1. NON C’È SOLO IL CAVALIER POMPETTA A TRASFORMARE L’ITALIA NEL PAESE DI PULCINELLA. BASTA APRIRE IL “CORRIERE DELLA SERA” PER CAPIRE CHE SIAMO SENZA FUTURO - 2. A MIAMI VA IN SCENA LA PIÙ RINOMATA E STRAORDINARIA RASSEGNA D’ARTE CONTEMPORANEA, I GRANDI GIORNALI, DA “NEW YORK TIMES” A “THE OBSERVER”, SI SCANNANO SU ARTE E DENARO, GENIO ED EDONISMO, COLLEZIONISMO E CELEBRITÀ. BENE, FLEBUCCIO DE BORTOLI SI È GUARDATO BENE DALLO SPEDIRE LAGGIÙ IN FLORIDA UNO STRACCETTO DI CRITICO. L’UNICO PEZZO DA MUSEO CHE ATTIRAVA IL DIRETTORE DEL “CORRIERE” ERANO, INVECE, LE CAPPE DA NEVE DELLA MONCLER ESPOSTE NELLA CENTRALISSIMA E TORRIDA LINCOLN STREET, TRASFORMATA PER L’OCCASIONE IN UNA BAITA ALPINA! (1,20 EURO DI PUBBLICITA') - -

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  • Foto Party Moncler - http://styleandfashion.blogosfere.it/2012/12/moncler-60-anni-il-party-evento-a-miami-con-stephen-dorff-uma-thurman-e-paris-hilton.html

    FERRUCCIO DE BORTOLIFERRUCCIO DE BORTOLI LA MEZZA PAGINA DEDICATA DAL CORRIERE A MONCLERLA MEZZA PAGINA DEDICATA DAL CORRIERE A MONCLER


    1- DAGOREPORT - AL SUPER-MARKET(TE) DI VIA SOLFERINO
    Nonostante la crisi dei consumi al SuperMarket(te) di via Solferino il lusso (a sbafo) abbonda sulle sue pagine ancora grondanti di dolore per la dipartita (annunciata) del premier Rigor Mortis da Palazzo Chigi.

    Dopo il volo a Rio de Janeiro, due inviati e altrettanti di rinforzo dal magazine "Sette", per lustrare il calendario Pirelli, stavolta a spolverare d'oro, argento e mirra i piumini della Moncler esposti in Florida ha provveduto, in solitudine, la soave esperta di moda, Paola Pollo.

    Untitled Anish KapoorUntitled Anish Kapoor

    Forse ignaro che a Miami, luogo dell'evento-marketta, era in corso la più rinomata e straordinaria rassegna d'arte contemporanea, Miami Art Basel, Flebuccio de Bortoli si è guardato bene dallo spedire laggiù in Florida uno straccetto di critico.
    Così da raccontare ai suoi lettori, come hanno fatto tutti i media del mondo, da "New York Times" a "The Observer" (vedi pezzo a seguire), la straordinaria kermesse pittorica.

    MIAMI ART BASELMIAMI ART BASEL

    L'unico pezzo da museo che attirava il direttore del "Corriere della Sera" erano, invece, le cappe da neve della Moncler esposte nella centralissima e torrida Lincoln Street, trasformata per l'occasione in una baita alpina.
    Manti piumosi (costosissimi) decantati dalla povera Pollo (allo spiedo) neppure fossero dei quadri di Picasso. "A Miami come sul monte Bianco. Si può anche questo, perché no? Chiudere gli occhi, volgere il naso all'insù e respirare immaginando di essere sulle Alpi anziché al 7° piano di un enorme garage..."

    shepard fairey mural at art basel miamishepard fairey mural at art basel miami

    Sempre peggio: ". Ventuno tavoli bianchi, quattordici poltrone bianche ciascuno, tovaglie bianche, lampade bianche, fiori bianchi e... oche di ceramica bianche. Un gran colpo d'occhio. Poi polenta, gorgonzola, tartufo, fois gras e risotto agli asparagi. Ospiti in visibilio. E Ruffini padrone di casa perfetto, tergiversa solo a indossare la cappa..."

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    Una trovata, il Monte Bianco versione Miami Beach, che, en passant, che non ha entusiasmato neppure i giornali e le tv locali. Che hanno oscurato la spedizione italiana.
    Ma al SuperMarket(te) del Corrierone, non si fanno mancare davvero nulla alla faccia del Gabibbo alle Vongole, Rizzo&Stella, che sprizzavano vibrione quando i cronisti salivano a sbafo sugli aerei governativi. Ora le loro valve riposano sui comodi piumini della Moncler e tra le pagine del calendario Pirelli.

    Ringlings by Frieke JanssRinglings by Frieke Janss

    Il menù pre-natalizio delle delizie pubblicitarie (scambiate per articoli) stilato dal vedovo Monti Flebuccio de Bortoli prevedeva il Pollo domenicale (Monclair) e un dolce e goloso lunedì: Zucchero Fornaciari che presentava il suo ultimo disco a Cuba e la grande abbuffata a Reims, apparecchiata dal super chef Robuchon.

    Tutta roba difficile da digerire per chi in nome della libertà di stampa e contro le markette (altrui) si proclama tutti i giorni vegetariano.

    2. DAGOREPORT - AT ART BASEL MIAMI BEACH, THE STARS LINE UP TO BE SEEN - AND BE SHOCKED
    David Batty per The Observer - http://www.guardian.co.uk/world/2012/dec/08/art-basel-miami-beach

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    Miami si conferma la capitale indiscussa dell'arte contemporanea. Perché davanti a una città vibrante, che è in grado di ospitare anche 17 eventi in simultanea, anche Londra deve chinare il capo.

    E poi, soprattutto, c'è lei. La più grande fiera di arte contemporanea degli Stati Uniti, che accoglie ogni anno, da undici anni, artisti, collezionisti e appassionati da tutto il mondo. L'Art Basel Miami Beach, che ha infiammato la città della Florida dal 6 all'8 dicembre, anche quest'anno ha fatto parlare di sé.

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    Ciò che spesso ha attirato le maggiori critiche, è la doppia natura della manifestazione, che è sì una rassegna d'arte, ma che al contempo si trasforma in una festa scatenata all'insegna del lusso con un impressionante viavai di vip. Basti dire che alla serata inaugurale di quest'anno, al Centro congressi di Miami Beach, c'erano nomi del calibro di Kanye West, Pharrell Williams, Will Ferrell, Demi Moore, Kim Kardashian e Wendi Deng, la moglie di Rupert Murdoch.

    L'accusa, da parte del mondo dell'arte più intransigente, è che Miami Basel non raduni i veri appassionati, ma che sia piuttosto una vetrina per le celebrità. Tant'è che alcuni collezionisti si lamentano perché le opere migliori spesso vengono acquistate da anziane signore piene di quattrini.

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    Forse però negli ultimi anni c'è stata un'inversione di tendenza, e all'evento si possono davvero incontrare rilevanti personalità dell'arte. Nell'edizione di quest'anno, in particolare, la maggiore attenzione è stata per le gallerie newyorchesi, molte delle quali sono state recentemente danneggiate dall'uragano Sandy. Per alcuni galleristi della Grande Mela questa esposizione rappresentava l'opportunità di sopravvivere.

    Altra sorpresa di quest'anno sono state le gallerie sudamericane. Anche se solo il 10 per cento delle esposizioni proviene dall'America latina, quella di Miami è la rassegna in cui compaiono il maggior numero di opere da questa regione.

    Nylen by Johan ThurellNylen by Johan Thurell

    Fra l'esplosione di colori, di luci e di musica dei padiglioni (che ospitavano 257 partecipanti provenienti da 31 paesi), l'opera che si è forse maggiormente distinta in fatto di originalità è stata "Güiro", dei famosi Los Carpinteros, i nativi cubani poi trapiantati a Madrid Marco Antonio Castillo Valdés e Dagoberto Rodrίguez Sάnchez. Si tratta di un bar-istallazione di forma ovale (che si rifà appunto allo strumento musicale cubano del güiro), le cui pareti ricordano la prigione cubana Presidio Mondelo. Un'opera realizzata grazie ad Absolut Art Bureau, sponsor associato di Art Basel Miami Beach per i prossimi tre anni.

    Fra schermi, luci al neon, statue e strane sculture, anche per quest'anno il bilancio delle vendite della rassegna è stato da far girare la testa: 1,5 miliardi di sterline, poco meno di 1,9 miliardi di euro.

    Chiamatele pure frivolezze.

    Nadine Johnson Vito Schnabel Stephen Dorff E Aby RosenNadine Johnson Vito Schnabel Stephen Dorff E Aby Rosen

    3- L'ARTE DEGLI AFFARI
    http://www.daringtodo.com/lang/it/2012/12/10/art-basel-miami-beach-mercato-sotto-accusa/

    Ad aprire idealmente le nuove polemiche è stata probabilmente la sociologa della cultura Sarah Thornton, autrice di un articolo sulla rivista TAR intitolato "I 10 motivi per non scrivere del mercato dell'arte". Scrittori e critici di primo piano si sono posti sulla stessa lunghezza d'onda, nomi come Felix Salmon, Will Gompertz, Dave Hickey, hanno attaccato il mondo dell'arte sostenendo che le somme impressionanti di denaro spese oggi per le opere distorcono il giudizio sulle stesse, minandone, nel lungo termine, il significato culturale.

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    E così, nelle fiera più grande d'America, è andata in scena - sottotraccia ma neppure troppo - la protesta contro gli eccessi che Art Basel Miami promuove perché l'arte, nella dolce rilassatezza semitropicale della Florida finisce per essere solo un dettaglio tra party, gossip, follie d'ogni tipo. Il suggerimento di qualcuno è di non prendere tutto troppo sul serio, per fare sul serio esistono altre piazze.

    Oggi esisterebbe l'arte senza un mercato? E non è forse vero che sin dal tempo dei faraoni, ma si potrebbero chiamare in ballo anche i papi o i Medici; l'arte non sarebbe esistita senza potenti e "paperoni" a sostenerla? E, con la crisi della cosa pubblica che investe tutto il mondo, non tocca forse a mercanti e mecenati sostenere arte e artisti?

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    Queste, più o meno, le riflessioni che muovono coloro che difendono strenuamente il mercato. Intanto The Art Newspaper, nel suo primo bollettino della fiera, qualche giorno fa chiedeva se per caso "il mondo dell'arte non si trovi ad affrontare una crisi di valori" a causa della "perniciosa influenza del mercato sull'arte".

    Che traducendo vorrebbe dire: se l'artista lavora per compiacere il mercato, se opera per essere "vendibile", dove finisce la sua libertà ?

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    Si potrebbe replicare che pure nel passato i creatori erano legati alle volontà dei committenti, ma era tuttavia vero che l'artista era persona di grande considerazione. Se non fosse stato così, se non fossero stati uomini liberi, Michelangelo Buonarroti non avrebbe potuto dipingere la volta della Sistina, né il Caravaggio ritrarre le sue popolane come madonne.

    Né Brunelleschi avrebbe realizzato la cupola più ardita d'ogni tempo - una follia - se i committenti non si fossero affidati completamente alla sua maestria. E se è vero che musei, curatori e critici sono sempre più invischiati col mercato e che non è raro per curatori d'istituzioni pubbliche lavorare contemporaneamente per fondazioni private, servendo in qualche modo due padroni; a noi che siamo dall'altra parte, fruitori o appassionati d'arte senza alcuna ambizione di collezionismo non resta che confidare nella buona fede di qualcuno.

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    Perché finché ci sarà un folle disposto a investire sulle idee di un visionario, ci sarà ancora spazio per l'arte, e persino per i capolavori. (a.d)

     

     

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