elon musk distribuisce assegni da un milione a due elettori del wisconsin

SI SCRIVE LOTTERIA, SI LEGGE VOTO DI SCAMBIO – ELON MUSK È ENTRATO A GAMBA TESA NEL VOTO IN WISCONSIN PER ELEGGERE UN GIUDICE DELLA CORTE SUPREMA DELLO STATO, CONSEGNANDO DUE ASSEGNI DA UN MILIONE DI DOLLARI A DUE ELETTORI CHE SI SONO ESPRESSI CONTRO I “GIUDICI ATTIVISTI”, OVVERO DEMOCRATICI - IL SEGRETARIO DI STATO DELLO STATO HA FATTO RICORSO ALLA CORTE SUPREMA CHIEDENDO DI VIETARE UN PAGAMENTO CHE VIOLA LA LEGGE SUL FINANZIAMENTO DELLA POLITICA. MA IL MILIARDARIO KETAMINICO È RIUSCITO A FARLA FRANCA GRAZIE A UN CAVILLO SU… - VIDEO

 

Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi per www.corriere.it

 

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Alla vigilia del primo test elettorale della seconda era Trump, il voto di domani in Wisconsin per eleggere un giudice della Corte suprema dello Stato che potrebbe avere un valore strategico a livello nazionale, Elon Musk torna in campo ripetendo lo show dei mega assegni da un milione di dollari consegnati ad attivisti impegnati sul fronte conservatore. 

 

E’ questa la sostanza anche se, per evitare i divieti di legge, la lotteria del miliardario divenuto una specie di copresidente impegnato a trasformare la struttura amministrativa federale attraverso il suo Doge, il ministero dell’Efficienza, ha premiato cittadini che hanno firmato una petizione che invita a non votare per giudici attivisti o partigiani. 

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Per lui e per i 2000 che hanno affollato il KI Convention center di Green Bay, la città dei Packers, celebre squadra di football americano, i giudici attivisti sono i 4 che attualmente garantiscono una maggioranza liberal alla Corte, mentre i magistrati repubblicani sono tre: è tutto partisan. 

 

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Fino a qualche giorno fa i sondaggi davano per favorita (50 a 42%) la candidata democratica, Susan Crawford. Ma poi è sceso in campo Musk, convinto di poter capovolgere le cose in uno Stato da sempre teatro di testa a testa tra i due grandi partiti americani e conquistato da Trump lo scorso 5 novembre. 

Mentre altri leader repubblicani sono rimasti piuttosto freddi, Elon è entrato in pieno nella campagna con spot televisivi. I suoi messaggi: se resta una maggioranza democratica la Corte cambierà le norme su aborto e sindacati a favore della sinistra e modificherà i distretti elettorali in modo da dare ai democratici due seggi in più alla Camera, cambiando gli equilibri al Congresso di Washington.

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Ma, soprattutto, Musk ha versato quasi metà dei 41 milioni di dollari spesi dai repubblicani per sostenere la candidatura del giudice conservatore Brad Schimel, mentre i democratici hanno speso 32 milioni per la Crawford. 

 

Ma la vera battaglia si è giocata sul comizio di domenica e lo show della consegna di due mega-assegni: il Segretario di Stato del Wisconsin, democratico, ha fatto ricorso alla Corte Suprema dello Stato chiedendo di vietare un pagamento che violerebbe la legge sul finanziamento della politica (vietato pagare per ottenere il voto di qualcuno o anche solo mandarlo alle urne). La Corte, che si è espressa appena due ore prima dell’evento, ha respinto la richiesta, così come avevano fatto altre corti prima delle elezioni presidenziali per analoghe manifestazioni. 

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Come allora, Musk ha aggirato il divieto di legge legando la lotteria non direttamente al voto ma alla firma di una petizione a favore del voto. In realtà stavolta era andato anche oltre compiendo un passo falso: venerdì scorso aveva scritto sulla sua piattaforma X, dove ha 220 milioni di followers, che l’assegno milionario sarebbe andato a un elettore sorteggiato tra quelli che avevano già votato (in anticipo rispetto alla scadenza di oggi). Poi gli devono aver fatto notare che stava commettendo un reato: dopo qualche ora quel post è stato ritirato da X. 

 

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Molti si chiedono fino a che punto Trump tollererà la sua ingombrante presenza nel governo. Ma se la spunta in Wisconsin, dove si è comportato da vero leader politico, Elon diventerà sempre più indispensabile per Trump anche sul piano elettorale, in vista della scadenza del voto di midterm del prossimo anno: difficile privarsi di lui. 

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