salone del mobile 2017 2017salone

IL BILANCIO DEL SALONE - ALLA FIERA DEL MOBILE 343MILA PRESENZE, IN PELLEGRINAGGIO DAVANTI AL MIRACOLO DI UN’ITALIA CHE FUNZIONA - UN’INFINITÀ DI EVENTI, STAND, PRESENTAZIONI, SEMINARI, ESPOSIZIONI, TRA RHO E LA CITTÀ PRESA D’ASSALTO - FRUTTA L’INVESTIMENTO AI DESIGNER? NON È CHIARO, DI SICURO È UN GRAN DIVERTIMENTO

 

1. IL MONDO PROMUOVE IL SALONE - OLTRE 340 MILA PRESENZE «DALL' ESTERO SOLTANTO ELOGI ORA SERVONO PIÙ GARANZIE PER IL MERCATO INTERNO»

Paolo Madeddu per il Corriere della Sera

 

salone del mobile 2017  7salone del mobile 2017 7

Alla fine, ecco i numeri: il Salone 2017 ha registrato 343.602 presenze (da 165 Paesi). Un incremento del 10% rispetto all' edizione del 2015, con le medesime biennali dedicate a luce e ufficio: i 372 mila del 2016 si riferiscono a un anno che ospitava invece bagno e cucina. Così il direttivo, già soddisfatto per la qualità dei soggetti intervenuti, può compiacersi anche delle cifre, a partire dal presidente del Salone Claudio Luti, al ritorno dopo due anni.

 

Per lui il bilancio è «emozionante. Per la soddisfazione degli espositori e dei visitatori, per gli eventi di cui è stata costellata Milano. Davvero non ho trovato una parola negativa da parte degli stranieri». Neanche per lo sciopero dei mezzi di mercoledì? «Quello rappresenta un problema di mentalità, bisogna migliorare la disponibilità a fare sistema. Che comunque già sta crescendo, grazie alla collaborazione di tutti, comprese le istituzioni».

 

Le quali sono venute quasi in pellegrinaggio ad ammirare il miracolo di un' Italia che funziona all' estero. «A riprova che stiamo lavorando bene - continua Luti -. Spingendoci a studiare come fare ancora meglio. Il Governo ha iniziato a fornirci strumenti come il nuovo Design Day che ci porta in 120 ambasciate per un giorno, è sicuramente un' ottima cosa. Ma le idee a pioggia vanno coordinate e trasformate in un' azione continuativa e strutturata».

salone del mobile 2017  5salone del mobile 2017 5

 

Se si parla di politica, Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo interviene con decisione. «Come si è visto, in questi giorni sono venuti tutti, dal presidente della Repubblica al premier, e quasi tutti gli esponenti delle correnti politiche. Parliamo con tutti, e ci piace pensare che ci ascoltino. Noi non chiediamo vantaggi, ma solo di non avere svantaggi. Se insistiamo sul prolungamento del bonus mobili che scade a fine anno è perché si tratta di una manovra che non costa al Paese: le esportazioni sono importanti ma un settore che non è forte nel suo Paese non si impone all' estero.

 

Questo provvedimento con una durata più lunga consentirebbe di investire e creare indotto, proteggendo un pezzo di Italia più piccolo che va salvaguardato. Quest' anno lo hanno usato 190 mila persone, 20 mila più dell' anno scorso. Il che contribuirà a far assumere, da qui al 2020, 31 mila nuove persone nelle aziende, il 10% di chi lavora nel comparto. E visto che nel mondo tutti vogliono sapere come si fa a venire a lavorare qui da noi, permettere di investire aumenterebbe le chance di formare i nostri giovani invece di doverli chiamare dall' estero».

 

salone del mobile 2017  4salone del mobile 2017 4

Perché di fatto, aggiunge Claudio Feltrin, presidente Assarredo, «con la globalizzazione bisogna essere pronti a giocare d' anticipo. Porta grandi opportunità ma anche grandi dipendenze da fattori lontani: certi mercati che possono chiudersi all' improvviso, così come l' insicurezza del consumatore che è più prudente nel fare la spesa. È un' economia che risente della politica internazionale oltre che di quella interna, anche se sui dazi ventilati da Trump, ci sono accordi firmati in passato che dicono che per quanti dazi gli Stati Uniti vogliano mettere, comunque non possono superare i 110 milioni di euro. Se li applicassero al nostro settore, ci penalizzerebbero per il 10%».

 

Si unisce alla soddisfazione diffusa anche Stefano Bordone, presidente Assoluce. «L' ho verificato a Euroluce, gli operatori non passavano dicendo: "Ci penso" ma si sedevano e scrivevano l' ordine. Il nostro settore contiene la caduta del mercato interno grazie al 75% di esportazioni. Perché noi per accontentare il cliente sappiamo accettare sfide che in altri Paesi non accetterebbero».

 

salone del mobile 2017  3salone del mobile 2017 3

Quanto al comparto dell' altra esposizione biennale, Workplace 3.0, il presidente di Assufficio Marco Predari dice: «Abbiamo un +2,6% rispetto al 2015, con l' export al 50%. Abbiamo rivisto delegazioni che non venivano da un po', e una forte presenza di mercati importanti come Usa, Regno unito, Oriente. Penso anche che sia stata una buona idea la mostra A joyful sense at work ; ha creato maggiore interesse sugli arredi da ufficio. Come da parte dell' Inail, per ragionare insieme sul benessere al lavoro». Nel frattempo, già si ragiona sulla prossima edizione, dal 17 al 22 aprile 2018.

 

 

2. MILANO, SALONE E FUORISALONE 2017: IL DESIGN COME FENOMENO SOCIALE

Alberto Bassi per www.ilfattoquotidiano.it

 

Alla chiusura della Design Week di Milano – con Salone e Fuori Salone che hanno invaso ormai l’intera città e catalizzato l’attenzione di pubblico e media – può essere il momento, oltre la necessaria cronaca quotidiana spicciola, di provare a capire alcune dinamiche e orientamenti più generali.

salone del mobile 2017  2salone del mobile 2017 2

 

Innanzitutto le chiavi di lettura del fenomeno sono divenute differenti: la Design Week ha assunto una rilevanza sociale ed economica che va oltre il contenuto specifico culturale e progettuale.

 

Mostre, iniziative ed eventi (quest’anno anche molti talks, conversazioni spesso a base di nomi famosi, non necessariamente periti oltre l’autopromozione del proprio) sono diffuse in ogni dove – compresa, rispetto allo spontaneismo originario, una sorta di istituzionalizzazione attraverso la divisione delle zone urbane in district benedetti dal Comune – con un utile ricaduta di informazioni e conoscenze, ma anche di economie indirette per locatari, locali e esercizi vari.

 

salone del mobile 2017  1salone del mobile 2017 1

D’altra parte, da tutto il mondo si arriva a Milano per (intra)vedere il design e “consumare” la città: un fenomeno nel complesso positivo (dissensi, disagi e disservizi compresi, a cominciare dallo sciopero dei mezzi pubblici a metà settimana che tanta buona fama (?!) ha fornito al sindacato e alle giuste lotte per il lavoro).

 

Diversa la questione della rilevanza specifica per il design: la proposizione di problematiche inerenti il fare progettuale e imprenditoriale, la conoscenza di nuovi talenti, la comunicazione (se non il business, Salone a parte) delle aziende. Notiamo che si vede un po’ di tutto e non sempre di qualità accettabile, ma forse anche e proprio questo aiuta a capire le differenze, superando la vulgata diffusa che “tutto è design” (quindi niente).

 

2017salone del mobile  32017salone del mobile 3

È in parte saltato, fra l’altro, il meccanismo che aveva portato alcune zone a diventare luoghi di riferimento orientati a gruppi di interesse che oggi paiono tutte un po’ in crisi: dalla kermesse spettacolar-commerciale della Statale a quella giovanile e sperimentale di Ventura Lambrate fino alla un po’ confusa e omnicomprensiva zona dei Navigli. Quindi dappertutto, tanto e troppo di qualsiasi cosa, dall’arredo all’automobile, dal dilagante food (ma basta chiamarlo food design, please!) alla qualunque, più per esserci e sentirsi nominati (che è diverso che comunicati) che per avere qualcosa da dire.

 

Un giorno bisognerà però arrivare a valutare con razionalità in che misura l’investimento frutta alle aziende e designer, non alimentando solo la comunicazione spicciola dentro un circuito che tende ad essere talvolta chiuso e autoreferenziale. Un’altra tappa obbligatoria è da sempre la Triennale, quest’anno con controllate presenze degli ospiti (dai “soliti” buoni giapponesi alla tradizione e attualità artigianale sarda o coreana) e una esposizione istituzionale sul design for children, piacevole e divertente (come è diventato il design?) con, per la storica istituzione milanese, qualche limite di impostazione storico-critica e curatoriale.

 

2017salone del mobile  22017salone del mobile 2

Perché per fare una buona mostra non è sempre sufficiente disporre uno fianco all’altro una certa quantità di interessanti oggetti (con ridotte distinzioni per contenuto e didascalie poco “usabili”); ad esempio è possibile scegliere di introdurre – senza per questo divenire subito noiosi – organizzazione e chiavi di lettura che aiutino a capire, a distinguere, approfondire, farsi delle idee e così via. Stimolanti fra le non numerose mostre della settimana, quella proposta da Cassina per i suoi 90 anni, sulle nuove forme e idee per l’abitare, allestita alla scenografica Fondazione Feltrinelli oppure quella sui 20 anni del Salone satellite, che è stato a lungo fucina dei nuovi talenti internazionali.

 

Dentro l’offerta infinita – più che le predominanti legittime strade della proposizione commerciale di prodotto o dell’evento festaiolo per mostrarsi – sembrano interessanti allora, come al solito, le università di design, importante termometro di sensibilità e competenze per i tempi che ci aspettano (fra le altre, Central Saint Martin di Londra, Elisava di Barcellona, i piccoli ma valenti corsi magistrali di Università di San Marino-Iuav).

 

2017salone del mobile  12017salone del mobile 1

Oppure di questi tempi paiono stimolanti le molteplici difformi ricerche e sperimentazioni sul rapporto fra progetto e produzione artigianale, su custom design e production. Difficile poter sostenere che questo sia il futuro, ma i molti esempi fra loro diversi da vedere in pochi giorni aiutano a uscire dalla confusione attorno a nuovo e vecchio artigianato, analogico e/o digitale, e ad alimentare invece il confronto sulle possibilità del design di fare “su misura”, come lettura e interpretazione delle sempre rinnovate e reali esigenze e necessità delle persone. Human design innovation, anche di questo si occupa il progetto.

 

 

 

salone del mobile 2017  6salone del mobile 2017 6

 

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...