Cosa è cambiato?

 

ita airways 8

Il secondo aspetto è più importante: rotte e slot sovrapposti, rischio di monopoli in diversi aeroporti, pericolo di non garantire la concorrenza sui prezzi dei biglietti e quindi di non tutelare i viaggiatori. Soprattutto a Fiumicino e Linate la presenza di Ita, Lufthansa e di tutte le compagnie alleate (Brussels Airlines, Austrian Airlines etc) possono determinare una situazione di quasi monopolio almeno su alcune rotte. Su questo si sta concentrando l’attenzione degli uffici.

 

E lo stanno facendo in particolare con i “delegati” di Lufthansa. Perché? Perché è l’azienda più grande e quella che compra. Per questo, a Palazzo Berlaymont insistono nel sottolineare che si tratta di una operazione complessa che richiede tempo. Proprio come è accaduto in casi analoghi. E il problema sono più i tedeschi di Lufthansa che non gli italiani di Ita.

 

PAOLO GENTILONI - URSULA VON DER LEYEN - THIERRY BRETON

Tutto questo sta gettando nel panico il governo di Roma. La grande paura è ritrovarsi a gennaio con la “grana” Ita ancora aperta. Non si tratta solo della tempistica. Se la Commissione dovesse imporre tagli alle rotte e agli slot, o il ridimensionamento di Fiumicino e Linate, le conseguenze potrebbero riversarsi sulla campagna elettorale per le europee. Nel primo caso il timore è un ripensamento di Lufthansa. L’affare potrebbe diventare meno conveniente.

 

Non è un caso che tra gli argomenti utilizzati dai tedeschi c’è la regionalizzazione di Ita e l’idea che non cambia gli attuali assetti concorrenziali in Europa. L’altro corno del problema è tutto interno: come spiegare all’opinione pubblica italiana il ridimensionamento di Fiumicino o di Linate? In quest’ultimo, ad esempio, il nuovo gruppo controllerebbe l’80 per cento degli slot. Sono le stesse ragioni che hanno portato il governo ad attaccare il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, che però non ha alcuna competenza in questa materia.

 

ita airways 7

«Se Gentiloni poi dovesse tutelare gli interessi italiani — è la battuta che circola a Palazzo Berlaymont — Von der Leyen dovrebbe difendere quelli tedeschi. Come la prenderebbero in Italia?». […]

 

Insomma la possibilità di scavallare l’anno è concreta. Resta il fatto che i toni usati da Roma stanno provocando l’ennesimo strappo con le istituzioni comunitarie. E l’immagine della squadra meloniana è sempre più schiacciata sul fronte sovranista “orbaniano”. E venerdì prossimo l’Italia dovrà fare i conti con un’altra tensione: il Mes. L’Eurogruppo chiederà al ministro dell’Economia Giorgetti di spiegare perché il Meccanismo di Stabilità non è stato ancora ratificato. L’autunno italiano a Bruxelles è più freddo del previsto.

PAOLO GENTILONI URSULA VON DER LEYEN FRANS TIMMERMANS giorgia meloni emmanuel macron 2

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa matteo salvini giorgia meloni maurizio lupi

DAGOREPORT: HOMO HOMINI “LUPI” - DIVENTATO UN BRAVO SOLDATINO DELLA FIAMMA, PER LA SERIE "IN POLITICA NON SI SA MAI...", IL MODERATISSIMO CIELLINO MAURIZIO LUPI SI BARCAMENA TRA I FRATELLI LA RUSSA E I FRATELLI D'ITALIA - ALLE LUSINGHE DI CANDIDARLO NEL 2027 A SINDACO DI MILANO DI 'GNAZIO, ORA AGGIUNGONO LE COCCOLE DELLA DUCETTA CHE SI E' SCAPICOLLATA ALL’ASSEMBLEA DEL NANO-PARTITO FONDATO DAL SOSIA DELLA FIGLIA DI FANTOZZI - ESSI': SE PASSA LA NUOVA LEGGE ELETTORALE, CON SOGLIA DEL 40%, ANCHE L’1% DI “NOI MODERATI” POTREBBE SERVIRE ALLA MELONA PER DE-SALVINIZZARE LA MAGGIORANZA... - VIDEO

antonio tajani pier silvio berlusconi marina roberto occhiuto deborah bergamini pietro labriola alessandro cattaneo

DAGOREPORT – QUALCOSA DI GROSSO SI STA MUOVENDO IN FORZA ITALIA: STUFA DI ESSERE PRESA PER I FONDELLI DAL PARACULISMO POLITICO DI TAJANI E DEI SUOI COMPARI SETTANTENNI GASPARRI E BARELLI, MARINA BERLUSCONI DA' IL VIA LIBERA AL CAMBIO DI LEADERSHIP IN FORZA ITALIA: IL PRESCELTO E' ROBERTO OCCHIUTO, REDUCE DA UNA TRIONFALE RICONFERMA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CALABRIA - IL PROSSIMO 17 DICEMBRE IL 56ENNE GOVERNATORE LANCERÀ LA SUA CORRENTONA NAZIONALE IN UN LUOGO SIMBOLO DEL BERLUSCONISMO, PALAZZO GRAZIOLI, CONTORNATO DAI FEDELISSIMI DELLA CAVALIERA DI ARCORE, i "NORDISTI" DEBORAH BERGAMINI E ALESSANDRO CATTANEO - CHE C'AZZECCA ALL'EVENTO DI OCCHIUTO, LA PRESENZA DELL'AD DI TIM, PIETRO LABRIOLA? C'ENTRA LO SMANTELLAMENTO DEL SERVIZIO CLIENTI "TELECONTACT" DI TIM...

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO